Comune di Terni: «Bilancio ‘politico’»

Da Enrico Melasecche (I Love Terni) critiche pesanti: «Un no duro e motivato. Si continua sulla tecnica dello struzzo»

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di Enrico Melasecche
Lista Civica “I love Terni”

Con l’operazione di rinegoziazione di una parte dei debiti comunali per 50 milioni di euro la giunta si appresta a varare, fra i mugugni della sua stessa maggioranza, incapace di dire basta a manovre seriali utili a tamponare situazioni di bilancio gravissime, una manovra eminentemente politica che serve soltanto al sindaco per rimanere a galla e tirare avanti, di emergenza in emergenza, senza un progetto serio di rilancio della città.

Come qualsiasi soggetto prossimo al fallimento il Comune ha inanellato negli ultimi anni, una serie incessante di manovre di ultima istanza, per ottenere quasi in elemosina un po’ di liquidità immediata a fronte di un rinvio del
proprio debito prossimo alla scadenza con un indebitamento della città che le toglie qualsiasi possibilità di futura ripresa.

Piuttosto che eliminare rendite di posizione, sprechi, inefficienze si continua sulla tecnica dello struzzo. Si pensi soltanto che la Cassa Depositi e Prestiti, conoscendo benissimo la situazione debitoria di molti comuni, propone tassi di rinnovo del debito troppo alti rispetto a quelli correnti di mercato, certa che chi si trova con l’acqua alla gola preferisce bere piuttosto che affogare.

Abbiamo assistito ad un incremento del debito pubblico di Terni per oltre 30 milioni di euro, una cifra enorme per rifinanziare un Comune in cattive acque ma l’aspetto che peggiora ulteriormente quella cifra è la vita media del debito che, con l’ennesima manovra in corso, non si riduce di un euro ma si allunga a dismisura fino al 2040 con buona pace dei ternani che dovranno lavorare per il resto della propria vita per pagare i debiti fatti, molti con leggerezza, dalla precedente e dall’attuale amministrazione.

Il nostro no è quindi duro e motivato. Fino a quando Terni continuerà ad essere amministrata in questo modo, ipotecando il futuro degli attuali abitanti e dei nascituri, le promesse di non incrementare imposte e tariffe saranno solo elettorali perché i ternani saranno vessati ulteriormente per far fronte alle responsabilità di politici, spesso cinici talvolta anche incompetenti.

Un esempio per tutti, la Tari in cinque anni è aumentata del 22%, una enormità rispetto ad una inflazione complessiva prossima all’1% annuo, con un servizio che tutti possono giudicare, mai a Terni paga chi sbaglia ma sempre i cittadini.

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