Ciam Terni: a 6 anni dal sequestro, Citarei assolto per l’unico capo rimasto ‘in piedi’

Sentenza del tribunale sull’indagine di procura e finanza relativa a contributi pubblici ottenuti dall’azienda ternana

Condividi questo articolo su

Terni, truffa milionaria Ciam nella bufera

L’accusa era di aver intascato quasi 5 milioni di euro – 4.975.000 per la precisione – di erogazioni pubbliche a suon di falsità fra dichiarazioni, fatture, documentazioni con l’ausilio di società ‘amiche’ e di proprietà sul piano delle fatturazioni. Il tutto per incassare finanziamenti pubblici – dell’Unione Europea, del ministero dello Sviluppo Economico, delle Regioni Sardegna e Umbria – facendo credere alle istituzioni di condurre importanti progetti tecnici finalizzati alla realizzazione e quindi alla produzione di ascensori tecnologicamente innovativi, all’avanguardia. Per questo il titolare della Ciam, l’imprenditore ternano Sandro Citarei, era finito nella bufera – il tutto era emerso nel 2017 – a seguito dell’indagine targata procura di Terni/Guardia di finanza. Maxi sequestro da 5 milioni, accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, appendice di fronte alla Corte dei Conti dell’Umbria – che aveva a sua volta disposto il sequestro – e ovviamente il processo penale. Che, con imputati il Citarei e anche l’imprenditore tuderte Marco Bernardini, quest’ultimo co-imputato in uno dei nove capi formulati dalla procura ternana relativo all’erogazione di circa 10 mila euro da parte della Regione Umbria nel contesto di un bando europeo, ha visto emettere lunedì la sentenza di primo grado, sostanzialmente definitiva visto l’esito. Il tribunale di Terni – giudice Francesco Maria Vincenzoni – ha infatti rilevato l’intervenuta prescrizione per otto dei nove capi di imputazione, ad eccezione di quello contestualizzato nel 2015 e – con Citarei unico imputato – relativo a erogazioni per circa 800 mila euro ottenute attraverso un bando della Regione Sardegna. Per questo l’accusa aveva chiesto la condanna di Sandro Citarei ad un anno e sette mesi di reclusione: il giudice ha invece assolto l’imprenditore ternano – difeso dagli avvocati Manlio Morcella, Marco Gabriele e Fabrizio Petrarchini – perché ‘il fatto non sussiste’. Bernardini era invece assistito dall’avvocato Francesca Carcascio. Il tribunale, contestualmente e probabilmente è il dato materiale più rilevante, ha anche disposto la revoca del sequestro disposto nel 2017 dal gip di Terni – sei anni fa – nei confronti di Citarei e Bernardini, all’atto dell’emissione delle misure, pari ad oltre 5.118.000 euro. Esprimono soddisfazione gli avvocati dell’imprenditore ternano, «per una sentenza giusta che ha recepito pienamente l’istruttoria. Si chiude – affermano – una vicenda lunga e complessa, durata oltre sei anni, caratterizzata pure dal sequestro preventivo disposto dalla procura di tutti i beni del Citarei. Il tribunale ha finalmente ristabilito la verità dei fatti, assolvendolo dalle accuse».

Sandro Citarei

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli