di Gianni Giardinieri
Senior financial advisor Allianz Bank – Terni
In un articolo di tre mesi fa scrivevo del favorevole momento dei mercati finanziari e delle economie mondiali, cullate da una crescita regolare ma non schizofrenica, da un orizzonte favorevole sul lato dei tassi di interesse (il consensus di mercato dà per scontati tre tagli per il 2024 negli Usa) e da politiche fiscali globali ancora estremamente espansive.
Oggi il quadro complessivo appare, se possibile, ancora migliore: la Borsa Italiana da inizio anno sale del 14,49%, quella statunitense del 10,16% (Indice S&P 500), un altro 10% circa per le altre europee. Bene anche, mediamente, i mercati del resto del mondo, con un ‘Nikkei 225’ su del 20% (principale indice della borsa giapponese, proveniente da decenni di sottoperformances). Cominciano a muoversi anche i bonds (titoli di Stato e obbligazioni in genere, per intenderci) per i quali molti analisti prevedono, stante la discesa dei rendimenti, apprezzamenti anche a due cifre sui prezzi nel corso di quest’anno.
Insomma, più che di Goldilocks verrebbe da parlare di Permabull, termine tecnico e acronimo delle parole ‘Permanent’ (permanente) e ‘Bull’ (toro, figura animale con la quale si intende una prolungata fase rialzista dei mercati). Uno stato quindi perfetto, con borse e bonds su. La domanda, marzullianamente parlando, non è ‘durerà?’. La risposta a questo quesito è infatti scolpita nei sacri annali degli indici di borsa ed è negativa: non durerà. Prima o poi ci sarà o una correzione o un nuovo trend ribassista. La vera domanda da porsi invece è ‘fino a quando durerà?’.
Non disponendo di palle di vetro, neanche di seconda mano, le risposte scaturiscono da tre scenari possibili. Il primo è una situazione di ‘no landing’: le economie mondiali non entrano in recessione ma continuano a crescere. L’inflazione non scende troppo ma non sale più. E’ lo scenario che al momento appare più probabile. Se così sarà, per questo anno solare è probabile che azioni e bonds continueranno, con qualche pausa, a salire. Il secondo scenario è quello del ‘soft landing’, cioè una leggera fase recessiva. Un atterraggio morbido che sgonfia un po’ la crescita e contribuisce a raffreddare in maniera però non eccezionale l’inflazione. In questo caso, azionario stabile o con una correzione fisiologica e bonds ancora in apprezzabile salita.
Il terzo scenario è quello definito ‘hard landing’: forte recessione in arrivo, atterraggio duro. Magari complicato da increspamenti nel quadro geopolitico al momento ancora indefiniti. In questo caso sarebbe prevedibile una forte divergenza tra i due assets di investimento, con le azioni destinate a subire una discesa consistente (certamente a due cifre) e bonds invece in fortissimo apprezzamento (tassi giù, prezzi su). Il consiglio per il risparmiatore, in qualunque scenario, è sempre lo stesso: barra dritta, pianificazione finanziaria in base alle proprie esigenze e definizione del proprio orizzonte temporale e della personale propensione al rischio.