Meeting della Salute, incontro a Perugia

Il vescovo ausiliare monsignor Salvi: «Preziose giornate rivolte alla riflessione sul mondo della salute e della solidarietà»

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Dodici associazioni hanno aperto domenica mattina, nella centralissima piazza IV Novembre di Perugia, il settimo meeting promosso dall’ufficio diocesano per la pastorale della salute; sono: Alice Umbria, APV, Avanti Tutta, Caritas, Comitato per la vita “Daniele Chianelli”, Croce Rossa Italiana, Confraternita della Misericordia di Magione e Olmo, UNITALSI, Fontenuovo, Casa Padre Pio di Castel del Piano, AIFI Insieme Fratelli Indios e Comunità di Capodarco.

Il programma del meeting

Il meeting, come ogni anno, è un’occasione sul territorio diocesano di riflessione e di festa rivolta agli ospiti, agli operatori e volontari delle strutture di accoglienza per anziani, malati e disabili e alle loro famiglie. Vari momenti previsti nel programma. Alle 15 una conferenza alla Sala dei Notari con don Massimo Angelelli, direttore dell’ufficio nazionale Cei, sull’animazione della pastorale della salute nel territorio. A seguire alcune testimonianze di operatori pastorali e la celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Lorenzo. Dopo la cena nel chiostro di San Lorenzo, lo spettacolo canoro-musicale «Mille voci per la bontà», animato dalle corali delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi sulla gradinata della cattedrale, con la partecipazione del tenore fra’ Alessandro Brustenghi.

La conferenza

Evento di preparazione al meeting è stata la conferenza dal titolo «Portate i pesi gli uni degli altri». Volti della sofferenza, vie della consolazione, che si è tenuta nel fine settimana. Sono intervenuti il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi e il professor Luigi Alici, ordinario di Filosofia morale all’università di Macerata, introdotti dal dottor Marco Dottorini, presidente Amci Perugia e membro dell’ufficio diocesano per la pastorale della salute. «Senza l’amore profondo che viene dal Signore e che deve circolare orizzontalmente all’interno della Chiesa e della società – ha detto il vescovo – si rimane su un piano prettamente umano, privo di senso divino ed escatologico. La solidarietà umana può nascere certo da un sentimento naturale di pietas, ma essa trova robusta radice e nutrimento solo se innestata nell’amore divino. Questo comando primigenio calato nel cuore dell’uomo, se valorizzato e accolto, ci trasforma in uomini e donne di condivisione e di fraternità. Portare i pesi gli uni degli altri è, in qualche modo, la concretizzazione, il risvolto pratico e visibile, di un amore coltivato e alimentato nel nostro essere più intimo, come Gesù ci chiede. Il Signore chiede di chinarsi, fermarsi dinanzi a chi ci sta di fronte: “commuoversi” e, in qualche forma, “immedesimarsi” in quel volto sofferente».

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