Nestlé, dov’è Perugia? Renzi vedrà sindacati

Vertenza Perugina: piazza Matteotti piena di lavoratori, sindacalisti e rappresentanti istituzionali contro gli esuberi. Ma la città non risponde. La promessa di Leonelli alle Rsu

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Lo slogan – l’hashtag, come si dice oggi – era semplice e chiarissimo #IoDifendoLaPerugina. Ed è stato il filo conduttore di una giornata nella quale i lavoratori hanno avuto al proprio fianco – in senso metaforico – l’intera regione. E molto di più. 

«Vi porto da Renzi» Il segretario del Partito democratico, Giacomo Leonelli, promette di coinvolgere direttamente il leader del suo partito: «Stamattina eravamo in piazza per difendere la Perugina. #iodifendolaPerugina non dev’essere solo un hashtag, ma un sentimento diffuso di tutta la nostra comunità: oggi è stato fatto un primo passo importante, ma non basta. La città deve sentire davvero ‘sua’ questa battaglia, insieme alle istituzioni locali, in una partita dove il Governo deve e dovrà necessariamente fare la sua parte. Noi ci siamo, faremo la nostra, stiamo già lavorando ad un incontro nei prossimi giorni tra i rappresentanti dei lavoratori e il nostro segretario nazionale (così come accadde nel 2014 per la vertenza Ast di Terni) e metteremo ogni energia in difesa del lavoro e della produzione di una fabbrica che fa parte della migliore storia di Perugia e dell’Umbria». 

LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE

Le adesioni C’è Maurizio Landini, per esempio: l’ex leader dei metalmeccanici sarà infatti nel corteo, ma ci saranno anche i parlamentari – Walter Verini (PD) dice: «Sarò anch’io in piazza per una una battaglia di futuro, non difensiva» – e amministratori locali in rappresentanza anche dei Comuni: «La Regione Umbria pensa al futuro della Perugina – dicono la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e il vicepresidente Fabio Paparelli – che oltre ad essere un marchio di eccellenza del cioccolato made in Italy, è un vero e proprio simbolo di qualità dell’Umbria nel mondo», mentre la presidente del consiglio regionale, Donatella Porzi dice «sarò in piazza perché l’Umbria è la Perugina e la Perugina è l’Umbria». Tantissime, ovviamente, le delegazioni di lavoratori, a cominciare da quella delle acciaierie di Terni che non hanno dimenticato la solidarietà di quelli della Perugina in occasione della lunga vertenza del 2014.

IL VIDEOMESSAGGIO DI FABRIZIO RAVANELLI 

La crisi Nella giornata di venerdì, peraltro, è emersa con chiarezza la grande preoccupazione con cui tutto il comprensorio vive il delicato momento: i lavoratori delle Province e quelli della Colussi l’hanno espressa a chiare note. «Vediamo crescere di ora in ora la solidarietà e la volontà di partecipazione alla manifestazione – hanno spiegato le Rsu di San Sisto – e quello che vorremmo è vedere una piazza piena, ma anche colorata e festosa. Per questo invitiamo tutti i soggetti che aderiranno e parteciperanno, dalle scuole alle associazioni ai singoli cittadini a portare striscioni, cartelli e bandiere per trasformare piazza Matteotti in una grande moltitudine colorata e rumorosa. Facciamoci vedere, facciamoci sentire, difendiamo il lavoro insieme».

LE RSU PERUGINA: «NON VI CREDIAMO PIÙ»

La presidente Marini dopo la manifestazione «La piazza di oggi con la presenza di tanti lavoratori della Perugina e delle aziende umbre che hanno vertenze volte al mantenimento dei posti di lavoro (ex Novelli, Colussi, Merloni etc..) rappresenta – si legge in una nota della presidente della Regione, Catiuscia Marini – un elemento di forza e coesione non solo dei lavoratori, delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, ma di una intera comunità che si stringe e sostiene la grande vertenza di Nestlè Perugina». La Marini considera «impensabile che Nestlè si sottragga dal confronto nel merito di un vero piano industriale fondato su investimenti certi, su innovazione e ricerca e sull’utilizzo pieno delle reti commerciali e di marketing di cui Nestlè dispone da metter al servizio anche dei prodotti, dei marchi e della piena capacità produttiva realizzabile qui a Perugia». All’interno della grande multinazionale «si può trovare uno spazio innovativo e strategico che faccia della fabbrica di Perugia un vero punto di riferimento per la produzione mondiale del cioccolato. Una multinazionale può fare questo perché ha mezzi finanziari e capacità di ricerca e management. La vertenza della Perugina è anche una vertenza simbolo che riafferma la necessità che le imprese diano sempre più concretamente valore alla ricchezza prodotta dalla finanza, ma soprattutto alla qualità del manufatto che ha dietro competenze professionali, posti di lavoro e persone che hanno bisogno della produzione reale e non degli algoritmi della finanza». Come istituzioni «ci aspettiamo che al prossimo incontro al Ministero del 9 novembre, Nestlè venga non più con il piano sociale, ma con un nuovo piano industriale sul quale anche le istituzioni potranno dare un apporto in termini di investimenti e di strumenti per l’occupazione».

Aggiornamenti in diretta dalla manifestazione

12.00 La manifestazione si è conclusa

11.30 Luca Turcheria della Rsu Cgil: «Un messaggio per Nestlé. Se il 13 in Confindustria hanno intenzione di parlare di lavoro va bene, ma se vogliono parlare solo di esuberi ce lo dicano prima che non andiamo nemmeno».

11.20 Per Rosa Facchini, Rsa Perugia, «la nostra presenza qui è un modo per dire basta. Non accettiamo più questa situazione in cui le multinazionali puntano al maggior profitto per giustificare gli scandalosi stipendi dei manager, che guadagnano mille, duemila volte più di un operaio. Si sta giocando una partita che non è solo locale. Bisogna superare il concetto che per lavorare si debba essere disposti ad accettare qualsiasi cosa».

LE PAROLE DEL SINDACO ROMIZI – IL VIDEO

11.15 «É assurdo che noi giovani – ha detto un rappresentante degli studenti – spendiamo tanti soldi e fatica per studiare e poi siamo costretti a lasciare questa terra, spesso andando all’estero, per trovare un lavoro».

11.00 Andrea Panfili (Azienda ospedaliera di Perugia): «Nel settore pubblico abbiamo meno problemi, ma vi siamo vicini. In questi anni ci sono stati molti morti fra piccoli imprenditori e operai. Le chiamano morti bianche, come se fossimo in un libro di poesie. Ma le morti sono tutte nere. Smettetela di prenderci in giro. Questa piazza non è una protesta, ma un muro di protezione che si erge a difesa della Perugina».

L’INTERVISTA A LANDINI – IL VIDEO

10.55 «Si parla di ‘Industria 4.0’ ma qui abbiamo perso l’industria», dice ad esempio Luciano Recchioni (ex Merloni). «Non è più accettabile che una multinazionale arrivi in Italia, prenda un’azienda, la svuoti e la lasci distrutta. È giunto il momento di uno sciopero generale regionale. La solidarietà deve essere il concetto di base. Perché chi rimane senza lavoro diventa incontrollabile e poi non si sa cosa può accadere».

10.50 Nel suo intervento il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, ha ricordato che «noi ci siamo in questo territorio e non permetteremo che si possano licenziare 364 persone dall’oggi al domani, lo diciamo con chiarezza. Dopo questa piazza, andremo a trovarlo il signor Toia in Svizzera. Non si possono licenziare le persone, c’è una dignità del lavoro che va rispettata».

L’INTERVENTO DI CIAVAGLIA – IL VIDEO

10.45 Ci sono proprio tutti. Lavoratori di aziende in crisi e altri che invece la crisi non la vivono ma la temono. Perché la Perugina – a Perugia ma non solo – è un simbolo. Un ultimo baluardo. Se cade la Perugina cadono tutti. Nel comparto alimentare ma non solo: perché 360 licenziamenti sono un’enormità e avrebbero ricadute su tutto il tessuto sociale. Sul palco, dopo i rappresentanti sindacali, parlano delegato da altre aziende e dicono tutti le stesse cose anche se ogni storia è diversa. In prima fila Marini e Romizi, mischiati fra la folla altri rappresentanti istituzionali. Tutti abbracciano Landini, venuto a Perugia per sottolineare che quello Nestlé è un tema nazionale.

10.40 In mezzo alla folla, come già durante il presidio di qualche giorno fa davanti ai cancelli della Perugina, don Claudio Regni, parroco di San Sisto e per 24 anni il prete della fabbrica del cioccolato: «La Chiesa – ha tenuto a ribadire – sta sempre con i più deboli e chi deve portare a casa un pezzo di pane è debole».

10.25 Alla manifestazione è arrivato Maurizio Landini

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