Enel, ‘denuncia’ Cisl: «Abbandono Umbria»

Pietrantozzi e Ottaviani: «Evidente fase di smobilitazione dei presidi. Non più rinviabile un intervento deciso di tutte le istituzione regionali e locali»

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di Pierpaola Pietrantozzi e Maurizio Ottaviani
Segretario regionale Cisl Umbria e segretario generale Flaei Cisl Umbria

La Cisl Regionale e la Flaei-Cisl dell’Umbria intendono denunciare l’evidente fase di smobilitazione dei presidi presenti sul territorio regionale della più grande azienda italiana del settore elettrico: l’Enel S.p.A.. Eventi tra l’altro, già segnalati da tempo, dalle organizzazioni sindacali confederali e di categoria alle istituzioni regionali a tutti i livelli, proprio per evitare la quasi totale scomparsa dell’Enel dall’Umbria e la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro da qui a qualche anno, che si aggiungerebbero ai tanti già persi nel corso dell’ultimo decennio. La storia dell’involuzione dell’Enel nella nostra regione sarebbe lunga; a noi oggi preme ricordare almeno le vicende, tutte a perdere, che hanno caratterizzato questi ultimi anni e quelle che condizioneranno il futuro prossimo.

Giugno 2014. Con il nuovo modello organizzativo di infrastrutture e reti, Enel passa in Umbria da tre zone di presidio territoriale (Perugia, Terni e Foligno) a un’unica zona regionale e da sette unita operative a cinque, non tenendo minimamente conto del numero di utenze presenti sul territorio, ben più consistenti di quelle presenti nelle Zone di regioni confinanti, invece mantenute.

Marzo – Giugno 2016. Inserimento del sito di produzione di Bastardo tra gli impianti marginali e accelerazione sui tempi della sua dismissione. Inserimento dello stesso nel progetto Futur-E per il riutilizzo dell’area dopo la dismissione, immediato ridimensionamento della struttura e trasferimento del personale in altre aziende del gruppo.

Giugno 2016. Ridimensionamento dell’impianto di Pietrafitta nell’ambito della riorganizzazione nazionale della filiera olio/gas, programma di produzione annuale fissato a zero ore e nessun investimento previsto per ottimizzare il rendimento, come effettuato invece su centrali gemelle presenti in regioni limitrofe.

Novembre 2016. All’interno della divisione di infrastrutture e reti, l’Enel nell’ ambito di un processo riorganizzativo nazionale, annuncia di voler accentrare la gestione della rete elettrica di alta tensione presso i soli 11 siti di direzione territoriale, togliendo di fatto il controllo diretto al Centro Operativo di Perugia. Questa ulteriore modifica organizzativa comporta inevitabili gravi ripercussioni sulla qualità del servizio elettrico in situazioni normali, ma ancor di più in presenza di eventi naturali metereologici e sismici che non sono purtroppo estranei alla nostra regione. Tutto ciò, senza un evidente beneficio per l’azienda.

Maggio 2017. Enel Mercato annuncia la chiusura a livello nazionale di 9 punti Enel, tra cui quello di Terni. Anche in questo caso la strategia aziendale è di difficile comprensione, in quanto il punto Enel di Terni è quello che gestisce tutte le utenze nei Comuni compresi nel cratere sismico. Inoltre Terni rappresenta per Enel Mercato un bacino con altissima potenzialità in termini di acquisizione di clienti, nella prospettiva della totale liberalizzazione del mercato elettrico, e quindi, a nostro avviso, andrebbe valorizzato e non mortificato. Inoltre si evidenzia anche il fatto che l’Enel dovrà continuare a gestire per lungo tempo in maniera organica e sistematica le criticità nelle aree colpite dalla crisi sismica del 2016, che sicuramente richiedono uno sforzo straordinario di forza lavoro sia progettuale che operativa.

Riteniamo che tale situazione non potrà essere gestita con la sola attuale forza lavoro, tant’è che già oggi l’azienda, in questi territori, come in altri della realtà regionale, si trova già in difficoltà per mancanza di personale. Questo evidenzia la necessità che, anche nella Regione Umbria, l’Enel adotti un piano di assunzioni adeguato con la possibilità di applicazione di accordi innovativi già operanti in altre Regioni, come, ad esempio, il progetto ‘scuola-lavoro’.

Va inoltre ricordato che l’operazione che vede la posa in opera della fibra ottica nel territorio umbro, ad opera della azienda, oltre ad essere un progetto a termine, non sta portando alcun nuovo posto di lavoro. Alla luce di quanto esposto, la Cisl e la Flaei dell’Umbria ritengono non più rinviabile un intervento fermo e deciso di tutte le istituzione regionali e locali, dei parlamentari umbri e di tutte le forze politiche, a cui ci rivolgiamo con questa nostra nota, affinché l’Enel inverta in maniera decisa questa evidente deriva di abbandono dell’Umbria.

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