Perugia, droga a fiumi: carcere per tre

Le indagini della polizia di Stato – squadra Mobile – hanno consentito di sgominare un vasto giro di spaccio ‘itinerante’ sul territorio

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Gli agenti della sezione ‘criminalità diffusa’ della squadra Mobile di Perugia, coordinati dalla procura della Repubblica – pm Gemma Miliani – hanno concluso un’importante attività d’indagine che ha drasticamente interrotto l’attività criminale di due pregiudicati tunisini, già noti alle forze dell’ordine perugine, detentori di una importante ‘fetta’ dello spaccio di sostanze stupefacenti in diversi punti della città e della provincia di Perugia.

I due indagati – finiti in carcere insieme ad un terzo soggetto, presunto complice e connazionale – sono entrambi originari della Tunisia, quarantenni, irregolari in Italia e con gravi precedenti per violazione delle norme sull’immigrazione, false attestazioni sulle proprie generalità e rapina. A Perugia sono conosciuti soprattutto per la recidività nell’attività di spaccio di droga al dettaglio.

L’indagine, avviata ad inizio 2017, costituisce un ‘ramo’ investigativo di una precedente attività analoga che a fine 2016 ha portato all’arresto di diversi cittadini tunisini inseriti nello stesso contesto criminale. I soggetti coinvolti, fin dai primi servizi di osservazione e pedinamento, hanno dimostrato di essere particolarmente attivi nello spaccio di stupefacenti, riuscendo a gestire numerosissime cessioni al giorno e in località diverse.

Le modalità di contatto con i consumatori di droga: appuntamento telefonico sui numeri ‘dedicati’ allo spaccio con clienti-assuntori di fiducia e ‘incontri lampo’ in luoghi ritenuti sicuri, raggiungibili a piedi se in centro storico o con mezzi privati. I due spacciatori, che utilizzavano le stesse utenze telefoniche in maniera impersonale, si facevano chiamare con dei nomi di copertura – ‘Angelo’ e ‘Roberto’ – e poi si presentavano agli appuntamenti singolarmente o insieme, a seconda del numero di consegne da effettuare.

Intercettati Al telefono il linguaggio era dissimulato ma non troppo: si faceva riferimento alla tipologia dello stupefacente con la classica ‘R’ per l’eroina e con la ‘C’ per la cocaina, oppure si parlava di ‘chiodi’ ed alla quantità con i numeri decimali, con chiaro riferimento ai grammi o alle dosi ‘dammene 1, anzi 2…’.

Il giro d’affari I clienti dei due tunisini potevano rivolgersi anche quotidianamente ai loro fornitori di fiducia per l’eroina, per la cocaina ma anche per l’hashish. Il numero dei contatti e delle cessioni documentate dimostrano come gestissero un consistente giro d’affari: sono state monitorate e ricostruite oltre 500 cessioni di stupefacenti, effettuate a decine di clienti, per un incasso complessivo superiore ai 20 mila euro in pochi mesi.

Territorio sotto controllo Un aspetto che caratterizza particolarmente l’attività dei due indagati è la loro capacità di muoversi rapidamente sul territorio, raggiungendo i clienti ovunque e cercando di eludere eventuali controlli di polizia. Gli appuntamenti per le cessioni venivano fissati soprattutto in centro storico, in zona Tre Archi, a Porta Pesa, in piazza Grimana, al Pincetto, in via Pellas, al parco Sant’Angelo, in via XIV Settembre ma anche al cimitero di Monteluce, in via Settevalli, Ponte Rio, Ponte San Giovanni e addirittura fuori città.

Defilati ma ‘attivi’ Ultimamente i due pusher, per stare dare meno nell’occhio, si erano sistemati in un’abitazione a Pierantonio e da lì, oltre a raggiungere giornalmente il centro storico di Perugia per proseguire la loro attività criminale, avevano iniziato a scegliere, per lo spaccio, luoghi più discreti e vicini alla nuova residenza come Pierantonio, Umbertide e Resina.

Fermati Gli elementi raccolti dalla squadra Mobile di Perugia hanno consentito al pm titolare del procedimento di emettere, in tempi brevissimi, un provvedimento di fermo a carico dei due spacciatori. Ciò in relazione anche al reale pericolo di fuga dei soggetti, suffragato dallo stato di clandestinità, dall’assenza di una dimora fissa e dal mancato rispetto dei diversi provvedimenti di espulsione già emessi a loro carico.

Il blitz Una volta localizzati gli obiettivi, gli agenti della squadra Mobile, supportati da un’unità cinofila specializzata antidroga, hanno fatto irruzione nell’appartamento di Pierantonio dove hanno trovato i due ricercati ed un terzo soggetto, connazionale e con precedenti analoghi, anch’egli clandestino e noto per i suoi numerosi trascorsi giudiziari.

Tre arresti Oltre ai tre clandestini, nel corso della perquisizione domiciliare la polizia ha trovato 2.300 euro in contanti e diversi involucri contenenti una sostanza polverosa giallastra. Il ‘narcotest’ ha permesso di accertare che si trattava di droga – eroina e cocaina – per un totale di 40 grammi. Per tutti e tre sono così scattate le manette.

La pistola Sempre all’interno dell’abitazione, inoltre, è stata trovata una pistola scacciacani senza il tappo rosso e con alcune cartucce caricate a salve: sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se l’arma possa essere messa in relazione con rapine compiute di recente a Perugia. Ora i tre si trovano nel carcere di Capanne, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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