di Gianni Giardinieri
Senior financial advisor Allianz Bank – Terni
Nella favola ‘The three bears’ (‘I tre orsi’), scritta nel 1837 da Robert Southey, si racconta di una bambina impertinente di nome Goldilocks (‘Riccioli d’oro’) che entra di nascosto in una casa di orsi e trova tre ciotole di latte pronte da gustare. Assaggia la prima ma è troppo calda. Poi la seconda, che al contrario è troppo fredda. Quindi la terza, che giudica perfetta e che beve fino in fondo. In finanza, quando ci si trova in un momento storico apparentemente perfetto, fatto di bassa inflazione, crescita moderata ma costante e bassa disoccupazione, si parla appunto di Goldilocks, il migliore dei mondi possibili. Perché rappresenta una ‘via di mezzo’, in cui tutto va mediamente bene. Senza eccessi. La temperatura perfetta del latte degli orsi.
Dopo un difficilissimo 2022, fatto di inflazione in rapidissima crescita, strette monetarie feroci, discese inusuali di bonds e azioni, il 2023 sembrava potesse essere, a detta un po’ di tutti gli addetti ai lavori, l’anno della ‘riscossa’. Fino a metà ottobre in realtà non è stato così e gli assets finanziari hanno continuato a soffrire, pur in presenza di tutti i prodromi per invertire la rotta. Cosa invece avvenuta proprio negli ultimi due mesi, con un vigoroso ‘rimbalzo’ (questo il termine tecnico) dei mercati finanziari.
In questi giorni, molti analisti finanziari tornano a parlare di ‘momento’ Goldilocks, il migliore dei mondi possibili. In effetti, senza entrare troppo nel tecnico, possiamo rapidamente osservare che l’inflazione, negli Usa e in Ue, è in rapido e costante calo (3,1% negli Stati Uniti dal 9,1% di luglio 2022; 2,4% nell’Unione Europea dal picco del 10,6% nel novembre 2022), che il mondo cresce a ritmi moderati senza però all’orizzonte scenari fortemente recessivi e che non si vede traccia di possibili tensioni sul mercato del lavoro. Per non parlare del fronte geopolitico, con le due principali ‘questioni’ internazionali (conflitti russo-ucraino e israeliano-palestinese) che sembrano non allargarsi oltre l’orizzonte regionale.
In uno scenario Goldilocks, ovviamente, si tende ad aumentare il ‘rischio di portafoglio’ per sfruttare al massimo il potenziale benefico che ne deriva. Tradotto: più obbligazioni, più azioni, meno liquidità. Il problema, ovviamente, è capire se questo scenario è proprio quello sopra descritto. Retroattivamente, tra un annetto, lo sapremo di certo, ma al momento, qui ed ora, è difficile accertarlo. Ciò che più preoccupa è l’avvio di una fase recessiva indotta dal forte aumento dei tassi d’interesse.
Se ciò avvenisse avremmo comunque uno scenario positivo per i bonds (la recessione indurrebbe tagli dei tassi aggressivi, con conseguente discesa dei rendimenti e salita dei prezzi) mentre per le azioni sarebbero decisivi i dati sugli utili. Se volete sapere come finisce la favola dei tre orsi, seguite questo link.