Logge di Braccio, Guarducci chiarisce

Perugia, l’imprenditore spiega il motivo della mancata apertura e conferma che a maggio umbriaOn aveva scritto la verità sul disimpegno di Nestlé

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Finora non aveva mai voluto parlare pubblicamente di ciò che è successo sotto le Logge di Braccio: i locali ristrutturati e mai aperti, a ridosso della Cattedrale di San Lorenzo, in piazza IV Novembre, a Perugia.

La borsa goliardica E invece, quasi a sorpresa, l’imprenditore – patron (fra le altre cose) di Eurochocolate – si è confidato ai microfoni di Pasquale Punzi, che lo ha intercettato ai mercatini dell’antiquariato che ci sono in centro, mostrandogli un’eloquente borsa goliardica che raffigurava lo stesso Guarducci con un cartello eloquente: «Cortesemente non fatemi domande sulle logge». Un messaggio ironico che bene sottolineava l’attenzione mediatica sulla vicenda e la sua ritrosia a sbottonarsi sulle dinamiche che hanno portato, nel giro di pochi mesi, prima ad annunci roboanti poi ad un improvviso quanto silenzioso dietrofront.

LA RICOSTRUZIONE DI UMBRIAON

Intervista a sorpresa E invece Guarducci parla. Stuzzicato dalla simpatica petulanza di Punzi, si lascia andare su molti temi, dal Todi Festival all’amministrazione comunale di Assisi, fino appunto alle Logge di Braccio. E sostanzialmente conferma la versione proposta dalla ricostruzione fatta sull’argomento da umbriaOn nei mesi scorsi: è stata la Nestlé a farsi da parte – probabilmente infastidita dalle polemiche sorte la scorsa primavera – e per questo Guarducci ha temporeggiato, rinviando l’apertura già programmata.

L’intervista a Guarducci

Il partner si è tirato indietro «Come sapete – dice ai microfoni di Punzi – si è interrotto un percorso: non per colpa nostra, ma per la decisione del partner che ha preso altre vie, rispetto alle scelte fatte e che ci avevano convinto a portare avanti quel progetto. Io non ho potuto mai dichiarare ufficialmente quale sia il partner perché sono strettamente vincolato a un contratto dove c’è una clausola di riservatezza. Ma le vicende sono note». Noto è anche il nome del partner, mai citato ufficialmente dalla Gioform (la società di Guarducci) ma presente nei comunicati stampa di Comune di Perugia e Capitolo della Cattedrale, proprietario delle Logge e firmatario del contratto di affitto dell’area.

LOGGE: LA PRESENTAZIONE DEI LAVORI NEL 2016 – VIDEO

Qualcosa nascerà Ma le Logge non resteranno vuote. Dopo l’impegno (economico e di immagine) per il restauro dell’area, che era diventata degradata e rifugio di varia umanità (e che rischia di tornare in quello stato se non si farà presto), Guarducci non lascerà cadere l’investimento, quindi ha pensato a una contromossa: «È uno spazio talmente importante che per collocarci una iniziativa di tipo commerciale bisogna ragionarci veramente bene. C’è un progetto alternativo – ammette – sul quale però non mi sbilancio. L’ultima volta, quando c’è stato tutto quel clamore, non ha portato molta fortuna. Di sicuro se faremo qualcosa, sarà qualcosa di bello e importante per la città perché lo spazio deve assolvere a qualcosa di bello».

«Non ho simboli» Ma l’intervista spazia anche su altri temi, dal Todi Festival alle sue dimissioni (poi rientrate) da assessore di Assisi, fino ad arrivare ad un tema che a Perugia (ma non solo) sembra sempre tabù: la massoneria. La domanda di Punzi arriva proprio subito dopo il rammarico di Guarducci per la mancata apertura del Choco Bar: «Ma lei ha provato mai a entrare in Massoneria?». Guarducci ci ride su, ma poi ammette: «Tanti anni fa me l’avevano proposto, ma io risposi che l’unico simbolo che portavo era quello di Slow Food. Come noto, non appartengo ad alcuna lobby né politica né massonica, non appartengo ad associazioni di categoria, pur rispettando tutti, cerco di farmi gli affari miei restituendo però qualcosa a una terra che mi ha dato origine».

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