Olimpiadi e laurea in medicina: i sogni di Francesca. «I limiti sono solo nella nostra testa»

Nata senza due mani e una gamba, la magionese Cesarini è campionessa mondiale di para pole dance. La sua storia è un messaggio per tutti

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di Gabriele Ripandelli

Nel magionese Francesca Cesarini è sempre più nota. Negli ultimi due anni nel comune dove è nata e cresciuta ha ritirato i premi di Stella dello Sport e di Magione nel Mondo. Ma non si ferma qua: campionessa del mondo di para pole dance, lo scorso marzo è stata invitata ad esibirsi agli Italian Sport Awards dove erano presenti sportivi di altissimo livello come Gregorio Paltrinieri e Sofia Raffaeli, ma anche registi e attori molto noti. Bebe Vio, campionessa paralimpica di scherma, l’ha conosciuta nel dicembre 2021 tramite un incontro organizzato da Matteo Viviani de Le Iene: «In quell’incontro ho visto la differenza tra chi nasce senza mani e chi invece le deve togliere nel corso della sua vita. Le protesi che per me erano un impiccio, a lei la facevano sentire viva». La storia di Francesca Cesarini ha fatto il giro del mondo. Sarebbe bello, emozionante e quasi toccante raccontarla per spiegare come i limiti esistono solo negli occhi di chi guarda, oppure se parliamo di noi stessi, nella nostra testa. Eppure c’è tanto altro nello sguardo di una ragazza che a 16 anni è solare, testarda e autoironica. Al telefono ci trasmette la sensazione di avere l’energia e la determinazione per tenere in pugno il mondo. E questo ce lo conferma anche la madre Valeria scherzando: «A casa comanda lei. Quando si mette in testa una cosa, la fa fino in fondo. È impossibile farle cambiare idea». Francesca non smentisce: «Sono una ‘di coccio’».

Quali difficoltà

Essere nata senza due mani e senza una gamba per lei non è mai stata una condanna: «Solo da bambina ho avuto dei momenti di sconforto. Qualcuno mi chiamava la bambina senza mani ma facevamo la prima elementare e forse era più che altro curiosità. Al liceo una mia amica mi ha chiesto invece se poteva provare a togliermi la gamba. Gli ho detto dove pigiare e ci abbiamo riso sopra». Valeria ci racconta invece alcuni dei disagi che la figlia ha provato nella vita di tutti i giorni: «Non ha mai accettato le protesi superiori, la facevano sentire diversa. A mensa con la mano mioelettrica non poteva prendere un cracker o un bicchiere di plastica senza romperlo. Le portava a scuola ma poi le toglieva a volte. Le prime le ha messe quando aveva tre anni, dalla Comunione non ha più voluto».

La pole dance

La pole dance oggi è il suo mondo. La sensazione è che forse questo sport possa averla aiutata ulteriormente a sciogliersi nel rapporto con se stessa: «Ho avuto solo le difficoltà classiche di chi inizia un nuovo sport, per di più acrobatico. Non mi sono mai chiesta come potessi riuscirci. Ho visto quello che gli altri facevano e l’ho adattato al mio corpo. Ho ragionato: se loro fanno con le mani, io posso farlo con il gomito». La passione per questa disciplina è nata quasi per caso: «Forse l’ho sognata. Un giorno ho voluto iniziare a praticare questo sport e con mamma ci siamo informate. Ora non provo per niente agitazione prima e durante la gara. Ho solo i due minuti prima di salire sul palco in cui provo a pensare a tutt’altro».

Un esempio senza limiti

Che la sua storia possa essere un esempio è chiaro. Molte bambine e bambini possono spingersi a superare le proprie difficoltà guardando lei. «Più vado avanti, più me ne rendo conto – commenta Francesca – non lo penso di mio e non faccio qualcosa in particolare per questo fatto. Però in tanti me lo dicono». Lancia comunque un messaggio molto bello: «Il fisico non lo vedo come una cosa fondamentale. Il nostro cervello comanda tutto. I limiti non sono nell’aspetto fisico ma in chi guarda e nella nostra testa».

Passioni e sogni

«Mi piace leggere e ascoltare la musica». Francesca racconta le sue passioni: «Adoro Harry Potter, il mio film preferito della Disney è Rapunzel. Sono appassionato di Formula 1 e tifosissima della Ferrari. Con un compagno di classe abbiamo visto il gran premio online anche quando eravamo in gita sul pullman». Apre anche i cassetti dei sogni tra sport e vita: «Frequento il terzo anno di biotecnologie sanitarie al ‘Giordano Bruno’ e mi piacerebbe entrare a medicina. Con la mia insegnante di pole dance lavoriamo step by step pensando ora al prossimo mondiale. Vorremmo che lo sport venisse inserito alle olimpiadi e parteciparci. Infine vedere Leclerc vincere un mondiale. Varrebbe tre giorni di festa». La madre ci spiega la candidatura della disciplina: «È stata fatta due anni fa. È uno sport in crescita con sempre più iscritti ed è molto faticoso. Basti pensare che è inserito nella ginnastica acrobatica». Non sempre i supereroi hanno grandi armature. Basta la forza e il coraggio di azzerare i propri limiti, superarli e renderli punti di forza.


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