L’ultima conferenza stampa della Protezione civile nazionale, dopo tanti appuntamenti segnati, da un lato, dalla speranza degli italiani di ricevere aggiornamenti positivi sull’evoluzione dell’epidemia da coronavirus, dall’altro, dalle spiegazioni – a volte davvero interessanti, altre più ripetitive – degli esperti chiamati di volta in volta, insieme al capo dipartimento Angelo Borrelli, a rispondere alle domande della stampa. È quella che si è tenuta giovedì 30 aprile, come di consueto alle ore 18. Un appuntamento diventato per settimane ‘fisso’ per tanti cittadini in ansia per le sorti proprie e del paese. Oltre allo stesso Borrelli, nell’occasione c’era il professor Luca Richeldi (primario pneumologia del ‘Gemelli’ di Roma e membro del comitato tecnico scientifico).
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
I dati del 30 aprile 2020
Così Borrelli: «I casi totali dall’inizio dell’emergenza, numero che comprende guarigioni e decessi, sono 205.463 con un incremento di 1.872 unità rispetto a ieri. Gli attuali positivi sono 101.551 con una diminuzione di 3.106 casi. Le guarigioni delle ultime 24 ore – numero più alto dall’inizio dell’emergenza – sono 4.693 per un totale di 75.945. Scendono di altre 101 unità i ricoveri in terapia intensiva, oggi 1.694. Nella giornata odierna sono stati effettuati 68.456 tamponi. I decessi sono 285».
L’analisi
Luca Richeldi: «I dati di oggi sono molto confortanti. Abbiamo sei regioni senza decessi, nove con meno di dieci decessi giornalieri e una conferma che le misure attuate hanno portato a una drastica riduzione della pressione sul servizio sanitario nazionale. Negli ultimi quindici giorni di lockdown abbiamo dimezzato i decessi, raddoppiato i guariti, ridotto della metà i ricoveri in intensiva e ridotto più in generale i ricoverati. Questa tendenza, che abbiamo visto giorno per giorno, ci dice che la direzione è quella giusta. Fra l’altro il sistema sta facendo più tamponi. In questo momento la diffusione del virus è rallentata e forse noi siamo più pronti e consapevoli della sfida che ci attende».
«Emergenza prosegue»
«L’emergenza non è finita – ha detto Borrelli -. Sicuramente è una situazione mai vista prima, abbiamo vissuto e stiamo vivendo una cosa del tutto nuova, un’emergenza così intensa e crescente. Il nostro sistema di Protezione civile ha ancora una volta dimostrato di saper lavorare ‘di squadra’ e i cittadini hanno dato una grande prova di serietà e rispetto delle regole». Anche per Richeldi «è stata un’esperienza complessa che mi ha fatto però scoprire professionalità notevoli nelle nostre istituzioni, come l’Iss e l’Inail, ma anche colleghi tanto bravi e quanto umili. Infine la stampa ha dimostrato comprensione e continuerà a giocare un ruolo centrale».
Anticorpi da Covid
Sull’immunità da coronavirus, Richeldi ha detto che «non sappiamo quanto dura l’immunità. Lo studio pubblicato (effettuato in Cina, ndR) è uscito su una rivista molto prestigiosa e dà risultati chiari. Su un gruppo di 300 pazienti, in due/tre settimane tutti sviluppano anticorpi identificabili a livello del sangue periferico. È presupposto di una immunità protettiva, anche se non è detto che questa ci sia. Però ciò, unito agli studi in corso, è confortante perché indica una risposta sostenuta e misurabile negli organismi. Come minimo tale strumento potrà servire a misurare la diffusione del virus, nel migliore dei casi comprendere l’effettiva immunità e la sua eventuale durata».
Conseguenze polmonari
Sulle conseguenze polmonari della patologia, il professor Richeldi ha evidenziato come «ci sarà una corte di pazienti con residuati fibrotici e potrebbero diventare una nuova categoria di pazienti con problematiche respiratorie. Sono un nuovo problema senz’altro pneumologico ma ci stiamo facendo carico di tale situazione».
Asili e Materne verso una prossima riapertura (con nuove regole)?
Sulla riapertura – ipotizzata dal premier Conte – di asilo nido e scuole materne entro la primavera attuale, con nuove regole organizzative, Luca Richeldi ha detto che è «il classico esempio del politico, penso ovviamente a Conte, che fa un bilancio fra dati scientifici ed esigenze sociali. Apertura di asili immagino non equivalga alla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado e delle università, dinamica che innescherebbe sì una situazione critica e di rischio troppo elevato. Quella degli asili, immagino risponda ad un’esigenza reale e sentita: in tale specifico caso la riapertura non mi preoccuperebbe comunque dal punto di vista sanitario, a maggior ragione in relazione ai benefici sociali».