Perugia, la rivoluzione di Santopadre e i confini di competenza

Non solo Goretti. Via anche Pizzimenti. Risoluzione con Oddo. In pole per la ripartenza dalla C Comotto e Caserta. Ipotesi nuovi soci e striscione contro il patron

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Sono rimasti sorpresi tutti, forse anche il diretto interessato, dall’annuncio del divorzio fra Roberto Goretti e il Perugia Calcio, arrivato nella tarda serata di martedì. Le parti si erano infatti aggiornate all’indomani – oggi, mercoledì – per una decisione definitiva e per i dettagli, anche economici, del commiato. Invece la fuga in avanti ha scoperto le carte e reso il nuovo incontro solo una mera ratifica di quanto sanno già tutti. Quel «tutt’uno», che Santopadre aveva immortalato nel famoso gesto che vedete nella foto, si è dissolto.

Oddo e Goretti il giorno della presentazione del tecnico

Ufficiale: Oddo via

L’intendimento delle prime ore (confermare tutti per ritornare in C) ha lasciato quindi presto spazio alla opzione due, quella della rivoluzione. E la prima ufficializzazione riguarda proprio il tecnico, con cui è stato risolto consensualmente il legame contrattuale: Massimo Oddo non è più l’allenatore del Perugia.

Perugia, via anche Pizzimenti

A ruota, lascia anche Marcello Pizzimenti, l’altra faccia della medaglia nella gestione tecnico-sportiva del Perugia. L’uno, Goretti, direttore dell’area tecnica, con responsabilità del mercato e licenza di intervenire anche sull’allenatore per consigliarlo nella gestione del gruppo e dell’assetto della squadra; l’altro formalmente direttore sportivo, ma nei fatti collaboratore di Goretti con mansioni più tecniche e legate agli aspetti burocratici; entrambi ex uomini di campo, più che di ufficio, si sono sempre trovati sulla stessa linea e non sorprende che vadano via insieme.

RIVOLUZIONE ANCHE IN SOCIETÀ: NUOVO SOCIO PER SANTOPADRE?

I nuovi arrivi in panchina e in società

Fabio Caserta

Scelto di fatto da Goretti, Fabio Caserta potrebbe essere scelto da Santopadre anche ora che il direttore dell’area tecnica non è più in carica (anche se al momento – 19 agosto ore 13.30 – non è arrivata in tal senso alcuna comunicazione della società né su di lui né su Pizzimenti). Il presidente ne ha apprezzato le doti sia nell’anno di C sia anche nell’ultimo campionato, quando la sua Juve Stabia è venuta a imporre lo zero a zero al Curi. Dalla sua parte la giovane età e la predisposizione al gioco offensivo.

Gianluca Comotto

C’è una sola incognita e riguarda quello che per opinione comune dovrebbe essere uno dei nuovi ingressi in società: Gianluca Comotto. Bisognerà capire se a lui andrà bene. Di certo, visti i precedenti, non sarebbe il massimo cominciare la stagione con scarsa sintonia fra allenatore e uno dei dirigenti. Il ruolo con cui arriverà Comotto non è ancora chiaro: l’ex capitano aveva lasciato il Perugia, dove era formalmente ‘club manager’, proprio per incomprensioni con Goretti sulla divisione dei ruoli. All’inizio si era parlato di un corso d’inglese all’estero, poi il suo addio fu ufficializzato quando ormai lo sapevano già tutti (questa è una delle costanti del Perugia di questi anni).

Il nuovo Ds

Se Comotto arriva al posto di Goretti, servirà qualcuno che prenderà il posto di Pizzimenti come direttore sportivo, interpretando però il ruolo com’è nella sua natura, cioè come responsabile del mercato (funzione che invece fino a ieri ricopriva Goretti). E su questo fronte non c’è un nome forte ma varie candidature. Da Castellammare raccontano di un Ciro Polito molto propenso a raggiungere in Umbria l’ex allenatore delle Vespe. In società piacciono Roberto Gemmi del Pisa e Marco Giannitti del Frosinone, ma entrambi difficilmente sarebbero propensi a scendere in C dopo una stagione da protagonisti in B. Più fattibile Luca Nember del Trapani. Ma non è nemmeno escluso un nome a sorpresa, un ‘colpo grosso’, che venga da supervisore, lasciando a Comotto l’incarico di Ds.

Il concetto di ‘confine’ e ‘ingerenza’

Goretti con Santopadre (foto archivio)

Alla fine, a bene vedere, in questi anni i momenti di crisi nel Perugia Calcio, in questi anni, sono stati sempre relativi alla delimitazione delle competenze, allo spazio in cui ognuno operava e che vedeva minacciato da altri. Goretti e Comotto si sono ‘scornati’ perché entrambi pensavano che l’altro facesse indebite ingerenze nel proprio campo d’azione. Ma se vogliamo è la stessa recriminazione di molti allenatori, che lamentavano una eccessiva pressione di Goretti nelle scelte tecnico-tattiche; un aspetto su cui l’ex dt è stato sempre molto chiaro: lui, in quanto direttore dell’area tecnica, può e deve intervenire in vicende di campo anche (come spesso ha fatto) suggerendo persino cambiamenti di modulo o scelte tecniche.

A sua volta, però, lo stesso Goretti lamentava le eccessive ingerenze del presidente sulle sue strette competenze: per indole personale, per carattere più che per razionale interpretazione del ruolo, Santopadre non è il tipo da farsi totalmente da parte rispetto a un settore né di concedere totalmente carta bianca ai propri collaboratori. Gli piace andare nello spogliatoio a sentirne l’umore, a saggiare il funzionamento del cuore pulsante della squadra, vuole avere l’ultima parola sul mercato e sulle scelte degli allenatori; persino sulla gestione della comunicazione pone veti e fornisce input vincolanti. Del resto, lo sappiamo, viene da una storia imprenditoriale particolare; nella sua concezione il proprietario è anche il padrone e – lo ha spesso sottolineato (anche in una recente conferenza stampa) – «quando parla il padrone gli altri stanno zitti». Lui in realtà lo disse per sottolineare che il ruolo di Goretti non doveva essere messo in discussione, ma la frase è rivelatrice del suo modo di intendere il ruolo. Legittimo, per carità: è lui che ci mette i soldi.

È qui, quindi, che va rintracciato il motivo del divorzio fra Santopadre e Goretti: da giovane e inesperto dirigente, il Goro era diventato e voleva continuare a diventare professionista completo e autonomo, intendendo il ruolo di ‘direttore’ a 360 gradi, quindi, ad esempio, con supervisione anche sul settore giovanile, oltre che sulla prima squadra e sul mercato. Una visione che, evidentemente, non collimava col presidente. Ma i due si sono lasciati bene. Ed è possibile (oltre che auspicabile) che a Goretti venga lasciata la passerella per una conferenza stampa d’addio.

Quella famosa conferenza (video)

Monologo Santopadre: «Compattiamoci»

Nuovi ingressi in società?

Resta ora da capire se, con un presidente che ha questa concezione del ruolo, ci siano margini per l’ingresso di un ‘socio forte’ – come è stato definito – all’interno del Perugia Calcio. Santopadre accetterà di dividere con qualcuno la cabina di comando? Del resto, sappiamo come andò a finire la coabitazione con Moneti e Damaschi. Ma è anche vero che, scendendo in C, il Grifo ha visto calare di molto il suo valore di mercato ed è quindi fisiologico arrivino molte proposte, proprio in un periodo in cui, complice il coronavirus e con un campionato da impostare non al risparmio ma per vincere, Santopadre potrebbe aver bisogno di forze fresche e liquidità. Chi, come e quando (e se) lo scopriremo nei prossimi giorni.

Lo striscione contro il presidente

Di certo, i tifosi hanno le idee chiare: vogliono che Santopadre passi la mano. E lo hanno espresso in modo inequivocabile anche mercoledì mattina con uno striscione affisso all’esterno dello stadio Curi che recitava in modo perentorio: «Santopadre vattene»

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