Cadde nello stagno, bimbo di 2 anni salvato

Città della Pieve, la nota dell’ospedale Meyer: «Ha pienamente superato la fase acuta e ha ripreso a giocare. Non abbiamo mai perso la speranza»

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Una storia a lieto fine. Perché il binbo di 2 anni che a maggio rischiò di perdere la vita in uno stagno di Città della Pieve – località Borgnano – è pronto a tornare a casa: il piccolo è stato salvato dai medici dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze – qui arrivò in elisoccorso in stato di coma – grazie all’Ecmo, una procedura di respirazione extracorporea che ha consentito ai suoi polmoni di stare a riposo e recuperare la loro funzione.

PAURA A MAGGIO, IL BIMBO CADE NELLO STAGNO

Il Meyer di Firenze

La gioia e il risveglio

Una gran bella notizia per tutti: «Ha pienamente superato – spiega la dottoressa Manuela L’Erario, responsabile di anestesia e rianimazione dell’ospedale fiorentino – la fase acuta, gli accertamenti diagnostici mostrano un quadro rassicurante e sta ricominciando anche ad alimentarsi naturalmente. Non solo: ha ricominciato a giocare, e questo, anche per i medici, è una ‘cartina tornasole’ molto importante quando si tratta di valutare lo stato di salute e di ripresa di un bambino. Quando il bimbo si è lentamente ripreso dal coma farmacologico per tutti noi è stato un momento di grande gioia. Abbiamo condiviso con i genitori momenti drammatici ma, insieme a loro, non abbiamo mai perso la speranza. Sentire la mamma dire ‘è tornato il mio bambino di prima’ ci rasserena ulteriormente».

LE CONDIZIONI A FIRENZE

La procedura

L’ospedale ricorda che le condizioni erano molto gravi quando giunto al Meyer: «In seguito ad un ulteriore peggioramento del quadro respiratorio e nessuna risposta alle terapie massimali, i medici della rianimazione hanno immediatamente attivato il team di specialisti (rianimatore, chirurgo neonatale, cardiochirurgo e cardiologo) che ha reso possibile l’impianto del trattamento extracorporeo. Grazie a questa procedura, le funzioni dei polmoni sono state temporaneamente affidate a una macchina esterna che, con una pompa, preleva il sangue dal paziente e lo immette in un polmone artificiale, che, proprio come un polmone vero, ossigena il sangue e ne rimuove l’anidride carbonica. Una volta ossigenato, il sangue viene reimmesso in circolo nell’organismo. In particolare, al piccolo umbro, è stato praticato l’Ecmo veno-venoso, che, dopo aver prelevato il sangue dal circolo venoso, lo reintroduce ‘‘ripulito’ nello stesso circolo. Grazie alla professionalità ed una stretta collaborazione dei professionisti coinvolti, dopo circa tre settimane il supporto extracorporeo è stato sospeso e lentamente il piccolo risvegliato dal coma farmacologico e staccato dalla ventilazione meccanica».

Il ritorno alla vita di sempre

Ora l’ultimo passaggio, il ritorno a casa. Il piccolo adesso è staccato dalle macchine ed è stato trasferito dalla rianimazione al reparto di subintensiva: qui ha appena festeggiato il secondo compleanno insieme ai genitori, il fratellino, il personale medico ed infermieristico della rianimazione.

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