Gesenu, sindacati sul piede di guerra

Troppo pochi i lavoratori in pianta organica, troppe le ore di straordinario. E poi c’è quella richiesta di restituire il bonus per il lavaggio delle tute da lavoro

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I sindacati dei lavoratori Gesenu hanno dichiarato lo stato di agitazione e avviato le procedure di raffreddamento e conciliazione chiedendo l’intervento del prefetto. I nodi del contendere elencati nei 15 punti contenuti in un documento emesso dai rappresentanti sindacali consegnato una settimana fa al presidente Wladimiro Di Nunzio.

Pochi lavoratori, carichi di lavoro esagerati

Secondo i sindacati la pianta organica è inadeguata e il continuo ricorso agli straordinari provoca un surplus di carichi di che provoca «infortuni e invalidità con conseguente difficoltà di ricollocazione in ambito aziendale». I dipendenti – scrivono le Rsu – stanno vivendo «una situazione di stress ormai insostenibile a causa della pianta organica inadeguata». Basti pensare che – a quanto si legge – in un anno sono previsti 13 turni notturni, ma dopo sei mesi il limite viene già superato.

L’acquisizione di Ap e i soldi per il lavaggio tute

I sindacati contestano all’azienda anche l’acquisizione di ramo d’azienda (Ap produzione ambiente) in assenza di particolari procedure e il fatto che a un anno dalla partenza della raccolta differenziata nella città compatta restano ancora molti cassonetti da 770 e 1110 litri. In fondo c’è anche la guerra del lavaggio del vestiario. L’azienda non solo ha sospeso l’indennità di sei euro lordi al mese per il lavaggio a casa delle tute e degli altri indumenti da lavoro (mettendo a disposizione i servizi di un’azienda specializzata) ma addirittura vuole indietro l’indennità percepita negli ultimi cinque anni.

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