Perugina, tempi lunghi per la nuova cassa

I requisiti si possono ottenere, ma serve una richiesta formale, che va presentata a metà maggio. Nel pomeriggio in Confindustria per parlare di ricollocazioni e insourcing

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Come anticipato da umbriaOn, serviranno ancora settimane di trattative per arrivare a una definizione degli accorti sulla vertenza Nestlé-Perugina. La prima conferma arriva in mattinata da Roma: la cassa integrazione può essere richiesta dall’azienda non prima del 15 maggio, vale a dire nei due mesi precedenti la scadenza della cassa integrazione straordinaria attualmente goduta (in scadenza formalmente al 15 luglio).

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Il parcheggio di San Sisto

Quattro mesi per le ricollocazioni A Roma c’erano anche rappresentanti della Regione, coinvolti perché in relazione alla cassa dovrà essere poi proprio l’ente regionale a predisporre delle misure di reinserimento al lavoro. Edè stata proprio la Regione a diramare un comunicato svelando i dettagli dell’incontro: «L’azienda – scrivono da Palazzo Donini – ha informato Ministero e Regione sullo stato di avanzamento del piano di ricollocazione degli esuberi, per la cui attuazione il Ministero ha ribadito che vi sono ancora oltre quattro mesi di tempo».

Si esulta a metà Sembra risolta, quindi, la questione relativa agli investimenti, che in un primo momento sembrava aver posto un freno alla possibilità che il Ministero concedesse effettivamente la cassa: l’eventuale proroga aveva bisogno – come prerequisito – della sussistenza di un investimento tecnico, che però nel caso Perugina si esaurisce al 30 giugno. I tecnici del Ministero hanno però accolto la tesi Nestlé secondo cui può essere legata alla necessità di ultimare il piano di ricollocamento delle persone in esubero, come in effetti sta accadendo a San Sisto.

Ipotesi residuale Negli uffici dei sindacati non si esulta però. Perché fra le altre cose emerge molto chiaramente che – se cassa sarà – a beneficiarne saranno solo i lavoratori che non rientreranno nel piano di ricollocamento (fra esterni e part-time). Tramonta, quindi, a quanto pare, la possibilità che possano beneficiarne tutti i dipendenti a rischio esubero, come speravano i sindacati e i lavoratori.

Prendere o lasciare C’è un altro aspetto da valutare. E lo lascia capire il comunicato – in modo sibillino – nell’ultimo paragrafo, quando accenna al fatto che l’attività di ricollocazione in altre aziende del territorio andrà avanti «fermo restando le previsioni a riguardo della normativa italiana relative all’offerta congrua di lavoro per i percettori di ammortizzatori sociali». Traducendo: viene rimarcato l’aspetto della normativa che impone al lavoratore di accettare offerte di lavoro congrue, pena la perdita della cassa. Se non le accettano perdono il diritto alla cassa integrazione.

Nel pomeriggio incontro in Confindustria, a Perugia, fra azienda e sindacati: la discussione partirà proprio da qui

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