La Valnerina Ternana nella Divina Commedia con Rocca Accarina

Nuova puntata di ‘Montagne Misteriose’ dedicata alla figura di Frate Illuminato dell’Arce, fra i principali seguaci di san Francesco

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Attraverso testi e articoli abbiamo scoperto che nella Divina Commedia, la famosa opera di Dante, viene citato in modo molto esplicito un personaggio ed un luogo del Ternano. Attraverso le nostre indagini siamo risaliti a queste informazioni.

di Montagne Misteriose

‘Illuminato e Augustin son quici,/che fuor de’ primi scalzi poverelli/che nel capestro a Dio si fero amici’. Così Dante nella divina commedia nomina frate Illuminato, feudatario di Rocca Accarina e creatore del convento di Santa Maria del Caso. Pare che proprio in questo castello incontrò san Francesco e decise di seguirlo lasciando tutti i suoi beni, diventando il principale seguace del santo.

Rocca Accarina è un antico castello, originariamente chiamato Rocca Roccaria, posto tra la cascata delle Marmore e Casteldilago, su un poggio sulla riva sinistra del fiume Nera, di fronte a Collestatte. Feudo degli Arroni, all’inizio del XIII secolo era governato dal nobile Accarino II che conobbe san Francesco durante uno dei suoi primi pellegrinaggi in questi territori tra il 1208 e il 1210. Convertito dalla predicazione del santo, Accarino divenne frate ‘Illuminato dell’Arce’, lasciando i suoi averi e i diritti feudali al figlio Enrico e al fratello Ottonello.

Accarino fu tra i più fedeli seguaci del santo di Assisi: accompagnò Francesco anche in Terra Santa; è esplicitamente menzionato anche da Dante nella Divina Commedia, nel Canto XII del Paradiso. Viene chiaramente citato nei versi 132-134 del XII del Canto del Paradiso e viene inserito tra gli ‘spiriti sapienti’ della Seconda Corona del cielo del Sole, ma non solo. Questo personaggio, purtroppo poco approfondito, divenne il più fedele compagno di san Francesco d’Assisi, sotto il nome di Frate Illuminato d’Arce.

Frate Illuminato, spesso confuso con Frate Illuminato da Rieti, viene menzionato non solo nella Divina Commedia, ma anche in una lettera del 1246, conosciuta come Lettera di Greccio, in cui viene specificata la sua origine ed il suo nome per esteso, ovvero Frate Illuminato dell’Arce. Anche Bonaventura, filosofo e teologo amico di San Tommaso d’Aquino, ne parla come il compagno fedele di san Francesco, che addirittura lo accompagnò nella peregrinazione apostolica ad Acri.


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