Elezioni: il Pd sceglie, propone e polemizza

Leonelli capogruppo in Regione, Porzi proposta presidente, ma nel partito c’è maretta

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Il capogruppo in consiglio regionale lo hanno scelto – anche perché era di competenza loro – mentre il nome per la possibile presidente dell’assemblea hanno solo potuto indicarlo.

Leonelli A guidare il gruppo del Pd in Regione sarà il segretario regionale, Giacomo Leonelli, che spiega: «Lo farò in una prima fase, tenuto conto del lavoro e dell’impegno che mi attendono come segretario regionale».

Donatella Porzi

Donatella Porzi

Porzi In casa Pd, poi, si è stabilito di indicare Donatella Porzi come candidata alla presidenza del consiglio regionale: «È la prima degli eletti del Partito Democratico – sottolinea Leonelli – rappresenta il giusto portato di rinnovamento, essendo alla prima volta in consiglio regionale, e di conoscenza istituzionale. Nei prossimi giorni ci confronteremo con le altre forze politiche presenti in consiglio, ma ritengo – sottolinea Leonelli – che con Donatella Porzi il Pd metta in campo una proposta di qualità; avremmo, inoltre, due donne nei ruoli apicali della Regione Umbria, dando un segnale importante di attenzione alle tematiche della parità oltre che di apertura alla società, tenuto conto anche che per la prima volta ci sarebbe una donna eletta alla presidenza del consiglio regionale».

Nicola Preiti

Nicola Preiti

Le perplessità Da un ‘renziano’ della prima ora, però, proprio nelle stesse ore arrivava un chiaro segno di insofferenza: «Non basta – scrive Nicola Preiti, che è stato coordinatore dei circoli intitolati al presidente del consiglio – una alzata di spalle per scrollarsi di dosso il contrasto esistente tra la nuova giunta regionale e le decisioni assunte dal Pd dell’Umbria. Era il 17 novembre 2014 – ricorda – e l’assemblea regionale del Pd, dinnanzi al vicesegretario Lorenzo Guerini, ha incoronato la presidente uscente (e reso di fatto impossibili le primarie) con un dispositivo che impegnava il partito al rinnovo del 70% dei consiglieri e del 100% della giunta. Era questa la condizione a garanzia del cambiamento di cui la presidente Marini si sarebbe dovuta far carico».

Niente ricambio Anche chi «voleva le primarie, come leva di cambiamento – insiste Preiti – ha preso atto della decisione e si è impegnato per la vittoria del Pd nel rispetto della maggioranza e degli organismi dirigenti del partito. La vittoria per fortuna c’è stata, anche se sono mancati 100 mila voti (‘dettaglio’ non privo di significati). Risulta però disatteso, nella nuova giunta, quanto deciso dal Pd, che esprime 3 dei 5 membri della Giunta. Dei 3 assessori del Pd, 2 sono assessori uscenti. Secondo i numeri il Pd conferma per il 66% la vecchia delegazione. E anche a voler considerare espressione del Pd il professor Bartolini saremmo al 50% di conferma. Non è lo 0% stabilito dagli organismi dirigenti e con il quale ci siamo impegnati davanti agli elettori».

Catiuscia Marini

Catiuscia Marini

La presidente Nicola Preiti, poi, contesta il concetto in base al quale «la scelta della giunta rientra nell’autonomia del presidente. Giusto, ma non comprende l’obbligo per il Pd di sostenerla. E il Pd ed il suo segretario non possono sostenere una giunta in pieno contrasto con quanto stabilito dai suoi organismi dirigenti e proposto agli elettori: s’era detto Giunta rinnovata al 100%. E non c’erano clausole o eccezioni. Non si tratta di una questione secondaria, a nostro parere. È in gioco la dignità della politica, il rispetto per le decisioni e la volontà degli iscritti e degli elettori. Ed è in gioco il ruolo e la funzione del partito e la sua capacità di rapportarsi con l’amministrazione regionale. Se si toglie ogni credibilità alle decisioni del partito non possiamo poi lamentaci della disaffezione verso la politica o del prosperare di derive populiste».

Gli elettori Il Pd dell’Umbria, insiste Preiti, «deve acquisire autorevolezza e svolgere la sua funzione di partito, non di comitato elettorale. È pertanto necessaria una profonda riflessione interna con le conseguenti ed opportune decisioni: il nostro gruppo darà il suo contributo per dare voce a chi vuole un partito protagonista, in grado di interagire con l’amministrazione e non subordinato ad essa. D’altra parte questo rappresenta un vulnus per la giunta regionale che, al di la delle qualità dei suoi componenti, la rende politicamente debole e la spinge verso l’autoreferenzialità. Si dovrà guadagnare, a nostro avviso, l’apprezzamento e l’appoggio non scontato del Pd e dei suoi elettori nella effettiva partecipazione e trasparenza delle scelte. La società umbra ha bisogno di una incisiva azione di governo e di un radicale cambiamento. Su questo si è impegnato tutto il Pd e non si può derogare».

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