Elezioni regionali 2015, tutti a caccia di ‘valori’

Un umbro su due potrebbe non andare a votare: il dato più importante appare questo

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di M.T.

Un mese e mezzo e via, ci si toglie il pensiero. Un sacco di gente passerà qualche notte insonne a cercare di capire dove diavolo siano finiti quei voti che dovevano essere sicuri; altri rivedranno anche le proprie convinzioni sui parenti. Una minoranza, infine – molti di quelli che ne faranno parte lo sanno già – entreranno in quel consiglio regionale nel quale promettono – tutti ma proprio tutti tutti – di voler andare solo per fare il bene di noialtri.

Le liste Ma per adesso il tema è un altro. Dal quale dipende una buona parte di quello che succederà dopo il 31 di maggio, quando si andrà alle urne per votare: perché i rapporti di forza, più che i singoli eletti, determineranno quello che succederà o non succederà nei prossimi cinque anni. Per adesso si devono mettere in fila i nomi – e racogliere le firme – per presentare le liste.

Il Pd La loro l’hanno partorita con dolore, ma quello che sta succedendo dopo è pure peggio. La deroga a Brega, rispetto al rifiuto a Cintioli e agli spoletini– per non dire della Pucciarini – è stata un bicchiere d’acqua fresca.

Spoleto Alla fine la parola è venuta fuori: «Dimissioni», per tutti i vertici del partito che «hanno permesso la nascita di una lista priva di rappresentanza per il territorio». A chiederle è stato il circolo dell’Alta Marroggia, mentre da altre aree grandi produttrici di voti, tipo San Martino e Baiano e San Martino, arrivano messaggi chiari: «Massimo impegno per la campagna elettorale, ma invitiamo gli iscritti a non esprimere alcuna preferenza di altri territori».

‘Iniziativa per l’Umbria popolare, civica e riformatrice’ Il nome è lungo come una quaresima, ma magari faranno una sintesi. Comunque nella ‘lista della presidente’ «ci saranno laici e cattolici – ha anticipato Marini – oltre a rappresentanti della società civile regionale pronti a sostenere il nostro progetto».

‘Umbria più uguale’ La Sinistra per l’Umbria, Sel e le ‘liste civiche progressiste’, saranno al fianco di Catiuscia Marini, ma «con spirito critico. Saremo un alleato importante ma scomodo e autonomo». Le perplessità nei confronti del Pd di Renzi «restano invariate, ma abbiamo deciso di fare una scelta di responsabilità».

A Terni le ‘civiche’ litigano tra di loro Lo strappo tra le due componenti di una lista civica ternana – Cittaperta-Terni Dinamica – che ha contribuito alla rielezione di Leopoldo Di Girolamo, si è consumata in fretta: tutti dicono che sosterranno la presidente uscente, ma lo faranno da posizioni diverse e distinte. Ma la resa dei conti interna è in corso.

Forza Italia Ma l’agitazione non riguarda solo il centro sinistra, perché ma anche nella coalizione di centro destra, che sostiene Claudio Ricci, c’è movimento. Tra i forzisti la riconferma per la rincorsa è sui consiglieri regionali uscenti Raffaele Nevi e Maria Rosi. Riconfermata quest’ultima nonostante il suo balletto tra FI e Nuovo centrodestra. Tra i sicuri si può annoverare anche Renzo Baldoni, mentre il sindaco di Assisi potrebbe contare anche sull’appoggio di quanti fanno riferimento a Pietro Laffranco, ma «solo attraverso una forte presenza elettorale», che ha un nome e un cognome: Rocco Valentino. Se lo mettono in lista, è fatta. In lista anche Francesco Ferranti e Marina Teofrasti di Terni.

Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Qui il quadro è un po’ più chiaro. In corsa ci sono Marco Squarta, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia di Perugia, e Claudio Ranchicchio, consigliere comunale di Todi. Tra i nuovi volti in gara ci sono Sara Rinaldini di Gubbio, Andrea Sacripanti di Orvieto; da Terni vanno in lista Paolo Alunni Pistoli ed Eleonora Pace.

Le ‘civiche’ per Ricci Si chiamano ‘Per l’Umbria popolare’, ‘Ricci presidente’, e ‘Cambiare in Umbria’ – che si dovrebbe rivolgere all’elettorato ternano, dopo che nella conca ‘Progetto civico’, ‘Per Orvieto’, ‘Terni da salvare’, ‘Il Cammello’, ‘Terni città futura’ e ‘Progetto Terni’, con in più l’associazione ‘Polis’ si erano espresse a suo favore – e manco a dirlo, l’obiettivo è di «aggregare civici, moderati e coloro che si riconoscono nel popolarismo europeo». Sono le tre liste che, nei programmi del sindaco di Assisi, dovrebbero «fare la differenza».

‘Rinascita socialista’ Il segretario regionale umbro, Andrea Fabbri, presentando il partito, aveva detto: «Non siamo né di destra, né di sinistra», poi è finito nella lista ‘Ricci presidente’. Magari sempre restando «né di destra, né di sinistra»

L’Ast in campagna elettorale Il Pd ternano dice di aver appreso «con sconcerto e preoccupazione l’adesione del candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali, Claudio Ricci, al progetto di trasformazione di Ast in Public company». Già, perché Ricci ha fatto un salto a Terni – inviato da Giovanni Ceccotti di quel Progetto Terni che nella giunta ternana sta in maggioranza, con tanto di presidente del consiglio comunale, e Matteo Verticchio di Socialismo patriottico – e il candidato presidente «ha sottoscritto una azione della Public company Tas, finalizzata a supportare il processo di salvaguardia e rilancio della acciaieria di Terni», hanno spiegato dopo.

La sinistra Una certezza c’era: non appoggeranno la presidente uscente. Ma decidere i candidati è tutta un’altra faccenda. L’Altra Umbria, a dispetto dei cognomi – Placidi e Vecchietti – si è scannata per scegliere il possibile candidato e, alla fine, l’ha spuntata il secondo, ternano e fedele a Stufara. Ma adesso ci sarà da trattare con Possiamo, di Rita Castellani. E sarà un’altra tribolazione.

Il Movimento 5 Stelle Per ora hanno il candidato presidente: Liberati ha sostituito in corsa la Alunni e ha già fatto capire quale sarà un tasto sul quale picchierà come un ossesso: «I candidati mostrino i certificati penali». In parecchi, fischiettando, si sono voltati dall’altra parte.

‘Alternativa riformista per l’Umbria’ La lista capeggiata dal biologo e veterinario, Amato John De Paulis, «ecologista e animalista – si definisce – dedito alla filosofia taoista e praticante di Tai chi e di Feng shui», che ha al centro del simbolo una foglia di marijuana, ha messo in lista dieci uomini e dieci donne e via, senza tante storie. Lui, De Paulis, nel 2009 con ‘LiberiAmo Perugia’, si candidò a sindaco di Perugia: ottenne 529 voti.

‘L’Italia dei diritti’ L’annuncio era arrivato alla fine di febbraio: c’era anche un quinto candidato: Giampiero Prugni, imprenditore tessile perugino, per l’Italia dei diritti: «Dopo aver lavorato intensamente in queste settimane – si leggeva in una nota – al fine di individuare una figura idonea che potesse incarnare la linea politica dell’organizzazione, alla presenza del presidente del movimento, Antonello De Pierro, gli esponenti del direttivo umbro presenti al consesso decisionale hanno votato all’unanimità Giampiero Prugni come candidato alla presidenza della Regione Umbria». Da allora si sono sentiti poco.

I sondaggi Fino a quando si potranno fare e pubblicare saranno la croce e la delizia dei candidati: quello di Scenaripolitici del 1o aprile – che stimava l’affluenza ai seggi al 53% –  dava Catiuscia Marini al 47%, Claudio Ricci al 30% e la Alunni (le rilevazioni erano state fatte prima che passasse la mano) al 17% e la sinistra al 6%.

Il partito che non c’è Praticamente alla pari con la presidente uscente, secondo quel sondaggio, ci sarebbe un candidato invisibile o, meglio, inesistente: il 47% degli umbri, infatti, sarebbe intenzionato a restarsene a casa o a depositare nell’urna una scheda bianca. Andare a caccia in quel deserto, insomma, diventa indispensabile: per chi parte in testa e per chi corre di rimonta.

La caccia ai ‘valori’ Una parola ricorrente, in questa fase di composizione delle liste – soprattutto ovviamente in quelle ‘civiche’ – è ‘valori’: tutti, ma proprio tutti, dicono che si sceglieranno le persone da inserire sulla base proprio di quelli: i ‘valori’. Sarà bene spiegargli, a tutti, che è fin troppo chiaro che c’è una dimenticanza: i valori a cui si fa riferimento sono quelli numerici. Saranno i voti che quelle persone da inserire possono portare a far prendere la decisione. E, ovviamente, anche la contropartita che per quei pacchetti di voti, quelle stesse persone chiederanno.

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