Evasione: «I Comuni potrebbero ma…»

La Uil critica gli scarsi risultati ottenuti in Umbria sul fronte del contrasto all’evasione fiscale: «Eppure è una fonte di risorse importante»

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La Uil – sulla base dell’analisi stilata dal Servizio politiche territoriali – attacca le amministrazioni comunali, tanto di Terni quanto di Perugia, sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Secondo il sindacato, il flop è totale e porta con sé conseguenze finanziarie per gli enti, visto che lo Stato riconosce anche delle somme ai Comuni che ‘stanano’ i furbetti, per la compartecipazione al recupero dell’evasione.

I numeri

«Neanche un centesimo per il Comune di Terni – attacca la Uil – che nel 2018 ha contribuito a recuperare un bel nulla. Ancora peggio dell’anno precedente che dall’attività di accertamento aveva ricavato miseri 100 euro, mentre nel 2016 aveva introitato 515 euro. Il Comune di Perugia nel 2018 ha introitato 6.041 euro, anche in questo caso meno dell’anno precedente dove la somma era di 7.075 euro».

Gli esempi virtuosi

«Il Comune di San Giovanni in Persiceto (Bologna) che conta appena 28.292 abitanti, lo scorso anno ha recuperato 1,5 milioni di euro, migliorando la performance dell’anno precedente quando il recuperato ammontava a 635 mila euro. O come quello di Cassina de’ Pecchi (Milano, 13.891 abitanti) dove hanno incassato 299 mila euro. Per fare altri esempi: la città di Torino lo scorso anno ha incassato 821 mila euro, Genova 760 mila euro, Milano 746 mila euro, Asiago (Vicenza) 650 mila euro, Prato 417 mila euro, Bergamo 310 mila euro, Modena 246 mila euro, Rimini 236 mila euro».

In Umbria non funziona

«L’ Umbria – prosegue il sindacato – ne esce proprio male. Tutti i comuni messi insieme hanno incassato solo 19.080 euro. L’anno precedente gli introiti erano stati di 48.849 euro. In realtà tra tutti i 92 comuni umbri, solo 4 hanno avuto introiti di compartecipazione dalla lotta all’evasione. Si tratta di Perugia con 6.041 euro, San Giustino con 11.991, Tuoro sul Trasimeno con 503 e Orvieto con 544 euro».

Non che in Italia vada molto meglio

Su base nazionale, solo 393 Comuni (il 5,1% del totale) hanno attivato lo scorso anno l’attività di contrasto all’evasione fiscale recuperando nel 2018 un totale di 11,4 milioni di euro, in diminuzione del 14,1% rispetto all’anno precedente. Dal 2010, anno in cui fu introdotta la norma della compartecipazione dei comuni al contrasto all’evasione fiscale, gli enti hanno recuperato 109 milioni di euro, frutto di oltre 110 mila segnalazioni all’Agenzia delle Entrate.

«Si deve fare di più»

«Nel complesso – commenta il segretario della Uil di Terni, Gino Venturi – emergono dall’analisi risultati alquanto deludenti, se si paragonano agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa nel nostro paese, che secondo gli ultimi dati ammontano ad oltre 108 miliardi di euro. È un problema certo di volontà politica ma aoccorre anche intervenire con una diversa e più adeguata organizzazione degli apparati comunali. I comuni devono e possono fare molto in chiave antievasione non solo perché così si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse a livello locale, ma anche perché una lotta serrata all’evasione fiscale e contributiva permetterebbe di ristabilire equità e giustizia sociale».

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