«Incompatibile» per il ministero. Bandecchi: «Il problema non esiste»

Terni – L’atto protocollato giovedì. «Non sono più presidente della Cusano e Unicusano ha venduto la Ternana». Scontro politico: le posizioni di Pd, M5S, FdI e AP

Condividi questo articolo su

Il documento è al protocollo del Comune di Terni da giovedì mattina e, nel primo pomeriggio, ad esporsi sul tema è stato direttamente il primo cittadino. Si fa riferimento al nodo incompatibilità di Stefano Bandecchi rispetto al ruolo di sindaco, lo stadio e l’università Niccolò Cusano. A confermare che dal Viminale ci si è mossi è lui stesso, in un video Instagram: «È arrivata la risposta del ministero degli Interni» e l’imprenditore livornese parla di «’forte incompatibilità’ dovuta allo stadio e siccome la Ternana gioca al ‘Liberati’, il sindaco è incompatibile». Nel prosieguo, però, Bandecchi ricorda i recenti sviluppi legati alla cessione della società rossoverde e che «l’università Niccolò Cusano non è più proprietaria della Ternana Calcio». In chiusura Bandecchi dice che «male che vada si rivota. Ma voglio l’80%», con sorriso d’ordinanza chiaramente. Il quadro, in ogni caso, è tecnicamente complesso: a regolarlo in prima battuta c’è l’articolo 69 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL). In un secondo video Bandecchi afferma che «il sindaco resta a fare il sindaco, tutti stanno al posto loro e si mettono l’anima in pace. Nella peggiore delle ipotesi, dato il parere che abbiamo letto, se per caso qualcuno sollevasse il problema, il soggetto avrebbe dieci giorni di tempo per mettere a posto il suo problema. Ma il problema non c’è, perché Stefano Bandecchi non è presidente dell’Università Niccolò Cusano e l’Università Niccolò Cusano ha venduto la Ternana. La Ternana Calcio può costruire lo stadio e la clinica, quindi non c’è alcuna incompatibilità».

19 GIUGNO, LA CONVALIDA IN CONSIGLIO E LO SCONTRO

Claudio Sgaraglia

La lettera del ministero

Di seguito alcuni stralci della lettera del ministero dell’Interno – Dipartimento degli affari interni e territoriali, Direzione centrale per le autonomie – al prefetto di Terni Giovanni Bruno (che aveva chiesto al ministero il parere sull’ipotesi di incompatibilità del primo cittadino) e quindi inoltrata al sindaco Stefano Bandecchi. La missiva, a firma del capo dipartimento Claudio Sgaraglia (già prefetto di Perugia, ndR), è del 28 luglio ed è stata recapitata al Comune di Terni giovedì 3 agosto.

«Data la ulteriore documentazione trasmessa da codesta prefettura e in particolare dalle visure della Camera di commercio, risulta che il sindaco è tutt’ora amministratore unico della Società delle Scienze Umane Srl, il cui oggetto sociale è la gestione della Società Telematica delle Scienze Umane Niccolò Cusano per la quale ‘vigila e assicura il perseguimento dei fini istituzionali provvedendo a dotarla dei mezzi necessari per il funzionamento e delibera le linee guida del piano economico e gestionale’. Secondo la medesima documentazione il signor Bandecchi risulta essere, inoltre, anche amministratore unico della società Ping Pong, proprietaria a sua volta del 100% del capitale della predetta società, di cui detiene interamente le quote sociali. […] Nonostante le intervenute dimissioni da presidente della Università Unicusano e da presidente della società Ternana Calcio Spa, lo stesso Bandecchi risulta ancora titolare: della carica di amministratore unico della Società delle Scienze Umane Srl, che ha come oggetto sociale la gestione della citata Università Unicusano, a sua volta proprietaria al 100% della Ternana Calcio, come risulta dalle visure camerali; della carica di socio unico e amministratore della Ping Pong Srl, a sua volta proprietaria della Società delle Scienze Umane Srl, soggetto preposto alla gestione della predetta università. Da tali circostanze appare quindi evidente come il signor Bandecchi, pur avendo rinunciato a due delle cariche sociali direttamente incompatibili con la carica di sindaco, eserciti ancora oggi l’attività di impresa e, quindi, con interessi di lucro personale, intrattenendo per il tramite delle ultime due società una serie di rapporti, seppure indiretti, con il Comune di Terni di cui oggi ha ope legis la rappresentanza legale nella qualità di sindaco, riconducibili alla realizzazione del progetto del nuovo stadio. […] Per tutto quanto motivato, ed alla luce della documentazione trasmessa sino ad oggi da codesta prefettura – Ufficio territoriale del Governo, si ritiene che la permanzenza del signor Bandecchi nella titolarità e nella gestione delle predette società, possa considerarsi incompatibile con la carica di sindaco, in considerazione del dettato normativo di cui all’articolo 63 – comma 1 e 2 – del Tuel citato e della legittima interpretazione estensiva operata dalla giurisprudenza».

LA RELAZIONE DELLA SEGRETARIA COMUNALE SPAGNA MUSSO

LA CONTRO-RELAZIONE DEL VICE SINDACO CORRIDORE

 

 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 

 

Un post condiviso da @bandecchistefano

Pierluigi Spinelli

Il Pd prende posizione

«Stefano Bandecchi è incompatibile, per il suo molteplice – scrivono Pierluigi Spinelli ed Emidio Gubbiotti, rispettivamente segretario Pd Terni e membro della segreteria – e insanato conflitto di interessi, con la carica di Sindaco di Terni. Lo aveva certificato, con il richiamo all’art. 63 del Testo Unico degli Enti Locali, la Segreteria Generale del Comune di Terni, lo ribadisce ora la lunga, argomentata nota del Ministero dell’Interno, confermando le tesi del Partito Democratico che questa illegittimità l’ha denunciata con forza in tutta la campagna elettorale e l’ha segnalata agli organi preposti al cont«rollo, con un atto formale inviato al Prefetto il 23 giugno e poi attraverso le interrogazioni alla Camera, al Senato e in Regione Umbria presentate dai parlamentari umbri del Pd Anna Ascani e Walter Verini e in Regione dal consigliere Fabio Paparelli, e attraverso l’iniziativa pubblica del 3 luglio organizzata dal Pd a cui sono state invitate tutte le opposizioni di centro sinistra. Il voto della effimera maggioranza comunale che si prefiggeva di sanare una illegittimità con una prova di forza, si è dimostrato quello che era, un semplice e inutile atto di prepotenza.  Il Partito Democratico, con una azione politica puntuale e circostanziata ha messo in evidenza un tema centrale ed ha chiarito, prima di tutto al Sindaco, che a Terni non si è disposti a subire passivamente prepotenze e irregolarità.  La città ha bisogno di un governo cittadino solido, serio, fattivo e giuridicamente valido e operativo. Al momento  – è stato appena certificato dal Ministero – così non è. Siamo, quindi, in una situazione di irregolarità che la città non merita e che non potrà, evidentemente, restare tale».

Luca Simonetti

M5S: «Inaffidabilità dei collaboratori»

Poi è il turno del gruppo territoriale del M5S Terni: «L’incompatibilità del sindaco Bandecchi dimostra l’inaffidabilità dei suoi collaboratori, gli stessi che spingono per il project financing del nuovo ospedale. Al netto delle pezze messe in corso d’opera per sanare la situazione e che hanno portato alla vendita della Ternana Calcio, ricordiamo quando il vicesindaco Corridore arringò – con la solita empatia e serenità che lo contraddistinguono – un parere in cui diceva ai consiglieri di votare tranquillamente perché non c’era nessuna incompatibilità. In sostanza, fino ad oggi i collaboratori di Bandecchi non ne hanno azzeccata una e il parere del Viminale dimostra la totale inaffidabilità di chi lo consiglia e circonda. Questo, naturalmente, a meno che Bandecchi non abbia scientemente mantenuto i ruoli nella Ternana Calcio come vetrina elettorale sapendo benissimo che come sindaco avrebbe dovuto rinunciare ai suoi progetti per la città, in tal caso prendendo in giro cittadini e tifosi. Quel che è certo – spiegano i pentastellati – è che il sindaco aveva torto e l’arroganza riversata verso le opposizioni e verso la segretaria generale del Comune confermano che a tanta sicurezza nei toni non corrisponde altrettanta competenza rispetto quanto afferma. Una debolezza che la città paga in termini di credibilità nei tavoli regionali e nazionali, soprattutto per colpa di collaboratori che non sono in grado di riportarlo alla realtà dei fatti, nonostante intorno a sè abbia anche persone di spessore relegate in seconda fila. Atteggiamenti gravi che hanno tratto in errore i consiglieri di maggioranza che hanno votato un atto impugnabile (la convalida degli eletti) esponendosi in prima persona a potenziali contenziosi. Arroganza che, nella migliore delle ipotesi, ha rischiato di portare realmente il Comune a nuove elezioni in una fase delicata in cui, se non si agisce per tempo e con decisione, si rischia un secondo dissesto. Non siamo noi a dover dire se il sindaco abbia sanato le sue incompatibilità con la vendita della Ternana Calcio, quello che ci preoccupa è che gli stessi consiglieri oggi gli suggeriscono di sostenere l’idea di un nuovo ospedale privato a Terni. A questo punto siamo tutt’altro che in buone mani. Il fallimento dei project financing è sotto gli occhi di tutti, soprattutto a Terni. Esempi lampanti come l’enorme buca lasciata a Corso del Popolo con tanto di deflagrazione di Atc servizi e parcheggi, il fallimento della gestione delle Piscine dello Stadio e non ultimo il rimpallo di responsabilità sui costi di gestione del nuovo Palazzetto. Mai più schiavi di Perugia, al di là dello slogan, vuol dire – concludono – che non ci devono essere disparità di trattamento sull’accesso alle cure rispetto a chi ha avuto garanzie di vedersi costruire un ospedale pubblico di eccellenza e verso chi è costretto a far ricorso ad una sanità privata mascherata da pubblico».

FdI: «Cercasi sindaco a norma di legge»

«La ridda di voci, indiscrezioni, ipotesi, scenari, anticipazioni, interpretazioni e via dicendo – a scriverlo sono il coordinamento comunale FdI di Terni ed i consiglieri comunali Marco Cecconi, Cinzia Fabrizi, Orlando Masselli, Roberto Pastura ed Elena Proietti Trotti – che si sono susseguite per tutta il pomeriggio di giovedì a proposito dell’incompatibilità, sì o no, di Stefano Bandecchi, rispetto al ruolo di sindaco conferitogli dalle urne, impone qualche parola di chiarezza, anche e soprattutto per la confusione ingenerata nella pubblica opinione. Il primo doveroso elemento di chiarezza ci riporta a quando la questione delle incompatibilità è stata posta, a norma di legge, per la prima volta: ovvero, in occasione della seduta di insediamento del nuovo consiglio comunale, il 19 giugno scorso. Una seduta dedicata innanzitutto proprio alla convalida degli eletti, come prevede il Tuel, legge dello Stato di oltre vent’anni fa, tanto per dire che non si trattava e non si tratta certamente di norme pensate per Bandecchi… Come per legge (a Terni come ad Aosta o Siracusa), è il segretario generale del Comune a compiere l’istruttoria necessaria per verificare se, a carico di taluno fra gli eletti (si tratti del sindaco o di un qualunque consigliere comunale) sussistono o meno profili di incompatibilità, magari per un conflitto di interessi tra le attività private dell’eletto ed il ruolo che andrebbe ad assumere all’interno dell’istituzione. Ecco che allora, il 19 giugno scorso, il Segretario generale del Comune (funzionario del ministero dell’Interno), in una dettagliata relazione, certificava che sì, a carico di Bandecchi sussistevano conclamati profili di incompatibilità. Il sindaco negò. Il suo vice anche. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia (come le altre opposizioni) prese atto, invece, della relazione del Segretario generale. I consiglieri di maggioranza di Alternativa Popolare, il partito del sindaco, votarono – all’opposto – contro quella relazione. Bene, oggi è ormai agli atti: con quella delibera, Bandecchi e i consiglieri di AP votarono il falso. I consiglieri di Fratelli d’Italia hanno tempestivamente rappresentato l’accaduto al prefetto. Il aegretario generale, a sua volta, ha comunque trasmesso l’incartamento, come per legge, al Prefetto stesso. Il Prefetto ha svolto un’istruttoria supplementare. E poi ha inviato il tutto al Ministero degli Interni. Il Ministero degli Interni è arrivato alle sue conclusioni, trasmesse per competenza, da parte del Prefetto, al sindaco ed al consiglio comunale proprio nella giornata di giovedì: ed ecco l’innesco delle voci, delle interpretazioni e degli scenari che taluni si sono prodotti ad ipotizzare. Che al momento dell’insediamento del nuovo consiglio comunale, il 19 giugno scorso, Bandecchi fosse del tutto incompatibile con l’incarico di sindaco adesso è confermato, per ultimo, anche da questo parere definitivo formulato dal Ministero, di cui la città è venuta a conoscenza in queste ore. Ma in realtà, a testimoniarlo senza ombra di dubbio, c’erano già proprio le scelte che Bandecchi stesso aveva fatto, giorno dopo giorno, da un mese e mezzo a questa parte. Ecco perché, in altre parole, proprio a partire da quel 19 di giugno, prima Bandecchi si è dimesso dalle cariche sociali (presidenza) esercitate fino a quel momento nella Ternana Calcio, nell’Università Unicusano, etc etc, poi ha venduto la Ternana stessa. Nessuno glielo ha imposto. Nessuno l’ha perseguitato, ma figuriamoci. Non esistono leggi dello Stato pluridecennali anti-Bandecchi… Sono scelte obbligate per chiunque, da Aosta a Siracusa, passando per Terni. È lui che non poteva non esserne a conoscenza in partenza, ed ha fatto finta che non fosse un suo problema. È lui che ha preteso di potersene infischiare. È lui che ha provato a negare l’evidenza dei fatti (salvo poi dover correre ai ripari e smentire se stesso). È lui che si è candidato a sindaco non potendo non sapere di non poter fare legittimamente il sindaco nelle condizioni date. È lui che, dunque, ha truccato le carte in campagna elettorale. È lui che non vedeva l’ora di vendersi la Ternana, come da sua stessa ammissione già prima delle elezioni. È lui che poi, al riguardo, ha preferito temporeggiare per non perdere i voti facili delle tifoserie credulone… È lui che, alla fine, ha dato via le Fere ad una nuova proprietà che non risulta affatto attrezzata finanziariamente per corrispondere anche alle più modeste aspirazioni di campionato. È lui che ha buttato via quel progetto di nuovo stadio che aveva tanto sbandierato. È lui che ha fatto votare il falso a quei suoi consiglieri di maggioranza che, bocciando in aula, il 19 giugno scorso, la relazione del Segretario generale, hanno convalidato un’elezione che non poteva essere convalidata. E lui che ha giocato con la legge facendo la parte della vittima. Al mondo c’è sempre un sacco di gente che crede alle favole e va dietro agli incantatori di serpenti: e così sia. Quanto a noi, la politica decisa dalle sentenze, dalle ordinanze o dagli uffici legali non ci ha mai appassionato e non ci appassiona granché nemmeno adesso. Ma i fatti sono fatti e a sbugiardare Bandecchi (prima ancora che gli uffici e le autorità competenti) sono proprio le sue stesse scelte di queste settimane. Scelte e comportamenti che, per quanto ci si possa far imbonire dalle favole, si conciliano davvero poco con un concetto pur minimo di affidabilità: e questo la politica non può tacerlo. La legge è legge: e, al riguardo, la legge prevede e consente che, una volta che (come in questo caso) siano state rilevate determinate cause di incompatibilità, l’interessato possa rimuovere quelle cause entro un certo termine. È così che si spiegano, appunto, come abbiamo già detto, le dimissioni e le vendite. Unicusano è ancora di proprietà di Bandecchi, scrive il Ministero. Però non è più proprietaria della Ternana Calcio. Potenziali conflitti di interessi legati allo stadio e simili sembrano dunque essere stati neutralizzati. Forse sussistono ancora questioni aperte tra il Bandecchi-imprenditore con permanenti interessi su Terni ed il Bandecchi-sindaco? La questione della clinica privata…? Il nuovo Palazzetto dello sport e la sua futura gestione…? Chissà, magari il Nostro continuerà a stupirci con nuovi effetti speciali. Magari tirerà fuori sul filo di lana, prima della scadenza dei termini di legge, qualche altra trovata per aggirare la legge all’ultimo minuto. Altre vendite, altre dimissioni, progetti che passano di mano…? Si tratterebbe, se così fosse, di nient’altro che di ulteriori conferme di altrettante cause di incompatibilità. Sarebbero nient’altro che ulteriori conferme di una legittimazione (ad esercitare il ruolo di sindaco) inesistente sin dall’inizio e rimasta a lungo farlocca. Magari, prima o poi, ‘entro la scadenza dei termini’, Terni insomma avrà persino un sindaco a norma di legge. Per il momento, c’è chi l’ha solo millantato».

Lupatelli: «Si faccia chiarezza»

Sul tema interviene anche Yari Lupatelli, coordinatore dell’Italia dei Moderati: «Il documento del ministero dell’Interno che evidenzia l’incompatibilità di Bandecchi con la carica di sindaco concretizza uno scenario prospettato da tempo e per cui serve chiarezza, soprattutto per il bene della città. Pone una questione che da tempo era emersa come scenario potenziale. Ora questo scenario si è concretizzato ed è chiaro che serve piena chiarezza per capire come procedere. In questa fase, è fondamentale che prima di tutto i cittadini ternani sappiamo quali siano le condizioni di governo della città, e quali scenari si potrebbero sviluppare da qui al prossimo futuro. Per questo è necessario capire come andare avanti, sia politicamente che formalmente. Nel documento del ministero infatti, viene riportata una interpretazione estensiva della norma, riprendendo la sentenza della Cassazione numero 28504 del 2011, che punta a ricomprendere anche soggetti ‘in ragione della loro posizione personale verso l’ente e del potenziale conflitto di interesse’. In base a questo scenario, è opportuno che le forze di centrodestra si compattino per riuscire ad arrivare a una visione comune che possa evitare il ritorno delle forze di centrosinistra alla guida della città».

Riccardo Parca

Parca (AP): «Si getta discredito»

Sabato sul tema si espone anche il coordinatore comunale di AP, Riccardo Parca: «Rimango sorpreso ancora una volta dai partiti della minoranza di sinistra che insistono a cavalcare argomenti triti e ritriti e che temporalmente sono ormai desueti e completamente inattuali. Vorrei ricordare loro come i presupposti della presunta incompatibilità sono venuti meno attesa la vendita da parte di Unicusano della Ternana Calcio. Il Sindaco Stefano Bandecchi, pur nella convinzione che non sussistesse la problematica, ha ritenuto il futuro della città più importante della passione per la squadra di calcio. Il segretario del Pd ternano Stefano Spinelli invece di discutere su un parere decontestualizzato da un punto di vista temporale, potrebbe investire il suo tempo ad elaborare proposte nell’interesse della città. Compie un passo indietro dopo aver votato, in modo responsabile, l’atto di indirizzo nell’ultimo consiglio comunale a sostegno del sindaco Bandecchi sulla vicenda Enel ed ospedale e ciò evidenzia come probabilmente abbia ricevuto ordini di scuderia, con tanto di tirata di orecchie, da parte baroni della politica di sinistra che hanno distrutto la città. Luca Simonetti dei 5 Stelle, invece, con un intervento che di politico ha solo il ruolo annotato prima del suo nome, dovrebbe riflettere sulla débâcle del suo partito e sulla sua personale e domandarsi come in consiglio comunale ha solo un rappresentante invece di gettare maldestramente discredito su chi egregiamente sta governando la città con il favore dei cittadini».

Sinistra Italiana

«Il parere reso del Ministero dell’Interno – area Autonomie Locali – a proposito della incompatibilità del signor Stefano Bandecchi ad assumere la carica di Sindaco di Terni sconfessa e mette in discussione la validità della convalida della sua nomina, deliberata a maggioranza dal consiglio comunale nello scorso Giugno. Tale parere non solo attesta la sussistenza dell’ incompatibilità del sig. Bandecchi al momento della sua candidatura, ma esclude in modo inequivocabile che le azioni messe in atto dal Bandecchi a ridosso della seduta del consiglio in questione ( le dimissioni da amministratore della Unicusano e della Ternana Calcio ) possano essere considerate idonee a superare la sua posizione di incompatibilità e quindi dichiara di fatto la deliberazione del consiglio Comunale priva di validi presupposti giuridici. Stando alla legge, a questo punto, o il consiglio comunale, preso atto del parere , riesamina l’argomento o il Tribunale competente, cioè il Tribunale di Terni viene investito del problema e assume una determinazione in merito. La conclusione politica però è chiara : sulla base del parere del Ministero, chi ricopre attualmente la carica di Sindaco non aveva i requisiti giuridici per esserlo né al momento della sua candidatura né al momento della sua nomina. Pensare di poter metterci una bella pietra sopra potrà essere la speranza del sig. Bandecchi. Per noi costituisce la conferma di quanto sia inquietante e grave la vicenda politica e la commistione ambigua tra affari privati e interessi politici che ha portato alla sua elezione, che sta inquinando il dibattito pubblico cittadino».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli