Chirurgia vascolare, passi avanti a Terni

Convegno con i massimi esperti alla vigilia dell’attivazione della sala ibrida del ‘Santa Maria’, una delle prime venti in Italia

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Le innovazioni tecnologiche e gli scenari futuri della chirurgia vascolare ed endovascolare in Italia. Questi i temi del convegno organizzato il primo febbraio dall’ospedale di Terni in vista della prossima inaugurazione di quella che è una delle prime 20 sale ibride italiane, una moderna sala chirurgica e angiografica che consentirà interventi di chirurgia vascolare ad alta complessità con gestione integrata e multidisciplinare di patologie vascolari, e non solo, riguardanti soprattutto gli aneurismi toraco-addominali. Un progetto di grande portata in cui hanno fortemente creduto il direttore generale Maurizio Dal Maso e il dottor Fiore Ferilli, direttore della struttura di chirurgia vascolare e, a breve, del dipartimento cardio-toraco-vascolare dell’azienda ospedaliera.

I DUBBI SUL PIANO REGIONALE SANITÀ

La sala ibrida

Non è un caso che il convegno abbia riunito a Terni, insieme ai professionisti del Santa Maria, un pool di esperti del settore provenienti da tutta Italia (i professori Speziale, Pratesi, Gossetti, Mangialardi, Di Marzo e i dottori Camparini, Michelagnoli, Bertoletti) che si sono confrontati sui nuovi scenari che queste nuove tecnologie e il loro uso multidisciplinare aprono nel mondo della sanità. Una sala ibrida, infatti, è una sala operatoria dotata di un angiografo che raccoglie e utilizza tutta una serie di immagini provenienti da diverse sorgenti, come angiografo, TC e risonanza magnetica, consentendo procedure chirurgiche minimamente invasive ma ad alta complessità tecnologica. «Insomma, quella che verrà inaugurata a marzo sarà una sala per definizione multidisciplinare e il suo vero punto di forza – ha spiegato Dal Maso – che la rende al momento unica rispetto altre venti finora esistenti in Italia, è che dispone di due identici angiografi con possibilità di uso differenziato (vascolare e neuroradiologico) che sono adiacenti (uno dentro la sala e uno in una sala accanto), che sfruttano quindi vicinanza di spazi, tecnologia, consolle di comando e sala multimediale».

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I professionisti

Il dottor Ferilli ha spiegato che «in ambito vascolare una sala ibrida permette l’esecuzione di complesse procedure endovascolari aortiche in completa sicurezza, grazie ad un sistema di imaging utile per la guida e il controllo del posizionamento della protesi endovascolare, così come per la pianificazione della procedura, giovandosi dell’angiografia rotazionale intraoperatoria in collaborazione con la radiologia interventistica. La sala ibrida, infatti, mette insieme contemporaneamente diverse tecnologie e diverse professionalità per il trattamento di casi complessi che interessano la chirurgia vascolare e cardiochirurgia, la radiologia interventistica e la neuroangioradiologia, ma anche la neurochirurgia, l’ortopedia, l’urologia fino alla chirurgia toracica». Si tratta di un investimento «molto importante – secondo Dal Maso – realizzato grazie a un finanziamento della Regione che è giustificato dalla presenza nell’ospedale ternano di professionisti già formati o meglio esperti sia nelle tecniche endovascolari e mininvasive sia nell’approccio integrato multidisciplinare, e inoltre, dall’attrazione e quindi dall’elevata domanda che caratterizza il Santa Maria di Terni, che può e potrà essere soddisfatta in modo sempre maggiore e più efficace».

Gli investimenti

Hanno introdotto i lavori del convegno, insieme al direttore generale Maurizio Dal Maso e al dottor Fiore Ferilli, il sindaco di Terni Leonardo Latini, il presidente dell’Ordine dei medici Giuseppe Donzelli e l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini che ha sottolineato come la prossima attivazione della sala ibrida e la comunità italiana di chirurgia vascolare riunitasi a Terni «dimostrano quanto abbiamo investito e quanto vogliamo continuare ad investire nell’azienda ospedaliera di Terni per dare una risposta non solo alla città e alla provincia di Terni ma per rendere il ‘Santa Maria’, attraverso l’innovazione tecnologica che abbiamo messo in atto, capace di creare sempre più attrazione anche al di fuori dei nostri confini regionali. Per questo – ha concluso l’assessore – il piano sanitario regionale, in corso di formazione, continuerà ad investire in maniera decisa sull’azienda ospedaliera di Terni, ritenendola strategica per la qualità assistenziale e per lo sviluppo della regione Umbria».

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