Da Terni all’Everest: «Vedere col cuore»

Gabriele Scorsolini, un ragazzo non vedente, racconta il suo sogno di arrivare in cima al mondo: «Voglio sensazioni positive»

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di M.T.

Gabriele ha 16 anni. Studia – frequenta il liceo scientifico – suona il pianoforte e ha una passione forte: quella dell’arrampicata sportiva. Ma Gabriele ha anche un sogno: vuole arrivare in cima all’Everest. E, vista la grinta, quasi quasi a uno gli viene da scommettere che ci riuscirà. Anche se Gabriele Scorsolini ha, come dire, una particolarità: non ci vede.

Gabriele 'in parete'

Gabriele ‘in parete’

La passione Già, perché Gabriele – anche se dopo un po’ che lo conosci, anche solo da pochi minuti, ti fa dimenticare che quello che hai di fronte è un ‘handicappato’ – è un non vedente. Sì, insomma, diciamolo con la parola semplice e crudele che ci viene più facile: è cieco. Solo che quando ci parli, ti sudano le mani, perché hai l’impressione di essere tu quello limitato. Quello a cui manca qualcosa. Perché lui, mentre ti parla, ti fa capire quanto sia importante, nella vita di ciascuno di noi, avere uno scopo, un obiettivo. Un sogno, appunto.

Lo sport La scelta di Gabriele – uno può essere tentato di dare delle interpretazioni psicologiche o sociologiche, ma forse è meglio lasciar perdere per non rischiare figuracce – è stata radicale: lui vuole scalare, arrampicarsi, per cercare «sensazioni positive, per percepire la grandezza che hai intorno». E, infatti, lo fa.

IL RACCONTO DI GABRIELE – L’INTERVISTA

La medaglia

La medaglia

Le gare Domenica, per dire, è andato a gareggiare a Città di Castello, per i colori della ‘Free SpiriTerni’ (non ci poteva essere nome più apropriato), in una competizione tra giovani che condividono la stessa passione e – poteva mancare la difficoltà aggiuntiva? – nel corso della notte precedente è stato aggredito da un disturbo intestinale violento ed è arrivato al ‘via’ con 38,5 di febbre. Problemi? Macché: «La gara era strutturata in tre prove – racconta Paolo Petasecca, il suo istruttore – e le prime due sono finite in parità, ma nella terza il suo avversario ha perso un appiglio e Gabriele è arrivato in cima per primo, insieme alla febbre».

L’Everest Per dare concretezza al suo sogno di arrivare in cima all’Everest, Gabriele Scorsolini sta lavorando sodo: «Si allena con grande serietà – raconta Petasecca – e dal punto di vista tecnico migliora costantemente e sta ‘crescendo’ anche sotto il profilo fisico. La sua forza di volontà, ma anche la sua serenità, sono impressionanti».

L’impresa Per organizzare la spedizione, però, non basterà essere pronti e allenati. Ci vorranno anche dei soldini. Tanti soldini: «Abbiamo calcolato – spiega Gabriele – che per l’attrezzatura tecnica e l’occorrente vario avremo bisogno di circa 6 mila euro. Poi, ovviamente, dobbiamo tener conto delle spese di viaggio». Non proprio bruscolini, ma lui dice che «ce la faremo di sicuro, perché crediamo fortemente nella possibilità di realizzare questa impresa: per ora dico grazie a ‘Terni x Terni anch’io’ che ci darà una mano con dei punti di raccolta fondi che saranno aperti in città, ma sono certo che avremo altri contributi». E mentre lo saluto – con le mani che continuano a sudare e il cuore che batte forte – penso che nessuno di noi possa pensare di fare qualcosa che possa spegnere il suo sorriso e sperare di cavarsela.

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