Pista Lungonera Terni, divampa la protesta

Commercianti sul piede di guerra giovedì mattina. Sul posto le forze dell’ordine. Confronto assessori-esercenti

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La fila

Tanto tuonò. Alla fine, quando si è trattato di procedere con i lavori di fronte ai negozi, i titolari si sono mobilitati. E sul posto, oltre ai tecnici comunali (Federico Nannurelli, Silvia Ferrantini) e agli assessori Benedetta Salvati e Stefano Fatale, sono dovuti intervenire anche gli agenti della polizia Locale, della squadra Volante e della Digos di Terni. È accaduto giovedì mattina in Lungonera Savoia, dove il Comune di Terni sta realizzando la pista ciclabile contestata dagli stessi esercenti e difesa strenuamente dal Comune. Perché – stante la carenza di spazi – non consentirebbe la fermata dei veicoli per il carico e lo scarico delle merci ed anche dei clienti, per quel ‘mordi e fuggi’ che è la base del ‘giro’ economico degli stessi esercenti. Assente il sindaco, chiesto a gran voce ma impegnato a palazzo Spada, il confronto in strada è stato fra i ‘manifestanti’ ed i due membri di giunta.

VIDEO – LE RAGIONI DEI COMMERCIANTI ED IL CONFRONTO CON GLI ASSESSORI

Lo scambio

«Così ci ‘ammazzano’»

Niente arrivo sul posto – in giunta, contatto telefonicamente da una collega avvocato – del sindaco Leonardo Latini dopo che era stato bloccato l’avanzamento del cantiere attraverso il posizionamento di un paio di veicoli lungo la ciclabile. «Si creerà sempre questra fila che vedete perché la carreggiata è ristretta e la pista è troppo larga, ci sono problemi quando l’Asm viene a ritirare i rifiuti o passano mezzi grandi», una delle lamentele esposte. «Inoltre c’è anche un problema d’inquinamento perché il transito è più lento. Avete visto poi come hanno realizzato lo spazio d’entrata per gli autobus?». Focus anche sulla già nota questione – a fine caos è stata garantita l’accelerazione su questo fronte, specie per le aree già terminate – del carico/scarico merci: «Non ci ha ammazzato né la crisi né l’avvento dei negozi online, ora ci pensa questa decisione dell’amministrazione», rilancia un’altra commerciante. Per lei anche un rapido, acceso scambio su una vecchia affermazione dell’assessore: «Lei mesi fa ha detto che la pista è importantissima, che sperava che nessuna attività commerciale ci rimettesse e che, nel caso qualcuno avesse avuto problemi, questo sarebbe stato lo ‘scotto’ da pagare. Praticamente ha ammesso che il commercio è danneggiato». La titolare all’ambiente dal canto suo ha smentito di aver pronunciato questa frase.

IL ‘NO’ ALLA VARIANTE: LE MOTIVAZIONI DEL COMUNE

Il colloquio con le agenti della polizia Locale

Lo sblocco

Momenti di tensione – niente di particolare, ma ci sono stati – anche con le due agenti intervenute per identificare i conducenti e far presente che quel tipo di protesta non era praticabile perché – in sostanza – era stato bloccato il cantiere. Poi l’arrivo di rinforzi, un cordiale colloquio tra le parti e la rimozione delle auto prima del tête-à-tête con la Salvati e Fatale. La sensazione è che la storia, iniziata in estate con i confronti in commissione consiliare sulla progettazione e lo sviluppo dell’opera, non sia finita qui. Il problema di fondo non è la realizzazione – i commercianti non hanno mai detto di ‘no’ – della pista, bensì la modalità di esecuzione.

Filipponi (Pd): «Nostre proposte mai ascoltate»

Così il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Francesco Filipponi: «Quanto avvenuto questa mattina (giovedì, ndr) in via Lungonera poteva essere evitato. Come gruppo consiliare del Pd teniamo a ricordare, consapevoli dell’importanza ai fini ambientali anche della mobilità alternativa, che la pista ciclabile è stata inserita nel maggio 2016 dalla precedente amministrazione nel programma di agenda urbana, in accordo con il Comune di Narni e finanziata poi nel maggio 2019 da una delibera della precedente giunta regionale di centrosinistra. Prima dell’approvazione del progetto esecutivo che delinea i dettagli del tracciato – afferma Filipponi -, attraverso appositi incontri in commissione e sopralluoghi, abbiamo provato a correggere con apposite proposte alcuni aspetti relativi alle metrature limitate. La proposta di variante successivamente presentata è stata ritenuta non accoglibile. Al primo scarico merci si è verificato l’ingorgo che temevamo. Con un approccio maggiormente inclusivo si sarebbero potute tenere insieme le diverse istanze nel rispetto dell’obiettivo della promozione della ciclabilità e della tutela ambientale collegata».

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