Piano sviluppo rurale: «Odissea in Umbria»

Laura Agea e Andrea Liberati (M5S) chiedono «l’intervento in loco della Commissione Europea: vogliamo sapere se i fondi sono gestiti in modo corretto»

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Laura Agea

«Dal 2015 le imprese agricole umbre vivono un’odissea senza fine: bandi malredatti e rifatti fino a ben sette volte, regole cambiate ex post, domande regolarmente da ripresentare, clausole di salvaguardia – per l’ente – totalmente vessatorie per l’agricoltore, assegnazioni milionarie a pochi e ben noti soggetti, clamorosi e sistematici ritardi nell’erogazione delle risorse a tutti gli altri, quando mai arrivano. Le piccole aziende rimangono, infatti, troppo spesso escluse. E chiudono. Così, grazie alla totale inadeguatezza dell’assessorato all’agricoltura, mentre cerca con fatica, onestà, dedizione, di mandar avanti un’impresa in un contesto già difficile, l’agricoltore deve annaspare dietro al ginepraio burocratico, degno del peggior Azzeccagarbugli, che la Regione Umbria offre a cadenza ormai ciclica». L’atto di accusa viene dal M5S, con Laura Agea (che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea)  e dal capogruppo regionale Andrea Liberati. 

L’INTERROGAZIONE DI LAURA AGEA

Andrea Liberati

L’Umbria «Da mesi – spiega Liberati, che ha asua volta presentato un’interrogazione in Regione – il M5S interroga l’assessore sulle ‘anomalie’ del Programma di Sviluppo Rurale (Psr). Risposte evasive, quando ci sono, che mostrano disinteresse per le nostre piccole e medie imprese agricole, ricchezza e pilastro del territorio e dell’economia locale in Umbria. Poche settimane fa arriva la ciliegina sulla torta: una determinazione dirigenziale annulla a posteriori una deroga transitoria emessa a maggio dello scorso anno perché “illegittima e contraria a specifiche norme comunitarie”.  Si scrivono dunque i bandi (male), poi si cambiano, si riscrivono, si derogano e, a distanza di un anno e mezzo, scopriamo che non si poteva fare. Le aziende che hanno già investito sulla base di un bando sbagliato, non vedranno mai un centesimo: riusciranno a sopravvivere? Come verranno tutelate? Perché l’assessore non si pronuncia?»

L’INTERROGAZIONE DI ANDREA LIBERATI

L’indagine Quello che si chiede, insomma, è «l’intervento in loco della Commissione Europea, in base alle prerogative ispettive previste dai regolamenti comunitari. Che i funzionari UE prendano visione delle carte: vogliamo sapere se i fondi del Psr, leva di investimenti e innovazione, vita delle nostre imprese, sono gestiti in modo corretto».

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