Polizia provinciale: il futuro resta in bilico

Incontri in Regione per decidere il futuro degli agenti di Perugia e Terni: «Rispettare le priorità per non disperdere il patrimonio»

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Il futuro resta in bilico, anche se qualcosa – dopo proteste e prese di posizione – sembra timidamente muoversi nella direzione sperata. Per gli agenti della polizia provinciale di Perugia a Terni le ‘vie d’uscita’ dall’impasse conseguente la riforma degli enti rimangono quelle individuate dalla legge: le stesse province per le funzioni rimaste, la Regione che però potrebbe ‘dirottare’ il personale sul territorio e, infine, le polizie municipali dei vari comuni umbri. Rigorosamente in quest’ordine.

Le priorità A più di un agente non sono andati giù i ripetuti inviti a ‘fare la propria parte’ che la Regione ha rivolto ai vari comuni del territorio, sottintendendo che il personale – circa 95 unità a Perugia e 15 a Terni – sarebbe dovuto prima di tutto confluire nelle polizie municipali e, ciò che resta, nelle due province e quindi in Regione. Per loro, l’ordine da seguire – carte alla mano – è esattamente inverso: prima valutare le esigenze delle province in relazione ai compiti di controllo del territorio rimasti (e che altrimenti rischiano di restare senza figure in grado di svolgerli), poi quelle della Regione e infine, nel caso di ulteriori ‘esuberi’, valutare l’ipotesi di un trasferimento nei comuni.

L’incontro Anche di questo si è parlato lunedì a Perugia negli incontri fra i comandanti delle polizie provinciali di Perugia a Terni e i consulenti incaricati dalla Regione di valutare il reale fabbisogno di personale dell’ente. L’ipotesi all’orizzonte è quella di una legge regionale che assegni a ciò che resta delle province, funzioni e fondi per poter continuare a svolgere le attività di polizia locale su tutto il territorio, senza particolari scossoni né ‘vuoti’ dal punto di vista dell’operatività. Una soluzione caldeggiata anche in base al fatto che gli eventuali agenti assegnati alle province non andrebbero ad aggiungersi al personale degli enti di area vasta per cui il governo ha imposto un taglio di almeno il 50%.

POLIZIA PROVINCIALE A TERNI: IL BILANCIO DEL 2015

Il sostegno La situazione di Terni – con gli agenti scesi nel giro di tre anni da 21 a 15 unità, in seguito a pensionamenti, mobilità interna e trasferimenti (già attuati) alla polizia municipale – è stata oggetto anche di un atto di indirizzo approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Terni nella seduta di lunedì. Nell’atto proposto da Thomas De Luca (M5S) e sottoscritto dai consiglieri Cecconi, Crescimbeni e Todini, la polizia provinciale viene definita come «presidio di legalità contro le ecomafie, i crimini ambientali e la tutela della biodiversità». L’atto è stato approvato con un emendamento proposto da Andrea Cavicchioli (Pd) che ne ha parzialmente modificato il dispositivo. In sostanza il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta «ad intervenire nei confronti della Regione affinché vengano posti in essere con sollecitudine i provvedimenti per mantenere in carico alla Provincia, con le doverose e opportune dotazioni finanziarie, la polizia provinciale». In questo senso dovrebbero essere confermati alla polizia provinciale gli attuali compiti e funzioni, «tenendo conto del numero ridotto degli addetti e del grado di specializzazione, dovrebbero essere confermate le attuali unità che rappresentano un contingente minimo per espletare efficacemente le attività nei settori della tutela dell’ambiente e della fauna nel territorio provinciale» .

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