Coronavirus: «Questo il quadro dei decessi»

Lo ha illustrato Silvio Brusaferro dell’Iss durante la conferenza stampa di mercoledì 18 marzo della Protezione civile

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Manca la regione Campania, i cui dati verranno aggiunti nel bollettino di giovedì. In merito ai numeri dell’emergenza coronavirus, forniti nel pomeriggio di mercoledì 18 marzo dalla Protezione civile nel corso della consueta conferenza stampa, l’incremento riscontrato nella giornata è di 2.648 casi per un totale di 28.710 contagiati dal Covid-19 in Italia. Un numero sostanzialmente costante da alcuni giorni. Sono 2.257 le persone in terapia intensiva e ben 475 i deceduti nella zona giornata di mercoledì. Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, ha espresso la speranza che presto i provvedimenti governativi possano produrre gli effetti sperati.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Asintomatici, dovete stare a casa»

Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha parlato di «curva epidemica ancora in crescita. Il nord Italia registra in particolare una crescita veloce – ha detto – a differenza di altre aree del paese, ma ciò non deve creare false illusioni. Solo se ci comportiamo come dobbiamo, possiamo rallentare la diffusione del virus. Chi ha pochi o nessun sintomo, deve rispettare rigidamente le regole di isolamento: questo aspetto è determinante perché se non queste persone non rispettano le regole, sono quelle che più di altre possono trasmettere l’infezione virale. Purtroppo la mortalità colpisce soprattutto persone anziane e con patologie: da qui nasce il problema e la raccomandazione che queste persone abbiano la protezione più elevata – stare in casa – che possiamo dare loro. La rete sociale deve aiutarle, portando ad esempio la spesa, ma comunque evitando contatti con l’esterno».

Mortalità, sintomi

Sui decessi, Brusaferro ha spiegato che «i dati non sono molto diversi da quelli conosciuti. L’inquadramento generale è di una popolazione che ha mediamente 80 anni, soprattutto maschile (70%). La differenza di età fra chi muore e le persone affette e ricoverate, senza conseguenze fatali, è di circa 15 anni. I picchi più elevati sono nelle fasce da 70 a 89 anni. L’altro elemento importante è di avere patologie, spesso comuni ma talvolta associate e in grado di costituire un quadro grave con l’insorgenza del virus. Il 48,50% delle persone esaminate – che purtroppo muoiono – ha tre o più patologie, il 25% due o più patologie, l’altro 25% una patologia. Solo lo 0,8% risulterebbe avere 0 patologie. Circa i sintomi – ha aggiunto Brusaferro – i più importanti sono febbre, difficoltà a respirare e quindi tosse. Fra i più giovani deceduti, anche al di sotto dei 50 anni, troviamo persone che purtroppo a quell’età sono già affette da patologie cardiovascolari, epatici, diabete mellito, obesità. Per sintetizzare, stiamo ancora misurando gli effetti del coronavirus, serve ancora qualche giorno per valutare i benefici delle misure attuate ma soprattutto non dobbiamo mollare».

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