La protesta: «Orvieto non è una pattumiera»

Perugia: «Più turismo, meno discarica», cittadini a associazioni davanti a palazzo Cesaroni mentre è in corso la riunione dell’assemblea legislativa

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L.P.

Si è aperta con la protesta dei cittadini e delle associazioni orvietane, arrivate a Perugia per manifestare contro l’ipotesi di ampliamento della discarica Le Crete, la riunione dell’assemblea legislativa di martedì pomeriggio.

La protesta Una cinquantina di persone, attivisti e aderenti ad alcune associazioni ambientaliste come ‘Amici della Terra’ e l’Acli, si sono date appuntamento davanti a palazzo Cesaroni. «Meno discariche e più turismo» recita uno striscione e la loro presenza vuole testimoniare l’assoluta contrarietà della comunità locale all’orientamento espresso dalla Regione, anche durante l’ultima riunione del consiglio regionale, per un ulteriore ampliamento del secondo calanco e un utilizzo, fino al 2035, per il conferimento dei rifiuti da parte di tutta l’Umbria. In tanti ricordano ancora gli anni in cui, tra il 2003 e il 2004, in piena emergenza rifiuti in Campania, arrivavano camion da Napoli per conferire i rifiuti all’interno della discarica. Ora i tempi sono cambiati, ma la paura rimane viva.

Gli agricoltori E in attesa che il consiglio inizi a dibattere la questione, intanto arrivano nuove prese di posizione contro l’ampliamento. A rompere gli indugi anche le imprese agricole dell’orvietano che, in una nota, scrivono: «L’economia dell’orvietano, che sta puntando con convinzione alla valorizzazione del territorio, attraverso le proprie proposte culturali, turistiche e agroalimentari vede una grande incoerenza fra gli sforzi in corso e l’ipotesi di un prolungamento dell’attività di smaltimento in discarica provenienti da un’area così vasta. Gli agricoltori orvietani, che attraverso le eccellenze dell’agroalimentare si sforzano di contribuire allo sviluppo economico dell’area, non possono esimersi dal sottolineare come il prolungamento dell’utilizzo della discarica Le Crete sia totalmente in contrasto con la vocazione del territorio mettendo seriamente a rischio gli investimenti in corso ed in via di progettazione. Del resto, ipotizzare altri 20 anni di effetti analoghi a quelli già vissuti sulle spalle del territorio orvietano, dovrebbe essere sufficiente a trarre le ovvie conclusioni sulla pericolosità di tale ipotesi».

Il vino A esprimere preoccupazione anche il consorzio tutela vini di Orvieto per cui La decisione di ampliare tale discarica impoverirebbe, economicamente e culturalmente, l’Orvietano e l’intero comparto della viticoltura nazionale. «L’Orvieto – dicono – è uno dei vini italiani più venduti all’estero e un importante ambasciatore del settore agroalimentare italiano. Il vino di Orvieto è famoso da centinaia di anni e rappresenta un’eccellenza non solo del territorio regionale umbro, ma di tutta Italia. È impensabile che questa storia venga messa a rischio da scelte poco lungimiranti e contro la volontà dei cittadini del comprensorio».

Aggiornamenti nel corso della serata

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