«Portiere di quartiere? Ce lo paghiamo noi»

Perugia, a Ponte d’Oddi cittadini disposti ad autotassarsi in nome della sicurezza

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di Rosaria Parrilla

In soli 5 giorni hanno risposto in 202 alle domande del questionario sul portiere di quartiere, iniziativa a cui sta lavorando da anni il circolo ricreativo di Ponte d’Oddi. Un progetto che sta cercando di prendere forma e sembianze in un periodo non certo facile, dal punto di vista economico.

Il ‘portiere’ Ma nonostante le vacche magre gli abitanti di Ponte d’Oddi sono disposti a fare piccoli sacrifici pur di avere questa figura che hanno ribattezzato ‘Portiere di paese’. Un punto di riferimento della comunità, una persona amica e di fiducia, conosciuta da tutti e del posto, e, quindi, di conseguenza conoscitore delle problematiche ed esigenze degli abitanti del quartiere.

I dati Ad illustrare i dati, in un incontro pubblico, sono stati il sociologo Vanni Capoccia e due membri del circolo Franca Forte (che ha un laboratorio veterinario da 13 anni a Ponte d’Oddi) e Riccardo Cesarini. Occasione per confrontarsi e stabilire le prossime fasi del progetto: individuare una persona fidata che sia disponibile a svolgere il compito in maniera volontaria e faccia da sentinella. Già ci sarebbe qualcuno.

Risultati I dati emersi dal questionario, distribuito a chi lavora a Ponte d’Oddi, ci abita e lo frequenta abitualmente, sono inequivocabili. E a dirlo è colui che ha analizzato le risposte, il sociologo Capoccia: «Ponte d’Oddi è un quartiere vivo, la comunità è propositiva e vuole dare il proprio contributo per renderlo più vivibile». E sempre dalle risposte è venuto alla luce, inoltre, come i cittadini ritengano utile questa figura, il 65,8%, anche se il 74,2% non ne conosceva l’esistenza fino al questionario e solo il 13,4% ha saputo della sua realtà attraverso i media. Ma soprattutto sono disposti ad autotassarsi (53,5%) per dare avvio al progetto. Altro dato interessante e da non sottovalutare riguarda la sicurezza: i 2/3 degli intervistati sono consapevoli, nonostante la chiusura della caserma Fortebraccio, come la questione competa soltanto le istituzioni. Il 70,3% degli intervistati, infatti, pensa che questa figura debba occuparsi dei bisogni della collettività.

L’auspicio Il consigliere comunale Carlo Castori, in rappresentanza del Comune, ha applaudito l’iniziativa e riferirà la proposta al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, anche per cercare di capire quale possa essere l‘aiuto della giunta. Perché l’auspicio dei promotori è che dopo l’avvio della fase autogestita e volontaria si possa avere un aiuto economico dall’amministrazione comunale.

Twitter @Ros812007

 

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