Educare alla pace, l’Umbria ci crede

In Regione sottoscritto il protocollo d’intesa. Corsi e scambi inseriti nell’offerta formativa delle scuole, per insegnare ai giovani che è davvero possibile

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di E.M.

Impegnarsi ad offrire ai giovani un’educazione alla pace, alla fratellanza e alla giustizia, attraverso nuovi percorsi e scambi da realizzare nelle scuole. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa che martedì mattina, a Palazzo Donini, è stato firmato dalla Regione Umbria, l’Ufficio scolastico regionale e la Tavola della pace, rispettivamente rappresentati dall’assessore all’Istruzione Antonio Bartolini, la direttrice generale dell’ufficio Sabrina Boarelli e il coordinatore nazionale dell’associazione Flavio Lotti. Un modo, questo, per dare attuazione al programma regionale di educazione “La mia Scuola per la Pace”, attraverso azioni volte a migliorare la qualità dell’offerta formativa. «L’istruzione è un’arma potente per cambiare il mondo – ha ribadito l’assessore regionale prima della stretta di mano con i firmatari – noi siamo una regione che dialoga e parla, dobbiamo farlo attraverso la scuola».

Il protocollo Di durata triennale, la dichiarazione vuole  fare dell’Umbria un ‘laboratorio nazionale ed europeo della cultura della pace’ partendo dalle scuole, con l’obiettivo di promuovere l’educazione permanente dei giovani, sviluppando la collaborazione tra scuole e territorio e  favorendo lo scambio di esperienze di studenti e insegnanti di diverse città. Un percorso che – secondo i promotori dell’iniziativa – può mettere i giovani nella  condizione di affrontare  le sfide  del nostro secolo e di interagire con soggetti, culture, religioni e ambienti diversi.  Il programma raccoglie le sfide lanciate da Papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì” e dalle Nazioni Unite, che hanno dato avvio alla realizzazione dell’Agenda 2030, con l’obiettivo di affrontare insieme le crisi globali che incombono, dall’impoverimento alle guerre, dalle migrazioni al cambiamento climatico. Da qui la scelta di arricchire l’offerta formativa regionale con l’inserimento permanente dell’educazione alla pace e alla cittadinanza globale.  

PARLANO SABRINA BOARELLI E FLAVIO LOTTI – IL VIDEO

La scuola come ‘centro di ricerca’ «Questo protocollo ha la forma del nuovo ma è anche parte di un percorso che la regione sta già portando avanti – ha detto il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti – è importante che questo accada adesso perché viviamo in un tempo pericolosissimo in cui sembra che scoppino guerre dappertutto, concrete o virtuali, come il cyberbullismo». Lo scopo del protocollo è dunque di non limitarsi a riportare in primo piano i valori di fraternità, non violenza e solidarietà, ma andare oltre:  «Accanto a questo si pone obiettivi ambiziosi, mettere in moto una comunità, che riconosce al proprio centro ruolo straordinario della scuola». In questa ottica la scuola diventa una sorta di ‘centro di ricerca’, dove si lavora per far crescere i giovani insegnando loro a vivere e inserirsi in mondo sempre più connesso e globalizzato.

Le novità del programma Tra le attività concrete previste, c’è una campagna per promuovere l’inserimento del programma di educazione alla pace nei piani di offerta formativa delle scuole. Ma anche la formazione dei docenti per favorire il rinnovamento della didattica e dell’azione nelle scuole. Altro passo in avanti è poi l’educazione all’uso critico dei media e dei new media,  sia come strumenti di apprendimento che  di comunicazione; l’organizzazione di percorsi e laboratori di pace a partire dall’illustrazione e dallo studio dell’enciclica ‘Laudato sì’. A partire dalle esperienze realizzate a scuola,  si prevede poi di elaborare percorsi didattici per gli anni 2017-2019. Tutte le attività saranno realizzate dalla Tavola della pace in collaborazione con la Regione e l’Ufficio scolastico dell’Umbria.

«Servono azioni concrete» Se il mondo manda segnali contrari alla pace – ha sottolineato il direttore generale dell’Usr Sabrina Boarelli – il ruolo della scuola di accompagnare verso il futuro le nuove generazioni assume un’importanza ancora maggiore. «Oggi è anche la prima giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo – ha spiegato – vengo da Assisi dove abbiamo sottoscritto altri protocolli per la lotta a questi fenomeni, ma non credo molto alle ‘giornate’ dedicate. Quello che conta è che dopo la giornata, il percorso successivo sia caratterizzato dalla fattività di quegli impegni». Il percorso per l’eduzione alla pace è già attivo in Regione, ora l’intento è quello di trasformarlo in azioni concrete: «Il protocollo conferma la validità di percorsi già avviati, con l’obiettivo di suscitare una vasta mobilitazione educativa in tutta l’Umbria».

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