Milot, braccio di ferro Terni-Perugia

Il Riesame ha rimesso in libertà l’ottavo componente della banda dopo che il gip di Terni aveva confermato il carcere

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di F.T.

Si prospetta un braccio di ferro giudiziario fra Terni e Perugia sull’operazione Milot con cui lo scorso febbraio la polizia ternana ha sgominato una banda di albanesi specializzati in furti in abitazione. Mercoledì mattina il tribunale del Riesame di Perugia ha rimesso in libertà l’ottavo componente della banda (su un totale di dieci arrestati) dopo che, per quest’utimo, il giorno prima il gip di Terni aveva confermato il carcere.

OPERAZIONE MILOT: LE INTERCETTAZIONI

Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame aveva scarcerato sette membri della banda su dieci, fra cui anche il presunto boss, condannato in passato a dieci anni di reclusione per una rapina in villa nel bergamasco. Una decisione che aveva fatto molto discutere, anche per le neanche troppo velate critiche all’impianto investigativo degli inquirenti ternani.

L’istanza Sulla falsariga dei provvedimenti del Riesame, uno dei tre albanesi ancora in carcere, assistito dall’avvocato Massimo Proietti di Terni, ha presentato istanza al gip Simona Tordelli, chiedendo la revoca delle misure cautelari.

Terni vs. Perugia Martedì 2 marzo il gip di Terni ha respinto la richiesta di scarcerazione, motivando la decisione con la permanenza di esigenze cautelari, rafforzate da «ulteriori sviluppi investigativi della vicenda». Poche ore dopo, nella mattinata di mercoledì, il Riesame di Perugia ha smentito il giudice ternano, decidendo – come già fatto per gli altri sette componenti la banda – per la remissione in libertà. E lo stesso ora potrebbe accadere per gli ultimi due soggetti ancora detenuti.

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