Provincia di Perugia: «Subito risposte»

Assemblea dei sindaci, il presidente Mismetti: «Basta pacche sulle spalle, Stato e Regione si muovano. Problemi di governance»

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«Vogliamo risposte immediate da Stato e Regione, basta pacche sulle spalle». Tuona ancora il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, in riferimento al momento delicato dell’ente: durante l’assemblea dei sindaci sono state infatte ribadite le grandi difficoltà attuali che coinvolgono tutte le Province d’Italia.

Problema governance Mismetti ha sottolineato che «nonostante il referendum del 4 dicembre abbia confermato la Province come articolazioni dello Stato, il contesto in cui si trovano ad operare è particolarmente difficile e Perugia non fa eccezione. Si apre un problema di governance, non è più pensabile che l’ente possa continuare ad essere amministrato da una figura monocratica che deve contemporaneamente fare il sindaco. Abbiamo comunque 60 milioni di bilancio e oltre 500 dipendenti, pertanto le condizioni minime per operare devono essere garantite. Si deve riaprire anche la questione della elezione poiché la modalità indiretta è oramai superata rispetto alla filiera costituzionale».

Coerenza e disastri Il presidente della Provincia di Perugia ha evidenziato che il «legislatore dovrà ripensare al sistema generale delle autonomie locali e come rimettere in fila i diversi ruoli e le competenze di Comuni, Province, Regioni in un quadro di coerenza con l’impostazione: un servizio, una funzione, un livello istituzionale». Alla Provincia rimangono le competenze fondamentali come scuole e viabilità «e qui il disastro compiuto in questi due anni si evidenzia in tutta la sua drammaticità: il sisma ha scoperto tutte le criticità sia sulla viabilità che per quanto riguarda gli edifici scolastici».

Niente pacche, l’esposto e il bilancio Inevitabile parlare dell’esposto presentato: «In questi giorni insieme a tutte le Province d’Italia abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica per la violazione dell’art. 119 Costituzione perché la situazione è di una gravità tale da non essere più sostenibile con le pacche sulle spalle: o c’è una presa di coscienza del punto a cui siamo arrivati o il conflitto istituzionale diventerà sempre più aspro». In merito al bilancio invece «il 1 aprile invieremo al Prefetto la solita comunicazione che non siamo nelle condizioni di poter approvare il bilancio; abbiamo, ad esempio, 120 edifici scolastici e servirebbero 100 milioni per completare l’adeguamento sismico. Per quanto riguarda i rapporti con la Regione, questi due anni sono stati con luci ed ombre. Alcune questioni sono state accolte, come la ripartizione delle funzioni e il ricollocamento del personale. Però c’è tutto l’aspetto del finanziamento delle funzioni che la Provincia continua a svolgere per conto della Regione che non provvede a risarcire. Dai primi di gennaio si sono istituiti tavoli tematici per argomenti. In alcuni si sono fatti passi avanti, mentre su quelli sostanziali come la viabilità e le funzioni del lago Trasimeno, gli sportelli decentrati, ancora si è lontani dalla soluzione. Io la responsabilità di continuare a far svolgere funzioni alla Provincia – ha concluso – sapendo che ci crea un buco nel bilancio non lo permetterò più».

Situazione pericolosa Sulla stessa scia anche Stefano Ansideri, Stefania Proietti, Fabrizio Cardarelli, Ermanno Rossi, Gian Primo Narcisi, Gino Emili e Annarita Falsacappa, rispettivamento sindaci di Bastia Umbria, Assisi, Spoleto, Passignano sul Trasimeno, Spello (Narcisi è vice), Cascia e Bevagna: «Serve un’azione forte – le parole della Proietti – di protesta per difendere strade e scuole», mentre Cardarelli si è scagliato contro «lo scaricabarile del più piccolo che ci costringerà ad alzare bandiera bianca se si continua così». Rossi invece ha parlato del lago: «Ci sono problemi per quanto riguarda la navigazione, il tratto demaniale delle acque, la presenza di chironomidi e un calo del turismo del 40%». Il consigliere d’opposizione Enea Paladino ha parlato di «tradimento degli accordi presi con la Provincia da parte della Regione negli ultimi due anni. Dopo il referendum serve una nuova legge nazionale che legiferi alla luce del nuovo assetto». Infine Riccardo Meloni, che si è detto «d’accordo con la proposta del documento unitario sollevata da Emili ed ha aggiunto che se non si va verso ulteriori intermediazioni si devono fare azioni forti come le dimissioni in massa».

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