Da un normale controllo su un autotreno che trasportava maiali, gli agenti della polizia stradale di Orvieto, coordinati dal comandante Stefano Spagnoli, hanno scoperto praticamente di tutto. Tanto che i due trasportatori, entrambi della Campania, oltre alle sanzioni irrogate, ora dovranno rispondere di reati come maltrattamento di animali e ricettazione.
Viaggio infinito
L’alt al mezzo pesante è scattato lunedì pomeriggio lungo il tratto umbro dell’autostrada A1, nei pressi di Orvieto. A bordo, 170 maiali destinati alla macellazione e – stando a quanto dichiarato dai due ‘conducenti guardiani’ – tutti provenienti dalla Spagna. La prima irregolarità emersa è stata quella relativa alle condizioni di benessere degli animali, a cui – pur destinati alla macellazione – devono essere evitate inutili sofferenze. In sostanza avevano viaggiato stipati, ininterrottamente, senza il riposo minimo previsto – 24 ore fuori dal tir – come invece previsto dalla legge.
Un’irregolarità dietro l’altra
A quel punto i due conducenti, su invito degli agenti, hanno raggiunto gli uffici della polstrada orvietana per i verbali del caso e da lì in poi, con l’ausilio del servizio veterinario della Usl Umbria 2, sono emersi altri aspetti ‘degni di nota’. Intanto per gli esausti animali trasportati, viste le loro condizioni, è stato disposto l’accompagnamento presso il centro di raccolta e scarico di Manziana (Roma) dove avrebbero potuto riposare. Ma il trasporto non poteva essere effettuato dai due campani che, a loro volta – ulteriori sanzioni – non avevano rispettato il periodo di riposo obbligatorio alla guida del veicolo pesante. Così è stato contattato un terzo autista che ha guidato l’autoarticolato fino al centro laziale.
Provenienza ignota
A quel punto gli animali sono scesi e tre di loro sono apparsi subito in condizioni pessime di salute: uno non riusciva neppure a stare in piedi e altri due avevano problemi tali da impedirne il trasporto. Al servizio veterinario del posto è subito balzato agli occhi un altro dettaglio: nessuno dei 170 maiali aveva all’orecchio, pur forato, il bollino che ne identifica l’origine e neppure il marchio su una coscia, alternativo al primo. In sostanza non è stato possibile accertarne l’origine né verificare se provenissero effettivamente dalla Spagna. Le conseguenze, a cascata, sono state il sequestro di tutti gli animali – in attesa degli accertamenti veterinari e della necessaria profilassi -, le denunce a piede libero dei due trasportatori e un’indagine che ora dovrà accertare cosa ci sia dietro quel trasporto ampiamente illegale.