Comune Terni, riscossione ed Agenzia delle entrate: novità in vista

Di mezzo i ruoli coattivi affidati nel corso del tempo e anche il decreto legislativo del governo Meloni

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di S.F.

Il Comune di Terni e l’Agenzia delle entrate, possibili novità nell’ambito delle riscossioni. Del tema più volte se ne è parlato negli ultimi mesi a causa della corposa cifra – in autunno c’è stato l’affidamento ad Ica per verificare tutta la partita sull’esigibilità dei crediti, di mezzo anche il dissesto – in capo ad Ader: l’argomento giocoforza torna in ballo perché è contenuto nel controllo di gestione 2022, pubblicato da palazzo Spada venerdì scorso. E ora c’è anche il decreto legislativo (esame preliminare) del governo Meloni sul sistema nazionale di riscossione.

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L’andamento aggiornato al 2022

Strade alternative?

Si parte da un dato base per il Comune, vale a dire il grado complessivo di riscossione delle entrate nel 2022 – a competenza – pari all’83,05%. In ogni caso le criticità non mancano e, non a caso, c’è un passaggio sottolineato nel documento preparato dalla direzione generale dell’ente: «In termini di cassa pluriennale, un Comune che abbia un equilibrio basato su residui attivi esigibili in termini giuridici, ma difficilmente incassabili, è in disavanzo. L’applicazione del Fcde impedisce di finanziare spesa, in maniera commisurata a tale difficoltà». Che si fa? «Bisognerà nel prossimo futuro attenzionare tale aspetto sia individuando soggetti abilitati alla riscossione ed alternativi ad Agenzia delle Entrate, posto che quest’ultima ha realizzato, per i ruoli coattivi affidati, una percentuale d’incasso modesta rispetto alle aspettative», sia «anticipando la formazione dei ruoli coattivi subito dopo la scadenza dei versamenti volontari, posto che più tempo trascorre tra le due citate fasi e minore è la possibilità di successo in termini di riscossione». Vedremo. Nel contempo da Roma ci sono novità.

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La sede dell’Agenzia delle entrate

Il riordino e il discarico automatico

In sostanza il governo nazionale ha messo mano al sistema generale per garantire una maggiore efficacia, imparzialità ed efficienza «in un appropriato bilanciamento con i diritti dei contribuenti». Tradotto? «Si prevede per l’Agenzia delle entrate-riscossione (Ader) una pianificazione annuale – viene sottolineato – volta ad assicurare la salvaguardia dei crediti tributari affidati dai vari Enti mediante il tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento e degli atti interruttivi della prescrizione e la conseguente tempestiva gestione delle attività di recupero». Dal 2025 scatterà il ‘discarico automatico’ dei ruoli affidati ad Ader decorsi cinque anni dal loro affidamento, «ad eccezione di quelli i cui crediti sono oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito ai sensi del codice della crisi d’impresa. Il discarico non comporta automaticamente l’estinzione del debito, pertanto l’Ente creditore può provvedere autonomamente alla riscossione del credito non prescritto o, in presenza di ‘nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore’, riaffidarlo ad Ader». Ci sarà un’apposita convenzione per «individuare possibili soluzioni legislative, per i discarichi dei ruoli affidati ad Ader dal 2000 al 2024». Per quel che concerne la rateizzazione ordinaria dei debiti fiscali si va dagli attuali 72 a quota 120 mesi (quindi fino a 10 anni per pagare le cartelle): «In caso di comprovato peggioramento della situazione economica del debitore, il periodo può essere prorogato di una sola volta per un periodo di pari durata». Infine si parla di semplificazione delle procedure amministrative.

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