Pnrr Terni, l’ex Milizia diventa ‘ostello’: ecco il progetto Ater. Scontro Cini-Pococacio

Caos in commissione per la specifica della destinazione d’uso: servirà ad ospitare le famiglie dei pazienti ricoverati. M5S chiede sopralluogo, ma non si vota nulla

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di S.F.

Venticinque camere, quarantanove posti letto e superficie lorda dagli attuali 2.436 mq a 1.765. Con pannelli fotovoltaici, possibilità di bar/ristorazione e verde attrezzato di pertinenza da 585 mq come opera di urbanizzazione insieme ai nuovi posti auto pubblici: è il maxi progetto Ater – siamo nell’ambito del Pnrr – per l’ex Milizia di Terni in via Campomicciolo, edificio al centro dell’attenzione nel corso della I commissione consiliare di giovedì pomeriggio a palazzo Spada. Ma non si vota a palazzo Spada perché Valentina Pococacio (M5S) chiede un sopralluogo, la seduta viene prolungata e nononostante ciò non si arriva alla votazione per decidere: è scontro con l’assessore all’urbanistica Federico Cini.

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Lo scontro finale Cini-Pococacio

Il progetto, la richiesta e lo spreco

In apertura Cini – con lui il responsabile del procedimento, l’architetto Antonino Cuzzucoli – ha in breve riepilogato il passaggio odierno: in sostanza non è altro che una specifica di destinazione d’uso per consentire lo sviluppo del progetto. «L’ex Milizia non è mai stato utilizzata e l’Ater con fondi Pnrr modifica parte dell’edificio per fornire un servizio sociale. All’esterno rimane tutto così». La Pococacio è andata subito all’attacco: «Sono soldi della collettività e quella struttura fu realizzata per la ricerca sanitaria, c’è anche la predisposizione per l’ossigeno. Inoltre dalla relazione non si capiscono gli interni: fare un sopralluogo e parlare con Ater». Anche da Michele Rossi (Terni Civica) sono giunte perplessità: «Si intravede un possibile spreco di risorse perché la destinazione originaria era un’altra. Quanti investimenti si vanno a perdere con questo passaggio?». Alessandro Gentiletti (Senso Civico) ha invece ricordato ciò che disse l’assessore regionale Enrico Melasecche sul futuro dell’edificio come struttura di ricovero. Fin qui massima quiete. La bagarre è dietro l’angolo tuttavia.

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Il progetto

Si alzano i toni

C’è aria di caos e così sarà: «I fondi già li ha a disposizione Ater ed il passaggio è determinante per la destinazione d’uso, l’impiantistica – ha ripreso la parola Cini – immagino sarà rimossa. Il sopralluogo? Non ha gran senso, ma se lo volete ok». Nel frattempo la seduta viene prolungata fino di venti minuti (fino alle 16.50) perché non si trova l’accordo sulla richiesta della Pococacio e c’è da votare. A quel punto non si arriverà mai. «Chiedo solamente di valutare i dispositivi che saranno smantellati, sono stati fatti con soldi pubblici», ha insistito l’esponente M5S. A rispondergli Lucia Dominici (FI): «L’obittivo è rendere utile un patrimonio che abbiamo, non credo sia utilizzabile al momento. La riconversion porta un qualcosa in più al territorio ed è un servizio che Terni non ha al momento. A cosa serve il sopralluogo? Se qualcuno vuole investirci perché bloccarlo?», l’attacco della capogruppo azzurra.

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Niente votazione e scontro verbale: bagarre

Il tempo sta per scadere e la Pococacio va ancora in tackle: «La struttura è già perfettamente adeguata anche per esigenze sanitarie, ricordo che abbiamo ricoverati in corsia in ospedale. Perché non valutare un uso alternativo più confacente alle caratteristiche che già ha la struttura?». Sono le 16.50 e l’esponente pentastellata fa notare che non si può votare perché il prolungamento è terminato. Il presidente della I commissione replica che in realtà si può ancora e tra uno scambio verbale e l’altro finisce la seduta: «Complimenti, siete riusciti a boicottare anche oggi. Vergognosi», le parole di Cini verso la Pococacio nell’alzarsi. I due continueranno a punzecchiarsi anche dopo il ‘gong’, ovviamente davanti ai giornalisti: «Come amministratori abbiamo l’obbligo di ottimizzare le risorse già spese in passato per la realizzazione di una struttura in perfette condizioni per la ricerca sanitaria. Prima di valutare la specifica di destinazione d’uso dobbiamo vedere lo stato dell’edificio: non si è voluto metterlo in votazione subito e hanno tirato avanti, non c’è stata capacità da parte della presidenza della commissione e se ne devono assumere la responsabilità. Non c’è stata volontà», il commento finale della Pococacio. Nel contempo in aula entra un perplesso Omero Mariani (rup della procedura per le luminarie natalizie). Ultima battuta per Cini e tutti a casa: «Il metodo ridicolo è, al solito, di non voler parlare di contenuti ma appiccarsi sul singolo minuto di sforamento della commissione. Ciò denota la gravissima mancanza di contenuto dell’opposizione». E alle spalle un Gentiletti stupito: per una volta lo scontro non lo ha coinvolto.

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