Obitori pieni: dolore e disagi per i cittadini. Fra le cause, la ‘crisi’ dei templi crematori

Da alcuni giorni la situazione è problematica tanto a Terni quanto a Perugia. L’opzione di un impianto nella Conca è sempre più reale

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Obitori pieni di salme da tumulare: accade tanto a Terni quanto a Perugia ed in altri cimiteri del territorio regionale. Una situazione che, purtroppo, affligge sul piano umano chi è stato già colpito da un lutto recente e vorrebbe solo seppellire i propri cari che non ci sono più.

Il perché

Se da un lato la neve – che ha bloccato in qualche caso le tumulazioni – ha influito, ma soltanto per un giorno, così come possono influire alcuni cronici ritardi amministrativi nell’assegnazione dei posti, uno dei fattori preminenti nel causare tale stato di cose è lo ‘stallo’ – per ragioni sostanzialmente diverse – dei templi crematori più utilizzati dagli umbri, quelli di Perugia e Viterbo, con quest’ultimo che interessa l’area del Ternano e il sud della regione. Lo stop di Viterbo per ragioni tecniche, ha di fatto finito per ‘ingolfare’ l’impianto perugino che serve anche una parte della Toscana. Da qui i ritardi e le difficoltà organizzative che, ad esempio, hanno portato in questi giorni alla presenza di una trentina di salme – picco massimo – nell’obitorio del cimitero di Terni e nello spazio adiacente utilizzato a tale scopo.

La riflessione

Se da un lato la speranza è che la situazione si sblocchi, e che finalmente chi non c’è più trovi la doverosa pace, dall’altro la situazione spinge ad alcune riflessioni sul settore e le prospettive per garantire servizi efficienti e in linea con le esigenze delle amministrazioni. In questo senso a Terni è stato avviato da tempo un ragionamento attorno alla possibilità di costruire un tempio crematorio, nei pressi del cimitero come la legge impone, supportato ad esempio da strutture di cui oggi la città è più e meno carente: una sala autoptica (l’attuale in ospedale è da tempo inutilizzata e gli esami vengono svolti a Perugia), celle figorifere (altra nota carenza dell’obitorio del ‘Santa Maria’, dove in più di un caso il numero è risultato insufficiente rispetto alle esigenze) e una sala del commiato anche migliore di quella allestita in via Puglie.

I pro

Intanto una struttura del genere, oltre alla città di Terni, potrebbe essere punto di riferimento per l’intera provincia ed anche per una parte di quella di Perugia, per il Reatino e la Sabina ed altre zone prossime all’Umbria, al momento prive di un servizio prossimo. Un bacino stimabile in circa 700 mila cittadini che, calcolando la percentuale di decessi e cremazioni, potrebbe effettuare poco meno di 3 mila cremazioni ogni anno. In un contesto in cui anche gli aspetti urbanistici – con la necessità reale di ‘contenere’ l’estensione dei cimiteri – hanno il loro peso, l’ipotesi di un impianto appare tutto fuorché peregrina. Una modalità già nota, perché utilizzata in più occasioni, è quella del project financing che consentirebbe al Comune di offrire un servizio affidandolo ai privati che costruiranno la struttura, di tornare proprietario dei beni dopo alcuni anni e comunque – ad esempio – di incassare una parte dei proventi dell’attività. Modalità, insomma, ce ne sono e sono destinate ad essere sempre più valutate. Tanto dalla politica quanto da chi amministra.

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