Forum delle Acque 2024: il museo Hydra collabora con il Living Waters Museum dell’India

L’evento organizzato dal Museo della Cascata diventa sempre più internazionale

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Hydra museo della Cascata delle Marmore collaborerà con il Living Waters Museum indiano per realizzare il prossimo Forum delle Acque 2024. L’importante accordo con il museo indiano permetterà a Hydra di lanciarsi nello scenario mondiale e portare importanti benefici, sia culturali che economici, al territorio. Annullare una distanza di cinquemila miglia in nome della sostenibilità ambientale e della tutela di quel nuovo oro che è l’acqua: è la motivazione più che sufficiente per spingere Alessandro Capati e Francesco Fioretti, rispettivamente project manager e presidente di Hydra museo della Cascata delle Marmore, nella terra del Taj Mahal, con l’obiettivo di stringere una collaborazione con il Living Waters Museum indiano, fondato e coordinato da Sara Ahmed, che è anche vicepresidente del Global Network of Water Museums sotto l’egida Unesco.

Con grande soddisfazione e una punta di orgoglio, Hydra ha dunque sottoscritto un importante accordo (Memorandum of Understanding) con il museo dell’acqua indiano, che prevede scambio di materiale e competenze, utilizzabili soprattutto per la costituzione del prossimo Ecomuseo della Bassa Valnerina e le attività didattiche del museo; la coorganizzazione del prossimo Forum delle Acque 2024, che avrà un focus sulla cultura e sull’arte contemporanea indiana; una collaborazione su progetti di idro-diplomazia tra le due nazioni Italia ed India. Infine la partecipazione del LWM alla costituenda Fondazione Hydra, dando al nuovo soggetto giuridico un’ispirazione ed un’esperienza di rilevanza internazionale.

Durante l’incontro in India, il presidente e il project manager del museo umbro, insieme alla fondatrice del museo indiano, hanno visitato il patrimonio materiale e immateriale della relazione umana con l’acqua nel territorio della regione di Goa: in particolare è stata approfondita la conoscenza delle Khazans, un complesso sistema di perimetrazione e controllo dei corsi d’acqua, che sfrutta la stagionalità dei monsoni e la forza delle maree, e che ha origine più di 3.500 anni fa (e che ancora oggi permette alle comunità locali di utilizzare le terre per l’agricoltura e le acque per la pesca, in armonia con il contesto naturale).

Non è finita qui. A condire il viaggio nel continente indiano, i preziosi scambi di conoscenze ed esperienze con il team del LWM, con base a Goa, rappresentato da Melanie Costa Pereira, artista locale che lavora con acquerelli naturali, Wency Mendes, visual artist esperto in processi partecipati, Ryan Bhengra, curatore artistico del Museum of Goa, Manisha Rodrigues, architetta con un corso di progettazione sul fiume Ourèm, e Rhea Judith Souza, architetta e biologa.

«Gli obiettivi principali di questa collaborazione sono, in primis, quello di espandere le rispettive attività. Hydra è principalmente un museo indoor, mentre lwm è esclusivamente outdoor con progetti di recupero culturale e tradizionale delle attività intorno all’acqua». Queste le parole del presidente di Hydra Francesco Fioretti. «Altro scopo fondamentale – prosegue – è quello di pianificare il prossimo Forum delle Acque che si terrà probabilmente a settembre 2024 a Villalago, con l’obiettivo di firmare un accordo di cooperazione di lunga durata per i musei dell’acqua aderenti alla rete mondiale dell’Unesco. Lo scopo futuro è invece quello di realizzazione un’esposizione semi-permanente a Goa del museo Hydra per finalità di attrazione turistica in Italia».

«Abbiamo stretto una collaborazione tra Hydra e Living Waters museum, rappresentato da Sarah Ahmed, che permette di scambiare competenze ed esperienze per poter fare grandi cose insieme. Siamo contenti, in quanto stiamo dando respiro internazionale alle nostre attività». Lo afferma Alessandro Capati, project manager di Hydra. La Fondazione che era partita a livello locale, ora ha invece ottenuto riconoscimenti mondiali. «Il nostro interesse è verso il contesto internazionale – conclude – utilizzando il filone dell’idro-diplomazia».

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