Chiusura Cocoricò: «Segnale pericoloso»

Il segretario nazionale del sindacato di polizia Consap critica il provvedimento: «Serve ben altro»

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«Aspettiamo un provvedimento di chiusura anche per il parco Lambro di Milano e il quartiere Pigneto di Roma». Dopo la chiusura per quattro mesi del Cocoricò, in seguito alla morte per overdose del 16enne umbro Lamberto Lucaccioni, la Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap) lancia una provocazione al ministro Alfano.

di Stefano Spagnoli
Segretario nazionale sindacato di polizia Consap

Ancora una volta si interviene con provvedimenti tampone, che colpiscono l’ultimo anello della catena di morte che investe ragazzi e ragazze per lo più giovanissimi. La lotta alla droga si fa tutti i giorni sul territorio con forze di polizia numericamente adeguate e motivate e con la certezza che gli spacciatori presi se ne stiano in carcere. Se bastasse chiudere i luoghi noti di spaccio per debellare questa piaga allora ministro e questore avrebbero colto nel segno, ma non è così, la politica può e deve fare di più per dare risposte ai cittadini.

Anzi, con questo provvedimento amministrativo siamo davanti ad un segnale fuorviante e pericoloso, ossia che il luogo di spaccio sia la causa del problema mentre in realtà ne è solo un aspetto ed anche molto marginale, blandendo l’opinione pubblica come se si fosse colpito il traffico, mentre in realtà esso è già pronto a spostarsi e riciclarsi, forte di forze dell’ordine che per carenze di organico e di risorse stanno inesorabilmente perdendo il controllo del territorio e di una giustizia che per una sorta di impunità diffusa non risponde più al suo compito principale, quello di deterrente contro il crimine.

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