La Provincia si svuota, ma le funzioni restano

Terni: pronta la riorganizzazione dell’ente. Diversi i dubbi dopo che si è puntato ad ‘alleggerire’ il personale oltre i diktat della legge Delrio

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Il destino delle province è appeso al referendum del prossimo 4 dicembre. A Terni, poi, mentre il presidente Di Girolamo annuncia le proprie dimissioni, la dirigenza e la componente politica dell’ente mettono a punto – con un certo ritardo, va detto – la tanto attesa riorganizzazione.

La riorganizzazione Il tutto avviene attraverso il regolamento degli uffici e dei servizi e una ‘ricognizione’ di tutte le attività che la Provincia è chiamata a svolgere. E le sorprese non mancano, visto che – mentre le funzioni restano numerose – l’immagine è di un’istituzione destinata a chiudere, o meglio ad essere probabilmente sostituita da un analogo ente di area vasta.

Tre aree Si scopre così che le macro aree individuate da chi sta mettendo mano alla riforma, sono tre. La prima va dagli affari generali e istituzioni alla pubblica istruzioni, fino all’ambiente, i trasporti, servizi informatici, sicurezza, polizia provinciale, impianti sportivi e assistenza ai comuni. La seconda ‘area’ è quella relativa ad appalti e lavori pubblici, ma anche a viabilità, infrastrutture, contratti e centrale di committenza per gli interventi da affidare, protezione civile, pianificazione territoriale ed energy management. Infine l’ultima macro area attiene alle risorse finanziarie, patrimoniali ed umane ed al Gabinetto del presidente della Provincia.

Il dubbio La riorganizzazione, così impostata, dovrà andare in porto entro la fine di ottobre. Un processo che si scontra però con alcune scelte fatte nel tempo, come quella di alleggerire l’organico – anche oltre il 50% sancito dalla legge Delrio – con il risultato che, ora, le funzioni sono ancora lì ma sembrano mancare le figure professionali per ricoprire determinati ruoli. Un esempio è quello della tutela ambientale dove il funzionario non è stato mai rimpiazzato e il servizio – senza risorse umane – non sembra godere di ottima salute.

Polizia ‘a secco’ Un altro caso ‘di scuola’ è quello della Polizia provinciale dove da 20 unità si è passati di fatto ad 8 e dove il Nos ambiente – nucleo operativo speciale che nel tempo ha seguito indagini su aziende come Ast e su lavori pubblici come la costruzione della Terni-Rieti – è ridotto ai minimi termini, con un solo operatore. Delle dieci figure ancora in servizio – tutte ancora inserite nel portale della ‘mobilità’ nonostante l’impegno a toglierle da lì, assunto dal ‘quasi ex’ presidente Di Girolamo – due sono destinate ad altri lidi: una alla polizia municipale di Spoleto ed un’altra – oltre alle tre già traslocate – a quella di Terni. Anche in questo caso la speranza degli agenti è di poter continuare ad operare in condizioni accettabili. Anche perché la riorganizzazione dice che le funzioni sono ancora lì e da qualcuno dovranno pur essere svolte.

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