Orvieto, ancora un cellulare in carcere

Ritrovato dalla penitenziaria nascosto nella porta del bagno di una cella, trovata anche la sim. Il Sappe: «Schermare i penitenziari»

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A meno di una settimana di distanza da un episodio analogo, nuovo ritrovamento e sequestro di un cellulare all’interno del carcere di Orvieto. La scoperta è stata fatta mercoledì durante una perquisizione ordinaria, in una cella dove sono ospitati tre detenuti italiani e due extracomunitari.

Il cellulare miniaturizzato, dello stesso identico modello di quello già ritrovato il 29 giugno, era stato nascosto nella porta del bagno, mentre la relativa Sim è stata ritrovata nella branda in dotazione ai detenuti. L’episodio viene denunciato dal segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino, che elogia «il personale di polizia penitenziaria di Orvieto che ha rinvenuto tale telefonino, dimostrando grandi capacità professionali».

L’intervento Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, punta il dito contro il sistema della ‘vigilanza dinamica’. «Questi – commenta – sono i frutti di una sorveglianza ridotta in conseguenza della cervellotica vigilanza dinamica, dell’autogestione delle carceri o della sottoscrizione di ridicoli ‘patti di responsabilità’ da parte dei detenuti. Da anni sollecitiamo il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ad adottare interventi concreti per impedire l’uso di cellulari indebitamente introdotti in carcere come, ad esempio, la dotazione ai reparti di polizia penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani» .

La ‘schermatura’ Secondo il Sappe, appaiono pertanto «indispensabili, nei penitenziari per adulti e per minori, interventi immediati compresa la possibilità di ‘schermare’ gli istituti al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di polizia penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari».

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