Diciotti: 5 migranti in Umbria, ad Otricoli

Terni, sono eritrei e saranno seguiti da tre operatori e un mediatore culturale. Il sindaco Liberati: «C’è un po’ di preoccupazione dei cittadini, ma trasformiamola in un’opportunità»

Condividi questo articolo su

Il vescovo di Perugia e Città della Pieve – il cardinale Gualtiero Bassetti (presidente della Cei) – aveva dato la disponibilità della sua diocesi; lo stesso aveva fatto Renato Boccardo – vescovo di Spoleto e Norcia e presidente dei vescovi umbri – richiamandosi alle parole di Papa Francesco. Alla fine i migranti della nave Diciotti sono arrivati, ma nel ternano, ad Otricoli: «C’è qualche preoccupazione dei cittadini, ma dovremo essere bravi a trasformarla in un’opportunità», spiega il sindaco Antonio Liberati.

I migranti della nave Diciotti

Sono una quarantina i migranti della nave Diciotti che nelle prossime ore verranno accolti nelle prime diocesi italiane e fra queste anche quella di Terni, Narni e Amelia e la vicina Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Le altre: Milano, Capua, Frosinone-Veroli-Ferentino e Firenze. Lo rende noto l’agenzia Sir, l’agenzia di informazione religiosa. Complessivamente le diocesi che hanno offerto disponibilità all’accoglienza sono oltre 40, insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII, alla Comunità Nuovi Orizzonti e alla Cooperativa Auxilium che gestisce il Centro ‘Mondo Migliore’ di Rocca di Papa e altre strutture simili.

«Disponibilità generosa»

L’ex scuola che ospiterà i migranti

«Ciò che maggiormente ha colpito in questi giorni – sottolinea don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali – è la disponibilità generosa, gratuita e spontanea delle nostre chiese locali. Noi non abbiamo fatto alcun appello. La Chiesa italiana ha una tradizione d’accoglienza reale: nelle diocesi ci sono già tra le 26mila e le 28mila persone accolte. E le strutture ecclesiali, coinvolte in questa nuova emergenza, sono già impegnate in questo senso. Un bel segno, davvero, che contribuisce a raccontare l’altra faccia di un Paese che non è solo diviso. È una buona parola per il futuro dell’Italia, perché nelle diocesi ci sono persone concrete, parrocchie coinvolte nei vissuti della gente, territori non solo geografici».

In Umbria, ad Otricoli (Terni)

In continuità con l’attività di accoglienza degli immigrati, che la diocesi di Terni-Narni-Amelia tramite la Caritas diocesana e l’associazione di volontariato San Martino ha avviato da diversi anni aderendo ai vari progetti in ambito nazionale, ultimo in ordine di tempo quello dei corridoi umanitari di Cei, Caritas e comunità di Sant’Egidio, saranno accolti nel pomeriggio del 31 agosto 5 uomini eritrei giunti in Italia con la nave ‘Diciotti’ e ospitati in una prima fase nell’istituto di Rocca di Papa. Il piccolo gruppo sarà ospitato ad Otricoli, in una casa messa a disposizione dalla diocesi, e sarà seguito, nell’anno di permanenza nella cittadina umbra, da tre operatori e un mediatore culturale che conosce la lingua madre degli eritrei. Per loro è previsto un primo accompagnamento per l’espletamento delle pratiche burocratiche e per l’inserimento nel nuovo contesto abitativo e sociale, e quindi un affiancamento di operatori e mediatori culturali nel successivo percorso di integrazione e autonomia, attraverso la formazione linguistica, culturale e lavorativa, assistenza medica e accesso ai servizi presenti sul territorio.

Dove saranno ospitati, l’associazione San Martino

Per il sindaco del piccolo comune ternano pomeriggio di chiamate e rassicurazioni. I cinque migranti saranno ospitati nell’ex scuola materna comunale ‘Pio XII’, costruito decine di anni fa: «Si tratta di casa parrocchiale – spiega il sindaco – che fino a quindici anni fa ha svolto la funzione di scuola materna del paese. È sempre stata gestita dal parroco e di recente ci sono state le suore per fare catechismo, è di proprietà della Curia. Le condizioni della struttura? Sono buone – garantisce – perché le suore sono andate via nell’agosto del 2017 e le manutenzioni non sono mancate, è stata vissuta e non è abbandonato. Al piano terra c’era il centro anziani ad esempio, lo spazio è ampio: due anni fa, quando ci fu chiesto di ospitarli, valutammo che ne potevano entrare tra gli otto e i dieci». C’è però chi la pensa diversamente. Il tutto è in mano all’associazione di volontariato San Martino, che si occupa della gestione delle opere segno della Caritas diocesana Terni-Narni-Amelia.

La risposta dei cittadini: «C’è preoccupazione, ma trasformiamola in opportunità»

Come detto ad Otricoli la vicenda è seguita con molta attenzione: «In questo momento c’è un po’ di perplessità e attenzione verso l’arrivo, ma le persone sono abbastanza consapevoli che queste cose si creano anche nei piccoli paesi. Dovremo essere bravi a trasformarla in un’opportunità, non possiamo fare diversamente: perché subire ad occhi chiusi? Tanto vale vedere ciò che si può fare e ciò che è positivo».

I 5 eritrei ad Otricoli

L’accoglienza e le misure

«Ho ricevuto – conclude Liberati – qualche lamentela dei cittadini, altri hanno chiamato il medico e i carabinieri. Ci sono paure, credo siano giustificate in parte». Sono stati stabiliti accordi con le forze dell’ordine per il controllo di «eventuali comportamenti non corretti» e con l’unità sanitaria locale per tutte le visite a livello sanitario: a disposizione il medico e l’assistenza necessaria». In giornata l’arrivo.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli