Coronavirus, odissea anche per due ternani

Terni: il caso della nave da crociera bloccata a Civitavecchia ha coinvolto anche Giuliano Petrangeli e la moglie Adriana. Il racconto

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Una bella crociera conclusa nel peggiore dei modi: ci sono anche due ternani – Giuliano Petrangeli (57 anni) e la moglie Adriana Giovenali (54) – a bordo della ‘Costa Smeralda’, l’ammiraglia di Costa Crociere bloccata al porto di Civitavecchia da giovedì mattina per la presenza a bordo di due persone di origine asiatica – salite lo scorso 25 gennaio al porto di Savona – che hanno accusato sintomi influenzali tali da far sospettare che abbiano contratto il temuto Coronavirus. I due sono stati fatti scendere e sottoposti ad accertamenti medici allo ‘Spallanzani’ di Roma, di cui si attende l’esito definitivo.

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Adriana e Giuliano

Il controllo sanitario

Giuliano e Adriana sarebbero dovuti scendere giovedì mattina ma nulla da fare, anche se il loro racconto – a parlare è il primo – dà la misura della tensione crescente a bordo: «Questa mattina (giovedì, ndR) alle 8 siamo usciti dalle camere per il check-out ma alle 8.30 ci hanno avvertiti che si sarebbe svolto un controllo sanitario della durata di mezz’ora circa dopo il quale saremmo potuti scendere dalla nave. Un’attesa che si è prolungata fino a quando, erano le 9.30/10 circa, ci è stato comunicato che il controllo stava proseguendo e che le gite del giorno, per chi avrebbe dovuto farle, erano tutte confermate. Intanto diversi turisti si trovavano a terra, al porto, in attesa di salire».

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La scoperta via internet

È a quel punto che, scrutando cellulari, notizie, social e siti web, ha preso forma la consapevolezza che non tutto stava filando per il verso giusto: «Quando abbiamo letto di una nave ferma a Civitavecchia con 6 mila persone bloccate a bordo per due casi sospetti di Coronavirus, ci siamo resi conto che si trattava proprio di noi. Lo abbiamo appreso così e non ci pare il massimo. Solo a quel punto ci è stato detto cosa stava realmente accadendo, che le due persone erano state ricoverate e che saremmo forse potuti scendere dopo ulteriori controlli. Ma intanto fra tensione e incertezza, il clima si è fatto via via più pesante».

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Tira e molla estenuante

«Intorno alle 14 – prosegue Giuliano Petrangeli nel suo racconto – ci hanno spediti a pranzo e lì ci hanno fatto capire che nel giro di pochi minuti avremmo potuto, finalmente, lasciare la nave. A quel punto sono stati chiamati i primi due ‘colori’, fra cui il nostro, così ci siamo attrezzati per scendere, compilando anche alcuni documenti con le generalità, contatti e anche altre informazioni. Pensavamo fosse tutto risolto, invece improvvisamente ci hanno detto di tornare a bordo per ulteriori accertamenti medici. In quel momento c’è chi ha iniziato a dare in escandescenze: a bordo ci sono bambini, anziani, disabili e la notizia, poi rivelatasi non vera, che alcuni erano già scesi non ha fatto altro che incrementare il nervosismo. Insomma la situazione si è fatta via via più tesa fino a quando non ci hanno restituito le camere per poter almeno riposare un po’. Al momento – alle 18 di giovedì, ndR – siamo in attesa di avere altre informazioni, di capire cosa dovremmo fare. Certo, la disorganizzazione e i disagi sono stati evidenti, per tutti».

Caso risolto

Nella tarda serata, finalmente, la notizia che le analisi sui due turisti asiatici hanno dato esito negativo: libera scelta – dopo tanto penare – per i passeggeri, fra sbarcare subito o trascorrere la notte a bordo. Per Giuliano e la moglie il rientro in quel di Terni è avvenuto venerdì mattina.

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