Omicidio di Perugia, colpo all’inguine fatale

Confermate le due fucilate sparate dall’assassino, una ha raggiunto la vittima alla spalla. Francesco Rosi resta in carcere

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Un colpo alla spalla destra. Un secondo, quello probabilmente mortale, all’inguine. Raffaella Presta, la donna uccisa a fucilate dal marito, Francesco Rosi, sarebbe stata raggiunta dei due colpi, forse, al culmine di una lite – l’ennesima? – provocata dalla gelosia dell’uomo.

L’ARRESTO DI FRANCESCO ROSI

L’autopsia Laura Pagliacci Reattelli, il medico legale, nel corso dell’autopsia – che non è ancora terminata – avrebbe anche riscontrato una ferita su un polso di Raffaella Presta, procurata forse da un estremo quanto inutile tentativo di difesa.

I precedenti L’esame autoptico, però – viste le voci emerse dopo l’omicidio – servirà anche a stabilire se sul corpo della vittima siano presenti tracce di lesioni precedenti

Rosi resta in carcere Il gip Andrea Claudiani ha comunque convalidato l’arresto in carcere, respingendo la richiesta dell’avvocato, Luca Maori, che difende Francesco Rosi, avesse chiesto i domiciliari.

Il bambino Sullo sfondo, tenuto al riparo per quanto possibile dalla curiosità, c’è il piccolo figolio della coppia: quel bambino che potrebbe essere stato – suo malgrado – uno dei motivi scatenanti della tragedia. Se verrà confermato che Raffaella Presta aveva intenzione di lasciare Francesco Rosi e – pare – anche Perugia, portandosi via quel figlio che, a detta delle stesse persone che raccontano delle frequenti litigate tra moglie e marito, l’uomo ha sempre mostrato di amare in maniera completa; ecco una possibile, ulteriore, chiave di lettura dell’episodio.

 

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