‘Disagio ambientale’, Perugia prende tempo

In Commissione due relazioni della minoranza, che chiede di destinare i fondi al risanamento. Già arrivati oltre 2 milioni

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Indennità di disagio ambientale. Se ne parlava lunedì mattina in commissione comunale ‘controllo e garanzia’ a Perugia. Le richieste erano due: una dei ‘Cinque Stelle’ (attraverso la portavoce Rosetti), l’altra congiunta Pd – Socialisti Riformisti (Borghesi, Mirabassi e Arcudi). Seduta interlocutoria: la commissione si è aggiornata per le relazioni finali.

«Fondi ai territori» Entrambe le mozioni chiedevano l’intervento della commissione per valutare la legittimità della scelta dell’esecutivo sull’utilizzo dell’indennità stessa per interventi e in aree ritenute non rispondenti a quanto previsto dalla norma regionale. Arcudi ha chiesto che le risorse dell’indennità di disagio ambientale fossero orientate nelle aree di disagio in maniera puntuale e con interventi che favoriscano il miglioramento della sostenibilità ambientale. Allo stesso modo, la consigliera Rosetti ha sollecitato un uso corretto delle cifre derivanti dall’indennità di disagio ambientale (peraltro importanti visto che ammontano a circa 1,8 milioni dal 2011 al 2015): non per abbassare la tariffa ma per diminuire l’impatto degli impianti.

Già in cassa oltre 2 milioni Il dirigente comunale Vincenzo Piro ha ribadito che la delibera è coerente con le previsioni della legge regionale in materia, sottolineando come tali interventi interessino non solo le aree direttamente sottoposte al disagio, ma anche aree limitrofe, comunque interessate dalla viabilità di collegamento con gli impianti stessi. Le somme dovute sono state tutte pagate, tranne una rata relativa al 2015 e le somme dovute per il 2016, la cui quantificazione è stata fatta solo di recente: «Nel complesso – ha detto Piro – sono stati versati 2 milioni e 124 mila euro e mancano circa 250 mila euro relativi al 2016».

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