Fabro: «Quelle ceneri non sono radioattive»

Per il sindaco del Comune in Provincia di Terni, Maurizio Terzino: «Qui la radioattività è nella norma, a Orvieto livelli più alti»

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L.P.

Continua a far discutere la vicenda che ha visto salire agli onori della cronaca Fabro, negli ultimi tempi, per la storia delle ceneri radioattive che, ormai 30 anni fa, vennero trasportate dalla centrale Enel di La Spezia al Fabro e su cui fu poi costruito sopra un intero quartiere.

L'area di stoccaggio delle ceneri

L’area di stoccaggio delle ceneri a Fabro

Paura e sospetti A far tornare la questione di moda è stata un’interrogazione parlamentare presentata dai deputati umbri del Movimento 5 Stelle e l’interrogazione presentata dall’eurodeputata Laura Agea alla Commissione europea. In particolare, secondo i 5 stelle, le rilevazioni condotte dall’Arpa e i campioni fatti analizzare in Austria, da un centro specializzato, dai cittadini del luogo, mostrerebbero chiaramente livelli di radioattività elevata e sospetta. Il sospetto che quelli ceneri contengano qualcosa preoccupa molti cittadini e chi, nella zona industriale di Fabro, ci lavora. Non solo la presunta radioattività, ma anche l’ipotesi quanto mai spaventosa che, assieme agli scarti della combustione del carbone della centrale Enel di La Spezia, potrebbe essere arrivato a Fabro e interrato con le ceneri qualche bidone di rifiuti speciali pericolosi. «Se così fosse, fino a 25 metri sarebbero rilevabili dalle analisi dell’Arpa», spiega Maurizio Terzino, primo cittadino di Fabro. Il sospetto si accompagna, forse, con il ricordo del ritrovamento, anni fa, in località Felcino, a due chilometri di distanza dall’area ‘incriminata’, di due fusti di materiali altamente inquinanti. All’interno dei bidoni, c’erano dei residui di vernici che venivano dalla lavorazione e dalla pulizia delle armi. «Materiali inquinanti, sicuramente, ma non sversati sul terreno e tantomeno radioattivi», prosegue il Sindaco.

Le condizioni del centro espositivo Fabro Fiere

Le condizioni del centro espositivo Fabro Fiere

I camion Le ceneri provenienti da La Spezia furono portate a Fabro tra il 1988 e il 1990. Oltre 50 mila camion fecero la spola tra la Liguria e l’Umbria per scaricare oltre 1 milione e 500 mila tonnellate di ceneri per ricolmare una depressione naturale del terreno e poi costruire una zona artigianale-espositiva oggi pressoché in disuso. Un affare che, come ricordano alcuni cittadini del comitato che si era costituito nell’immediato, portò a Fabro circa 45 miliardi di lire. Lo stesso sindaco di allora, Mario Fortinelli, venne anche indagato e poi uscito assolutamente indenne dai procedimenti penali a suo carico. «Le ceneri vennero portate qui – ricorda ancora Terzino – perché all’epoca furono catalogate inerti dalla regione Umbria. Ma non solo a Fabro, furono fatti molti riempimenti in svariate località umbre, un paio di campi sportivi nei comuni confinanti a Città della Pieve, Panicale, Piegaro». Da allora tanto tempo è passato, così il Sindaco ha pensato bene di fare chiarezza su tutta la storia. Dal momento che, in qualità di ingegnere, è stato il primo a leggere i risultati delle analisi condotte dall’Arpa tra settembre e novembre 2015, dopo l’interrogazione parlamentare.

L'edificio abbandonato

L’edificio abbandonato

Acqua «Quando furono portate qui le ceneri – spiega Terzino – furono realizzati anche quattro pozzi d’acqua per monitorare i valori. Acqua non utilizzata, in tutti questi anni, né per l’irrigazione né per essere bevuta. Le analisi dell’Arpa hanno evidenziato, valori più alti di il solfato e il manganese, tipici delle argille, in un pozzo, mentre in un altro una presenza significativa, otlre che di manganese, anche di tetracloruro etilene, un composto che deriva dalle attività antropiche insediate nella zona, senza alcuna correlazione con le ceneri». Per il tetracloruro etilene, racconta il sindaco, l’allarme in Italia scatta quando supera la soglia di 1,1; a Fabro il valore registrato è di 4 ma l’Asl, in un incontro con il Prefetto, la Regione e la Provincia, ha spiegato che l’acqua è potabile fino a un limite massimo di 10.  «In un altro pozzo i dati erano tutti positivi, mentre nell’ultimo si sono evidenziate soglie di superamento per solfato, manganese e boro che sarà oggetto di ulteriori indagini per vedere il tipo di isotopo». Valori tutti nella norma, dunque, secondo il Sindaco, che ha impiegato l’Arpa ad effettuare ulteriori indagini e a redigere entro fine gennaio un piano di monitoraggio dell’acqua. «Nonostante i valori siano tutti sotto controllo – ha proseguito – ho comunque ho emesso ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua di quei pozzi».

Radioattività Per quanto riguarda il suolo, l’Arpa ha condotto tre rilevazioni sullo stato di fondo e 22 misurazioni sopra le ceneri. Solo in un lotto la radioattività sembra aver dato un risultato elevato di 3,504 milliSievert, mentre gli altri i valori si aggirano tra su una media di 1,226 milliSievert. «Per avere un’ordine di grandezza – afferma il Sindaco – dal momento che bisogna tenere presente una radioattività di base nel terreno, possiamo dire che la Finlandia registra valori di 7,5, Orvieto 5, mentre la media nazionale è di 3,3. Fabro si attesta su 3,5».

Allarmismo Un campione di ceneri è stato, nel frattempo, portato in Austria per essere analizzato da un organismo indipendente. L’esito di quei controlli ha messo in evidenza la necessità di un maggiore approfondimento, ma il Sindaco è netto:«Quei dati io non li ho visti, ma in Italia è l’Arpa a occuparsi di queste rilevazioni, è l’ente ufficiale preposto per questo tipo di controlli. Tutto questo allarmismo, a mio avviso, trova fondamento in un gioco politico sporco. A Fabro da un anno stiamo combattendo per evitare di far fare una centrale a biomasse, alcuni esponenti politici della precedente legislatura hanno costituito un comitato e, nonostante la posizione ufficiale del Comune è di assoluta contrarietà alla realizzazione della centrale, loro attaccano me». Per il Sindaco dunque, bisogna evitare di strumentalizzare e creare falsi allarmismi. «Lì sopra si sono insediate delle attività lavorative nel tempo. – conclude – Se i risultati ufficiali dell’Arpa saranno confermati anche dopo le ulteriori analisi che verranno consegnate entro fine mese, ad oggi possiamo affermare che tutti i valori sono nella norma e che quelli ceneri non sono radioattive».

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