Comune di Terni, Cecconi a tutto campo

Il consigliere comunale di FdI-An interviene sia sull’assestamento di bilancio, che sulla questione mense e anche sulla protesta dei lavoratori delle cooperative

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marco-cecconidi Marco Celestino Cecconi
Consigliere comunale di FdI-An a Terni

Per fotografare l’alea off limits dell’assestamento di bilancio approvato dalla maggioranza in consiglio comunale, non serviranno le censure dell’opposizione. Basterà leggere con la cura necessaria l’atto di indirizzo redatto dall’avvocato Cavicchioli, capogruppo PD a Palazzo Spada. Un atto di indirizzo con il quale si impegnano il sindaco e la giunta ad effettuare niente popò di meno che “ogni doverosa verifica del rispetto di tutte le normative” (testuale) prima di spendersi anche solo un centesimo di quanto stanziato con l’assestamento in questione: verifica che – viene persino specificato – deve essere estesa “alla corretta genesi di tutte le obbligazioni” a cui si riferiscono le singole poste (il che significa dover controllare che chi viene pagato, guarda un po’, possieda davvero il titolo per incassare, in che termini e misura).

In verità, è da quando sì è insediata due anni e mezzo fa questa Amministrazione, che il PD e la maggioranza, supportati dalle iperboli verbali di cui è capace un Cavicchioli, cercano di colmare le falle dei bilanci consuntivi e preventivi, degli assestamenti e delle variazioni, con atti di indirizzo con i quali si raccomanda a sindaco e giunta, a latere della delibera votata come bravi soldatini, di fare quello che dalla delibera risulta non essere stato fatto, cercando così, in qualche modo, di lavarsi la coscienza. E poco importa, a quanto pare, se tutte quelle raccomandazioni si sono rivelate aria fritta, dato che – contemporaneamente – il buco nei conti comunali andava allargandosi a dismisura.

Ma che adesso si debba arrivare – com’è appunto accaduto con l’ultimo atto di indirizzo – a chiedere di rispettare le leggi e verificare l’esigibilità del credito prima di pagare. conferma che il rischio del contrario è concretissimo e che persino Cavicchioli e i suoi sono costretti ad ammetterlo, pur continuando a comportarsi per realpolitik di via Mazzini come fedeli pretoriani, almeno fin che dura.

Se non si trattasse di malgoverno, le raccomandazioni della maggioranza sarebbero pleonastiche, ovvero superflue e inutili. Ma siccome nell’atto addirittura si chiede che esso venga considerato come “parte integrante della delibera” di assestamento del bilancio, evidentemente nemmeno la coalizione di governo si fida più. E allora c’è solo da chiedersi perché non ne tragga le debite conseguenze, risparmiando alla città questa dannosa agonia.

LE MENSE

Al neoassessore De Angelis, che ha così tanto contestato le nostre proposte per un nuovo bando di assegnazione del servizio di refezione scolastica, vogliamo innanzitutto far notare che a volte il noviziato compromette una completa e documentata visione d’insieme del problema.

È il caso, sicuramente, di quando lei stessa – rispondendo ad una mia interrogazione presentata nel settembre scorso – ha sostenuto in consiglio comunale che l’Amministrazione non è conoscenza dei precedenti a carico dell’attuale affidatario del servizio. A Palazzo Spada, insomma, a quanto pare non sanno nulla della decadenza dal medesimo servizio di refezione scolastica decretata qualche anno fa da un altro Comune, né sanno nulla delle successive sentenze del TAR e del Consiglio di Stato.

Ora, se davvero giunta e uffici non sono a conoscenza di tutto ciò – che tuttavia è agli atti ed è ampiamente certificato – questo magari è dovuto al fatto che la All Food ha taciuto una simile circostanza? Perché, se così fosse, è bene che il neoassessore De Angelis venga informata del fatto che, per un’identica omissione, la Procura di Perugia – che sta indagando sempre su questa azienda per altri disservizi e “delitti contro la salute pubblica” – ipotizza il reato di “falso ideologico in atto pubblico”, dovendo obbligatoriamente l’affidatario rendere conto all’Ente appaltante di questo suo pur imbarazzante curriculum aziendale.

Quanto alle obiezioni specifiche sulle nostre proposte, non sfugge a nessuno che le modifiche apportate nelle scorse settimane al bando in questione sono soltanto nominali: perché comunque avrà una corsia preferenziale chi già dispone di un centro di cottura entro 20 km dal centro cittadino e, come piano d’emergenza, potrà vantare un secondo centro di cottura nello stesso ambito territoriale.

Il punto vero, invece, è che negli anni si è lasciato andare alla deriva un preziosissimo patrimonio pubblico, quali sono le decine di cucine già presenti nelle scuole comunali ternane. Quello che noi suggeriamo in alternativa al bando approvato dalla giunta è esattamente questo: richiedere all’impresa che si aggiudicherà il servizio di adeguarle e implementarle, facendone altrettanti centri di cottura, capaci senz’altro di servire al meglio quel residuo 10% dei pasti totali che devono essere somministrati nelle scuole che di cucine sono prive. E non si dica – come è stato suggerito di replicare al neoassessore De Angelis – che questo farebbe innalzare i costi. Perché, al contrario, solo la ristrutturazione di queste cucine già esistenti renderebbe ragionevole l’importo a base d’asta di oltre 20milioni e mezzo di euro previsti nel bando approvato dalla giunta: un bando – per inciso – che il sindaco ha inviato all’ANAC (l’Autortà Nazionale Anti-Corruzione) solo dopo la maxi “Operazione-Spada”e la notifica degli annessi avvisi di garanzia, ovvero solo dopo che il bando già si trovava sui tavoli della Procura.

Che il neoaasessore De Angelis esalti adesso il valore della massima “partecipazione”, ci fa solo piacere: dato che – per una convenzione che scade il prossimo 15 dicembre – la giunta si è ridotta a deliberare il nuovo bando solo l’11 novembre scorso: e, anche qui, non serve essere dietrologi per sospettare il peggio riguardo alla partecipazione del massimo numero di aziende possibile alla gara.

Quanto infine alla cultura di governo di cui noi saremmo (o, secondo la De Angelis, non saremmo) portatori, il neoassessore stia sereno: quello che i ternani non sanno, semmai, è quanta ne possieda lei o, meglio, quanta ne saprà acquisire grazie a questa sua prima esperienza appena iniziata. Ma, altrettanto, i ternani – di destra e di sinistra – ben ricordano quanta ne abbiano saputo esprimere quelle Amministrazioni-Ciaurro alle quale ispiriamo oggi il nostro ruolo di opposizione, con l’obiettivo di costruire, domani, le condizioni di una sana e necessaria alternanza.

LE COOPERATIVE

Ai dirigenti delle cooperative che hanno organizzato e telecomandato le manifestazioni di protesta lunedì pomeriggio in consiglio comunale – e ai dipendenti delle cooperative stesse, protagonisti in prima persona delle manifestazioni – vogliamo ribadire quello che, circostanze permettendo, abbiamo già detto in aula. E cioè che entrambi, dirigenti e dipendenti, presentandosi a Palazzo Spada, hanno senz’altro sbagliato indirizzo.

Se, a loro avviso, le vicende giudiziarie connesse alla cosiddetta “Operazione-Spada” mettono a rischio posti di lavoro, è per l’appunto negli uffici della Procura (ubicati, per chi non lo sapesse, presso il Palazzo del Tribunale in fondo a Corso del Popolo, a pochi metri dal Comune) che dovrebbero organizzare, se se la sentono, i propri sit-in. E se poi pensano davvero che la colpa di tutto ciò sia delle opposizioni – altro indirizzo sbagliato – significa non aver compreso che sono proprio la maggioranza e la giunta in carica a non poter garantire loro più niente. Prigioniera dei propri debiti e sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, oggi come oggi questa Amministrazione non è davvero in grado di poter assicurare un “posto di lavoro” nemmeno ai propri assessori, non a caso scesi al minimo storico di 4, di cui per inciso il 50% raggiunti da avvisi di garanzia.

Se il mondo della cooperazione sociale vuole recuperare la credibilità e l’autorevolezza che merita, sarà bene che impari a rinunciare a certi privilegi e a sapere riconoscere le vere responsabilità. Solo così, come noi ci auspichiamo, potrà ridiventare un attore credibile e affidabile del sistema economico e culturale della nostra città.

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