Perugia: «Fly Volare non paga, dimissioni»

Ricci, Liberati e Cardinali scatenati contro Sviluppumbria e Sase: «Dove sono i 500 mila euro che dovevano essere restituiti visti i servizi non svolti?»

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Claudio Ricci

«Avevamo ragione su Fly Volare. Avevamo ragione sulla ‘leggerezza’ della società di gestione dell’aeroporto (Sase) nel dare 500 mila euro ad una compagnia aerea che non aveva le autorizzazioni per volare (con diffida di Enac)». Così il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente). «Nonostante la volontà espressa dalla compagnia aerea di restituire i denari a seguito della rescissione del contratto da parte di Sase per mancanza di autorizzazioni, ad oggi nemmeno un euro è tornato nella verde Umbria. Accredito promesso già per venerdì scorso, ma il conto in banca di Sase ancora langue». Così i consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia carbonari (M5S). E tutti vogliono vedere saltare delle teste.

Liberati e Carbonari

La richiesta di dimissioni «Avevamo ragione nel dubitare che entro venerdì 17 novembre, come promesso, i 500 mila euro sarebbero stati restituiti visti i servizi non svolti. Ma adesso – dice Ricci – le cose cambiano. Ora è, di fatto, inevitabile l’intervento degli organi di controllo quali la Corte dei conti e la Procura della Repubblica per verificare la situazione. Si tratta di soldi pubblici e non bisogna dimenticarlo. Chiedo dunque le doverose dimissioni dei responsabili di questa vicenda». Mentre i penta stellati rincarano: «La triste saga di Fly Volare prosegue. L’auspicio è che il direttore generale di Sviluppumbria, Mauro Agostini ed il presidente Sase (Società di gestione dello scalo umbro) Ernesto Cesaretti prendano atto della situazione e facciano un passo indietro, dando un segno di dignità e responsabilità nei confronti della comunità regionale».

«Politica assente» Per Liberati e Carbonari «non è possibile trattare con tanta leggerezza le risorse pubbliche. Dopo la fine dell’ex Fcu, dopo scelte prive di ragionevolezza nei collegamenti ferroviari nazionali, dopo strade ridotte a colabrodo, è evidente che andiamo velocemente incontro anche a un ulteriore depotenziamento dell’hub aeroportuale. L’isolamento dell’Umbria continua nel totale immobilismo dell’istituzione regionale, in stato letargico perenne, come spesso denunciamo in aula. Chi doveva controllare, non ha controllato. La politica non è pervenuta. E gli umbri restano letteralmente a piedi oppure pagano extracosti per collegamenti altrove ordinari».

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