Civitella del Lago, ‘carte’ rare in mostra

Terni, si inaugura ‘L’Italia di mezzo – La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo nelle collezioni private’ e Luca Tomìo porta nuove prove su Leonardo Da Vinci

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Quella che sarà inaugurata alle 18,30 di venerdì nel borgo medievale di Civitella del Lago – saranno esposte circa 40 carte geografiche originali, del centro Italia – per rimare aperta per un mese è una mostra cartografica unica nel suo genere, visto che potranno essere visionate autentiche rarità, come la carta dell’Italia di Giacomo Gastaldi (1561), la rarissima carta lafreriana (datata intorno al 1585) ‘Paesi Tutti lacque dè quali vengono a Roma’, ‘Italia’ di Matteo Greuter (1675), la ‘Nuova carta dello Stato Ecclesiastico’ di Boscovich (1755), la ‘Carte generale du Theatre de la Guerre en Italie’ di Albert Ghislaine Bachler d’Albe (1798) e la grande carta Murale di Giovanni Maria Cassini (1805). Ad organizzare ‘L’Italia di mezzo – La cartografia storica del Centro Italia dal XVI al XIX secolo nelle collezioni private’ è la ‘Associazione Roberto Almagià – Collezionisti di Cartografia Antica”, in collaborazione con l’Associazione culturale ‘Civitellarte’, con il patrocinio del Comune di Baschi.

Il panel All’inaugurazione interverranno, tra gli altri, Emilio Moreschi, presidente dell’Associazione Roberto Almagià – Collezionisti di Cartografia Antica; Sergio Trippini, presidente Associazione Culturale Civitellarte; Mario Squadroni, Soprintendente ai Beni Archivistici e Bibliografici dell’Umbria e delle Marche; Elisabetta David, direttrice dell’Archivio di Stato di Terni; Roberto Lorenzetti, direttore Archivio di Stato di Rieti; Filippo Orsini, direttore Archivio Storico Comunale di Todi; Massimiliano Nuccio, docente in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso le Università Bocconi di Milano e Università degli Studi di Torino.

Il convegno Sabato alle 10, nella sala della Comunanza agraria in piazza Umberto I, si terrà invece il convegno ‘Rarità e curiosità cartografiche’ a cura dell’Associazione Roberto Almagià, aperto a tutti i curiosi e appassionati del settore e non solo; il 18 giugno, alle 18.30 in piazza Belvedere, gli autori Piero Giorgi e Carla Cicioni presenteranno il volume ‘L’Italia di mezzo’.

Una tavola del Codice Atlantico

Leonardo In questo contesto cartografico, dice Luca Tomìo, cui si deve la scoperta della presenza della Cascata delle Marmore nel famoso ‘disegno’ di Leonardo da Vinci, «si inserirà la presentazione dell’ultimo studio sul passaggio in Umbria di Leonardo che – dice Tomìo – è stato il primo a pensare la cartografia in termini moderni, ma anche lui ha avuto modelli di riferimento come una carta di Piero del Massaio che vide nella città di Urbino appena conquistata da Cesare Borgia nel giugno del 1502: da quel momento al febbraio 1503 Leonardo è il suo ingegnere militare e lo segue in Romagna, in Umbria e infine a Roma. La carta del Codice Atlantico ci permette di ricostruire i mai ben studiati eventi che nel gennaio-febbraio 1503 videro Borgia e Leonardo insieme sul territorio umbro, nel cui contesto si colloca il progetto dell’invaso artificiale tra Civitella, Todi e Acquasparta-Sangemini».

LEONARDO DA VINCI ALLA CASCATA DELLE MARMORE

Questa ciclopica opera di ingegneria idraulica è stata dunque pensata a fini militari?
«Da altri documenti si può dedurre che a Leonardo il Borgia avesse chiesto non solo carte militari, ma anche progetti di bonifica della Val di Chiana e del Trasimeno che andavano a determinare forte pressione idrica sul Chiani, che confluisce nel Paglia all’altezza di Orvieto e che a sua volta confluisce nel Tevere a valle di Corbara. Nella carta 919 Leonardo dimostra di conoscere molto bene questo punto e il fatto che ipotizzi lo sbarramento proprio dove negli anni ’60 del Novecento sarà costruita la Diga di Corbara dimostra che il suo intento era quello di regolamentare il flusso del Tevere ed evitare le disastrose inondazioni su Roma (proprio nel 1503 se ne verifica una delle peggiori), sicuramente su richiesta del padre di Cesare Borgia, il papa Alessandro VI».

Una ‘tavola’ di Leonardo

Per progettare un’opera simile sono necessari rilievi complessi. E’ possibile stabilire come e quando li abbia eseguiti?
«Non solo si conosce la cronologia degli spostamenti di Cesare Borgia in base alle operazioni militari, ma anche quella di Leonardo da un suo taccuino da viaggio, quello che oggi è il Manoscritto L conservato a Parigi. Incrociando i dati è possibile seguire i spostamenti sul territorio quasi giorno per giorno: dopo la presa di Siena (28 gennaio 1503) Leonardo non segue il Borgia lungo la Cassia verso Roma, ma devia attraverso la Val di Chiana verso Perugia e percorrendo la Flaminia attraverso la Valle Umbra, Spoleto e Terni si ricongiunge al Borgia ad Acquapendente il 1 febbraio passando necessariamente dal territorio di Todi e dalle Gole del Forello oggetto dello studio idraulico. Tenendo conto che il Borgia si serviva di Leonardo per predisporre le macchine d’assedio una data molto importante è il 7 febbraio quando, grazie agli studi di Filippo Orsini, sappiamo che le operazioni di guerra avevano come teatro Lugnano in Teverina e Alviano».

Civitella del Lago

Queste scoperte storiche possono tradursi anche in oppotunità di rilancio turistico del territorio?
«Come la scoperta di Leonardo alla Cascata delle Marmore nel 1473 ha spalancato profique e ottimali collaborazioni con i comuni della Valnerina, in primis quelli di Ferentillo, di Scheggino e con il comitato civico che lotta per la riqualificazione del borgo di Papigno, così questo nuovo studio ancora in fase preliminare sulla carta 919 del Codice Atlantico sta aprendo ad ottime collaborazioni con tutti i comuni dell’area interessata, in primis con la magnifica Civitella che si fregia della competenza di un fine cartografo come Sergio Trippini e a titolo emblematico faccio anche l’esempio della perfetta sinergia che sta nascendo con i Comuni di Lugnano e Alviano: quando ognuno svolge con competenza il proprio ruolo le cose vanno a meraviglia e tutti ne beneficiano, innanzitutto le comunità che si vedono arricchite di storia e di cultura. Sono queste le basi per un turismo di qualità».

Chi ha promosso e sotenuto queste ricerche?
«Questi studi derivano dal Convegno che si è tenuto all’Archivio di Stato di Terni sulla presenza di Leonardo alle Marmore nel 1473 e sono stati promossi da Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, e da Elisabetta David, direttrice dell’Archivio di Stato di Terni, e gli studi conclusivi saranno presentati durante un convegno congunto Terni-Rieti previsto in settembre per le giornate europee Cultura e Natura. Per la grande competenza continua ad essere imprescindibile la sinergia con Filippo Orsini, direttore dell’Archivio Storico Comunale di Todi, con cui oltre che ad Alviano e Lugnano in Teverina stiamo pensando ad un evento specifico su Todi. La precisa e complessa geolocalizzazione dell’area interessata dal progetto di Leonardo sarebbe stata impossibile senza l’apporto molto competente dei geometri Andrea Nini e Francesco Ciculi dello Studio TecnoStaff di Montecastrilli. Mi sia consentito però ricordare come i momenti più suggestivi quelli relativi a quando Massimo Bilancioni di Civitella mi ha accompagnano sui sentieri delle sue montagne, tra Civitella e Scoppieto e oltre, in vista di Morre, Morruzze e Acqualoreto, gli stessi sentieri che Leonardo deve aver necessariamente percorso per elaborare così in dettaglio il progetto contenuto nella carta al f.919 del Codice Atlantico».

La mostra Quanto all’iniziativa che inizia, Tomìo è chiarissimo: «Posso dirvi che la mostra cartografica organizzata da Sergio Trippini e dall’Alamagià è davvero di levatura nazionale e sopratutto affascinante. Davanti ad alcune carte passerei ore, per vedere tutti i dettagli. Poi c’è l’eccezionalità della collocazione a Civitella: ti affacci dal Belvedere e l’Italia di Mezzo ce l’hai davvero sotto gli occhi. Il panorama è davvero magnifico: Civitella nel corso dei secoli ha cambiato più volte nome, Civitella dei Pazzi, Civitella del Lago, ora mi piace pensarla Civitella Belvedere, sarebbe un nome adeguato anche in termini turistici, esplicativo di una peculiarità unica che viene amplificata se sali sulla montagna di Croce Serra che la sovrasta: da lì si domina con lo sguardo davvero tutta l’Italia Centrale, dal Terminillo all’Argentario, dal Soratte ai Sibillini».

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