Comune Terni, debito fuori bilancio da 75 mila euro causa accoglienza famiglia

Accordo transattivo e partita chiusa a distanza di danni dal decreto ingiuntivo del tribunale di Torino: l’input è partito da un società cooperativa piemontese

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di S.F.

Un nucleo familiare monoparentale residente a Terni, figli minori, un allontanamento per raggiungere Chiusano d’Asti, un fascicolo aperto dalla procura della Repubblica per i minorenni dell’Umbria e un decreto ingiuntivo notificato dal tribunale ordinario di Torino su input della cooperativa sociale l’Elica del capoluogo piemontese. La vicenda riguarda il Comune di Terni ed a stretto giro porterà ad un riconoscimento di un debito fuori bilancio per poco più di 75 mila euro. Sulla questione è attiva da tempo la direzione welfare della dirigente Donatella Accardo che, giunta in città, si è ritrovata la problematica da gestire. Riuscendo poi ad abbassare l’esborso complessivo in sede di trattativa.

Una storia che parte da lontano

Passo indietro. Tutto parte quando a Terni viene ospitata una famiglia monoparentale composta da una mamma e quattro figli minori nell’ambito del ‘Progetto di emergenza umanitaria nel territorio del nord Africa 2011 – Ena 2011’, in mano alla prefettura e gestito dall’Arci solidarietà. Fine nel 2015 ma, il nucleo in questione, aveva comuque proseguito – nel frattempo sono stati coinvolti i servizi sociali di palazzo Spada – ad utilizzare le provvidenze messe a disposizione. Quindi la svolta: la donna ad un certo punto si è spostata dalla sorella a Chiusano d’Asti, nel torinese, e la procura della Repubblica per i minorenni ha aperto un fascicolo per l’aggiornamento sulle condizioni dei minori. Parte lo scambio di documenti tra i due Comuni coinvolti.

La dirigente Donatella Accardo

Il problema oneri

I due enti si sono attivati insieme per tentare di intervenire sulla condizione di disagio del nucleo familiare, «condizionando l’assunzione dei potenziali oneri residenziali ad esse collegati, ad una esplicita autorizzazione che il Comune di Terni avrebbe dovuto manifestare preliminarmente all’attuazione delle prestazioni residenziali per l’accoglienza di madre e bambini». Ed ecco che si sviluppa il nodo. Sì, perché la famiglia in questione risultava residente a Terni e considerata la domiciliazione extraterritoriale, il tribunale si è espresso per la tutela dei quattro minorenni coinvolti. Risultato? Palazzo Spada era nella condizione di dover fronteggiare l’ingiunzione di pagamento emessa dal Piemonte. D’altronde l’articolo 6 – comme 4 – della legge 328 del 2000 è chiaro in merito all’assunzione degli obblighi connessi all’integrazione economica.

La procura di Torino

L’ingiunzione

Il tribunale ordinario di Torino nell’aprile 2019 ha notificato al Comune di Terni il decreto ingiuntivo depositato dalla cooperativa sociale l’Elica (ha preso in carico la famiglia) per un pagamento di 66.306 euro più interessi e spese legali per via degli oneri residenziali maturati dopo l’accoglienza del nucleo familiare da parte della società cooperativa. La direzione welfare informa l’avvocatura comunale tirando in ballo anche il dissesto finanziario, ma non c’è niente da fare: non c’è opposizione ed il decreto, di fatto, diventa esecutivo. In seguito scatterà anche il procedimento di pignoramento – tesoreria comunale – con decreto di impignorabilità delle somme in questione. A questo punto entra in azione la Accardo che, suo malgrado, si ritrova il problema contenzioso da gestire.

L’assessore al welfare Ceccotti

Risparmio da 11 mila euro

C’era un rischio non di poco conto: «A causa dell’elevata onerosità del debito dell’ente, la direzione welfare segnalava alla direzione attività finanziarie la circostanza che avrebbe potuto compromettere gli equilibri di bilancio in quanto riferita a situazioni di debito fuori bilancio e/o passività potenziali per le quali si rendevano necessarie provvedimenti di riconoscimento di legittimità e copertura delle spese». Scambio con la società cooperativa L’Elica – difesa dall’avvocato Irene Carpignano – per raggiungere un accordo transattivo -, incontro online in avvio di agosto e partita chiusa: cifra complessiva di 75 mila 817 euro da pagare in un’unica soluzione entro febbraio 2022, 6 mila dei quali (non più 17 come in origine, con risparmio di oltre 11 mila euro) per interessi moratori conteggiati al 31 dicembre 2019. Ora della storia se ne parlerà in commissione consiliare prima ed in consiglio poi. Motivo? Urgenza nell’approvazione dell’assise per evitare l’aggravamento degli interessi moratori. Il credito è riferito a prestazioni della cooperativa tra il 2018 ed il 2019.

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