Perugia, l’economia parla mandarino

Dalla tentata scalata alla Lumera fino al supermercato gestito da una famiglia cinese ma con dipendenti italiani. L’unica tendenza che sembra non conoscere crisi

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di L.P.

Anche in Umbria l’economia parla mandarino. Bazar, sartorie, abbigliamento, commercio al dettaglio, ristoranti, supermercati e, persino, parrucchierie low cost.

Il boom A Perugia, in tutta la zona di Monteluce e dintorni, sono tantissime le imprese gestite da cittadini cinesi. E si stanno spostando sempre di più verso il centro, mentre gli italiani faticano ad arrivare a fine mese e, spesso, abbassano le saracinesche e abbandonano intere zone, loro acquistano. L’ultima, solo in ordine temporale, è la ‘tentata scalata’ alla Lumera, la storica osteria di Porta Pesa. Aperta sotto la gestione dello chef Roberto Sammartano da quasi 26 anni, quattordici dei quali trascorsi insieme al più giovane Antonio Staltari Ferraro, la Lumera era uno dei simboli di corso Bersaglieri, l’unico ristorante rimasto alle porte del centro passando per l’Università per Stranieri.

L'osteria La Lumera

L’osteria La Lumera

La Lumera «Roberto era stanco, io non vedevo più uno stimolo per la crescita in quella zona di Perugia – racconta Antonio – per cui abbiamo deciso di chiudere». Come tutte le grandi storie, anche quella della Lumera si ferma qui, ma non prima di aver preso in considerazione l’entrata di nuovi soci nella compagine. E proprio nel quartiere più frequentato da cinesi, anche per la vicinanza con l’università, una proposta è arrivata proprio da imprenditori del Sol Levante.

La proposta in realtà è stata allettante, «volevano rilevare l’attività e continuare con un servizio di ristorazione tipicamente italiano. Volevano la Lumera com’è sempre stata, ci avevano anche chiesto di affiancarli in questa nuova gestione fino a che non fossero stati autosufficienti», racconta Antonio. Ma non se la sono sentita, «semplicemente perché il tempo della Lumera per noi era terminato», spiega sorridendo.

Penetrazione Per la popolazione locale, forse, sarebbe stato uno choc, mentre per i tantissimi cinesi domiciliati nella zona, un pezzetto di economia in più conquistato. In corso Bersaglieri, infatti, è già attivo da tempo un market con prodotti esclusivamente del Sol Levante, di fronte alla rotonda è stato rilevato un vecchio locale dove oggi c’è un vero e proprio negozio dove è possibile comprare di tutto, dall’abbigliamento alle scarpe alla tecnologia. E, infine, lo stesso supermercato Emi, vicino alla scuola Montessori, è di gestito da una famiglia cinese e conta qualche dipendente italiano.

Il trend A dispetto del trend dell’economia locale, le imprese cinesi a Perugia sembrano non conoscere crisi. Solo a Perugia, infatti, ci sono quasi 150 aziende di proprietà cinese registrate alla Camera di commercio: cinque società di capitale, 19 di persone e 23 ditte individuali per un totale di 47 ristoranti gestiti in autonomia. Ma poi ci sono anche i negozietti, il commercio al dettaglio e le confezioni e l’ abbigliamento, un settore, questo, in cui sono attive 26 società, mentre sono 44 i negozi e i bazar gestiti solo nel capoluogo perugino.

Numeri che, nell’arco di pochi anni, sono cresciuti esponenzialmente, passando dalle 94 aziende del 2010 alle 148 del 2016 e che rientrano nei calcoli sul peso sempre più crescente dell’imprenditoria straniera in Umbria. In tutta la provincia di Perugia, infatti, le aziende gestite da cittadini non nati in Italia sono ormai pari a 5756, settecento in più rispetto a anni fa.

Imprese straniere Sono questi i numeri dell’imprenditoria straniera di base a Perugia, che vede nel secondo trimestre 2016, più di 5 mila ditte individuali, 696 società di capitale, 579 di persone. E se nel 2016 hanno chiuso in cento ad aprire nuove aziende sono stati 166 stranieri residenti nella provincia. Attive soprattutto nel settore delle costruzioni, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di veicoli e motocicli, ma anche agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese nonché agricoltura e pesca. Infatti, proprio nel settore alimentare, sono più di 140 solo a Perugia le attività gestite da stranieri, di cui 28 d’origine comunitaria e 112 extra Ue.

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