Rifiuti in Regione, volano parole grosse

Perugia, Liberati (M5S) accusa: «Non volete che si parli di Mafia in Umbria» e la presidente Marini: «Sciacquati la bocca prima di parlare»

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di L.P.

Per l’ennesima volta sembrava cosa fatta. E invece la storia della commissione d’inchiesta sui rifiuti sembra infinita. Il tema, certamente, è di quelli che scottano e l’intera vicenda, collegata al caso Gesenu e all’interdittiva antimafia firmata dal prefetto di Perugia Antonella De Miro, continua a scuotere e ad agitare maggioranza e opposizione. Così anche la seduta di martedì del consiglio regionale ha continuato a stupire. Se l’ultima si era chiusa con gli striscioni esposti da Movimento 5 Stelle e Lega, questa finisce con il segretario regionale Pd Giacomo Leonelli che abbandona l’aula prima della conclusione dei lavori. In mezzo di nuovo urla, sospensioni, litigi e ‘qualche parola pesante’.

Caos Tra tutto, a regnare sovrana in aula sembra essere solo la confusione. C’è chi, dopo il parere tecnico chiesto la scorsa settimana dalla maggioranza e arrivato ieri, ancora non ha chiaro che l’oggetto della commissione è inscindibile dal voto sulla commissione stessa. E chi, invece, ricorda come il regolamento stesso preveda che una commissione si istituisca de facto quando a richiederla sia un terzo dei membri del consiglio regionale. Dunque «la commissione è già in atto – afferma Claudio Ricci – dobbiamo solo enucleare i due elementi per conformarla a quelle già istituite in seno alla Regione».

L’oggetto A creare ulteriori tensioni c’è lo scontro, tra maggioranza e opposizione, sugli argomenti inseriti nel testo istitutivo della Commissione. Il nocciolo è sempre lo stesso, e a ribadirlo è di nuovo il capogruppo Pd Giacomo Leonelli: «Non condividiamo l’oggetto né nel merito né nell’efficienza ispettiva rispetto alla durata prevista dei lavori della Commissione. Ma vogliamo evitare facili strumentalizzazioni da parte di un’opposizione che, nell’attaccarci, ritrova compattezza e unità. Ciò sgombra il tavolo da tutte le illazioni di questi giorni – conclude Leonelli – e dalle infamie di chi ha voluto associare il nome del Partito democratico a collusioni con fenomeni criminali legati alle associazioni mafiose».

Scontro Pd-5 stelle Illazioni che il mittente ripropone anche in Aula e che fanno infuriare la presidente della Regione Catiuscia Marini quando, durante il suo intervento, Andrea Liberati accusa la maggioranza senza mezzi toni. «Voi non accettate che si parli di mafia in Umbria» dice il capogruppo 5 stelle. Non lascia adito a repliche la risposta, secca, della governatrice: «Sciacquati la bocca prima di parlare». E proprio per via di questa accuse Leonelli, subito dopo il voto, lascia l’aula «in segno di rispetto verso i nostri oltre 10mila iscritti, che sono persone oneste e perbene».

Il voto Intanto, un altro passo in avanti viene fatto. Con 13 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti, la proposta fatta dal capogruppo Pd, che prevede il termine dei lavori il 7 aprile 2015 e il numero di 5 componenti, tre di maggioranza e due di opposizione, sul modello del Comitato di monitoraggio, viene approvata in aula mentre continuano a volare scambi di accuse reciproche.

Coming soon Ora la questione passa in mano al presidente dell’assemblea legislativa. Maggioranza e opposizione faranno pervenire i nomi dei componenti, poi sarà la presidente Porzi a convocare i consiglieri e a stabilire la prima riunione della Commissione.

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